I parcheggi sotto i palazzi fanno paura a uomini e donne, ma in modi diversi: lo ha rilevato uno studio
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Sotto molti palazzi è presente il cosiddetto piano pilotis, un'area che solitamente viene trasformata nel parcheggio per i condomini, il parcheggio pilotis o piloti, appunto. Esso è caratterizzato da robusti pilastri in cemento armato che sostengono il palazzo ed è in diretta comunicazione con l'esterno. Il curioso nome pilotis – che in francese significa proprio pilastro – deriva da un'idea di design dell'architetto, urbanista e pittore svizzero Charles-Édouard Jeanneret-Gris, conosciuto in tutto il mondo con lo pseudonimo di Le Corbusier. La strategia costruttiva si basa sulla realizzazione di questi pilastri come struttura portante degli edifici, al fine di collegare ambiente esterno e interno senza pareti (sebbene spesso alcune sono presenti).
Al di là dello stile architettonico, c'è un dettaglio che accomuna tutti questi parcheggi: il senso di inquietudine che si prova ad attraversali da soli la sera o la notte. Sono infatti luoghi dove potrebbero nascondersi più facilmente dei criminali, pronti a tendere un agguato da dietro le auto posteggiate o magari proprio da una delle colonne. Un nuovo studio ha confermato che questa ansia da criminalità nei parcheggi pilotis viene vissuta in modo diverso da uomini e donne. Non è solo una questione di timore per il tipo di aggressione che si potrebbe subire, ma proprio per come uomini e donne percepiscono il pericolo di un luogo con visibilità limitata e confini poco chiari, con tantissimi angoli ciechi. Spesso sono anche luoghi trascurati e degradati, che alimentano ulteriormente la precarietà e lo scarso senso di protezione. Insomma, non c'è da stupirsi che questi parcheggi siano prescelti per atroci delitti in diversi film horror.
A determinare che uomini e donne vivono in modo differente la paura per i parcheggi sotto i palazzi è stato un team di ricerca sudcoreano guidato da scienziati dell'Università Nazionale di Scienza e Tecnologia di Seoul, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti l'Istituto di ricerca sulla tecnologia culturale – Istituto avanzato di scienza e tecnologia della Corea di Daejeon e il Dipartimento di Architettura dell'Università di Gachon, Seongnam-si. I ricercatori, coordinati dal professor So Yeon Park, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una serie di esperimenti con la realtà virtuale. In parole semplici, hanno coinvolto 85 volontari e li hanno fatti attraversare alcuni parcheggi piloti simulati con diverse configurazioni "di ingresso, confine, struttura e illuminazione". I ricercatori hanno creato una trentina di ambienti in grafica tridimensionale e ciascun partecipante è stato fatto passare virtualmente in quattro di essi. Dopo ogni “passeggiata” è stato chiesto loro di compilare un questionario per valutare sicurezza e visibilità percepite.
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Ebbene, analizzando i dati il professor Park e colleghi hanno scoperto che i due generi vedevano minacciata la propria sicurezza da fattori diversi. “I risultati hanno rivelato che gli uomini preferivano una visione libera per migliorare il loro senso di sicurezza, mentre le donne davano priorità alla riduzione al minimo degli angoli ciechi nelle loro immediate vicinanze, considerando le recinzioni trasparenti come delimitatori spaziali che migliorano il senso di uno spazio controllato e sicuro piuttosto che come barriere visive”, hanno spiegato gli esperti nell'abstract dello studio. In altri termini, sebbene la visibilità percepita fosse il parametro più importante associato alla minaccia criminale, uomini e donne si sentivano meno sicuri per configurazioni diverse dei parcheggi. I primi si sentivano meno sicuri quando la presenza di ostacoli visivi impediva una visuale chiara di tutto l'ambiente circostante, mentre le donne avevano più paura degli elementi che davano vita ad angoli ciechi, come ingressi laterali, muri e altre strutture. Le recinzioni trasparenti, che permettevano di vedere al di là degli angoli ciechi, per le donne non erano considerate ostacoli ma barriere fisiche in grado di aumentare la sicurezza. Anche la presenza di siepi basse aveva un effetto “calmante”.
“Strategie di progettazione come avere una visibilità libera possono ridurre l'ansia criminale tra gli uomini, mentre avere recinzioni trasparenti o basse e ridurre al minimo gli angoli ciechi può mitigare la paura delle donne e aumentare la sorveglianza”, ha chiosato il professor Park in un comunicato stampa. Tener conto di queste differenze dovrebbe permette ad architetti e urbanisti di creare parcheggi piloti meno "spaventosi". I dettagli della ricerca “Gender disparities in perceived visibility and crime anxiety in piloti parking spaces of multifamily housing: A virtual reality study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers of Architectural Research.