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I primi fossili della Culla dell’Umanità sono più vecchi di 1 milione di anni

Risalirebbero a 3,4-3,7 milioni di anni fa, piuttosto che a 2-2,5 milioni di anni come finora ipotizzato.
A cura di Valeria Aiello
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Il cranio della signora Ples / Museo Transvaal, Pretoria, Sudafrica.
Il cranio della signora Ples / Museo Transvaal, Pretoria, Sudafrica.

I fossili dei nostri primi antenati ritrovati nelle grotte di Sterkfontein, in Sudafrica, hanno 1 milione di anni in più di quanto finora ipotizzato. Lo rivelano i risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista PNAS da un team internazionale di ricerca che ha rivalutato l’età dei fossili del sito paleoantropologico patrimonio mondiale dell’Unesco, spesso chiamato anche “Culla dell’Umanità, a circa 50 km da Johannesburg. Sterkfontein è stato reso famoso dalla scoperta da parte di Robert Broom del primo ominide adulto del genere Australopithecus, e successivamente dal ritrovamento del cranio della signora Ples e dello scheletro quasi intatto di Little Foot, oltre a centinaia di altri fossili di ominidi sudafricani.

La maggior parte della ricchezza di fossili di Sterkfontein è stata estratta da un’antica caverna chiamata “Membro 4”, il sito più ricco di fossili di Australopithecus conosciuto al mondo, la cui datazione è rimasta tuttavia controversa, con stime che vanno da circa 2 milioni di anni fa, fino a circa 3 milioni di anni. Ma una nuova tecnica di datazione, messa a punto dagli studiosi e basata sul decadimento radioattivo dei rari isotopi alluminio-26 e berillio-10 nel minerale quarzo, ha indicato che i fossili del Membro 4 risalgono a 3,4-3,6 milioni di anni fa, il che li rende persino più antichi dell’iconica Lucy, il fossile di Australopithecus trovato in Etiopia nel 1979 e risalente a 3,2 milioni di anni fa.

Quattro diversi crani di Australopithecus trovati nelle grotte di Sterkfontein, in Sud Africa / Credit: Ditsong Museum of Natural History
Quattro diversi crani di Australopithecus trovati nelle grotte di Sterkfontein, in Sud Africa / Credit: Ditsong Museum of Natural History

“Questa rivalutazione dell’età dei fossili di Sterkfontein ha importanti implicazioni per il ruolo del Sudafrica nella fase evolutiva degli ominidi – ha affermato il professor Dominic Stratford, direttore della ricerca presso le grotte di Sterkfontein e co-autore dello studio – . Gli ominidi più giovani, tra cui Paranthropus e il nostro genere Homo, compaiono tra circa 2,8 e 2 milioni di anni fa, per cui sulla base delle date suggerite in precedenza, le specie di Australopithecus sudafricane erano troppo giovani per essere i loro antenati, quindi era stato considerato più probabile che Homo e Paranthropus si fossero evoluti nell’Africa orientale”.

La nuova datazione indica invece che l’Australopithecus esisteva a Sterkfontein quasi un milione di anni prima della comparsa di Paranthropus e Homo, ed era contemporaneo di altre prime specie Australopithecus, come l’Australopithecus afarensis, dell’Africa orientale, dando alla specie sudafricana “più tempo per evolversi qui, nella culla dell'umanità, e ponendo gli ominidi di questo sito al centro della storia prima evoluzione umana” dice Stratford. .

“Questo nuovo importante lavoro di datazione rivela l’età di alcuni dei fossili più interessanti nella ricerca sull’evoluzione umana, riportando uno dei fossili più iconici del Sudafrica, la signora Ples, indietro di un milione di anni, a un’epoca in cui, nell’Africa orientale, troviamo altri fossili di primi ominidi come Lucy – ha aggiunto il professor Darryl Granger della Purdue University negli Stati Uniti e autore principale dell’articolo – . La modifica della datazione dell’Australopithecus nelle grotte di Sterkfontein riaccenderà senza dubbio il dibattito sulle diverse caratteristiche della specie a Sterkfontein e sulla possibilità che possano esserci stati antenati di ominidi sudafricani successivi”.

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