I piccioni risolvono i problemi come farebbe l’intelligenza artificiale
I piccioni non sono mai stati celebrati per la loro intelligenza, sminuita anche da uno dei loro più accaniti appassionati, l’etologo Charles Otis Whitman che, di questi uccelli, scrisse che: “Qualunque cosa contengano nella loro mente, si può dire con certezza che l’intelligenza non è altro che un chicco nascosto in un granaio di istintività: la si può cercare per più di un giorno e non trovarla”. Eppure, un nuovo studio ha fornito la prova che i piccioni affrontano alcuni problemi proprio come farebbe l’intelligenza artificiale. Questo loro approccio, chiamato metodo della “forza bruta” da alcuni studiosi, è finito sotto la lente di un team di ricerca americano che, analizzando il comportamento di 24 piccioni, ha compreso il meccanismo che permette a questi volatili di risolvere un’ampia gamma di compiti eccezionalmente complessi.
Rispetto al modo di pensare degli umani, caratterizzato dall’attenzione selettiva e da un uso esplicito di regole, i piccioni impiegano il cosiddetto apprendimento associativo, che collega due fenomeni tra loro. Un semplice esempio di apprendimento associativo è il collegamento tra “acqua” e “bagnato”, oppure quello che utilizziamo quando insegniamo al nostro canea sedersi in cambio di una ricompensa.
“Spesso presumiamo che l’apprendimento associativo sia troppo primitivo e rigido per spiegare la complessa categorizzazione visiva come quella di cui sono in grado i piccioni” ha evidenziato Brandon Turner, autore principale del nuovo studio e professore di psicologia presso la Ohio State University che, insieme ai colleghi ha testato un semplice modello di intelligenza artificiale per vedere se poteva risolvere i problemi allo stesso modo dei piccioli. E, come documentato sulla rivista iScienze, la verifica ha dato esito positivo.
“Abbiamo trovato prove davvero evidenti del fatto che i meccanismi che guidano l'apprendimento dei piccioni sono notevolmente simili agli stessi principi che guidano le moderne tecniche di apprendimento automatico e intelligenza artificiale – ha affermato Turner -. I nostri risultati suggeriscono che, nel piccione, la natura potrebbe aver trovato un modo per creare uno studente incredibilmente efficiente che non ha la capacità di generalizzare o estrapolare come farebbero gli esseri umani”.
Lo studio sui piccioni e l'intelligenza artificiale
Nei test dei ricercatori, ai piccioni è stato mostrato uno stimolo, che poteva includere linee di varie larghezze oppure angoli, anelli concentrici e anelli singoli: gli uccelli dovevano beccare un pulsante a destra o a sinistra per indicare a quale categoria appartenesse lo stimolo: se la risposta era esatta, ricevevano una pallina di cibo; se inveceera sbagliata, non ricevevano nulla.
Gli esperimenti erano progettato affinché i piccioni affrontassero quattro diversi quesiti, alcuni più difficili di altri. I risultati hanno mostrato che, attraverso tentativi ed errori, i piccioni hanno migliorato la loro capacità di fare le scelte corrette, passando dal 55% al 95% di risposte esatte in uno degli esperimenti più semplici, e dal 55% al 68% in uno dei test più difficili.
Utilizzando poi un modello di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno valutato la possibilità di risolvere gli stessi compiti, impiegando i meccanismi di apprendimento associativo e correzione degli errori. E proprio come i piccioni, il modello di intelligenza artificiale ha imparato a fare le previsioni giuste per tentativi ed errori, aumentando significativamente il numero di risposte corrette.
“In alcuni tipi specifici di compiti, i piccioni usano semplicemente questo metodo di forza bruta, per tentativi ed errori, e l’apprendimento associativo, che alla base dell’intelligenza artificiale progettata dagli esseri umani – ha aggiunto il professor Turner – . La cosa interessante è che noi celebriamo quanto siamo intelligenti per aver progettato l’intelligenza artificiale e, allo stesso tempo, denigriamo i piccioni considerandoli animali ottusi, anche se utilizzano questo metodo da molto prima di noi con gli strumenti di intelligenza artificiale”.