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I nottambuli tendono a morire prima (ma la colpa è di fumo e alcol)

Lo suggeriscono i risultati di un’ampia indagine condotta in Finlandia che per 37 anni ha seguito oltre 23.000 persone: “L’aumento del rischio di mortalità è dovuto a un maggiore consumo di tabacco e alcol”.
A cura di Valeria Aiello
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Se è vero che andare a dormire a un orario normale allunga la vita, non sembra essere vero il contrario. La longevità dei nottambuli non è direttamente minacciata dall’orario in cui si va a letto, ma da cosa gli amanti della notte fanno quando gli altri dormono. Lo suggerisce un’ampia analisi condotta in Finlandia che per 37 anni ha seguito oltre 23.000 persone, per capire se è vero o meno che chi tende a restare sveglio fino a tarda notte o le primissime ore del mattino abbia un maggiore rischio di morte prematura rispetto a chi si corica a un orario normale.

I risultati dell’analisi, pubblicati sulla rivista Chronobiology International, non sembrano lasciare spazio a dubbi: l’aumento del rischio di mortalità nei nottambuli è attribuibile all’attitudine a fumare più sigarette e bere più alcolici e non all’orario in cui vanno a dormire. A sostegno di questa scoperta, i tassi di mortalità registrati nei bevitori leggeri e nei non fumatori, che non differiscono in maniera significativa tra nottambuli e mattinieri. In altre parole, la scelta di stile di vita non corretto ha un impatto sulla salute che è maggiore della tendenza ad essere una persona (un cronotipo) “serale” o “mattiniera”.

I nostri risultati – ha affermato l’autore corrispondente dello studio, il dottor Christer Hublin del Finnish Institute of Occupational Health di Helsinki – suggeriscono che c’è poco o nessun contributo indipendente del cronotipo alla mortalità. Inoltre, l’aumento del rischio di mortalità associato all’essere una persona chiaramente ‘serale’ sembra essere dovuto principalmente a un maggiore consumo di tabacco e alcol”.

Di notte più alcol e fumo: queste le cause dell'eccesso di mortalità nei nottambuli

Rispetto a ricerche precedenti, che non hanno tenuto conto delle differenze dello stile di vita dei partecipanti, rendendo difficile stabilire se andare la tendenza ad dormire tardi fosse direttamente associata a un aumento del rischio di mortalità, l’analisi del dottor Hublin e di Jaakko Kaprio, che ha co-guidato la ricerca, ha preso in esame i dati raccolti nell’ambito del Finnish Twin Cohort Study, uno studio sui gemelli coordinato dall’Università di Helsinki, in cui i partecipanti hanno risposto a questionari circa l’istruzione, il consumo giornaliero di alcol, l’abitudine al fumo, l’indice di massa corporea (BMI), malattie croniche, e completato una valutazione sul proprio cronotipo.

Nello specifico, all’inizio dello studio, nel 1981, ai partecipanti (che all’epoca avevano una media di 41 anni) è stato chiesto di scegliere tra quattro possibili risposte: “Sono chiaramente una persona mattiniera”; “Sono in una certa misura una persona mattiniera”; “Sono chiaramente una persona serale”; “Sono in una certa misura una persona serale”. Nel 2018, quando lo studio si è concluso, queste risposte sono state abbinate alle informazioni circa i decessi e le cause di morte dei partecipanti, come fornite dai registri nazionali.

Il raffronto ha indicato che, rispetto ai tipi che si erano definiti mattutini (813.123 partecipanti), i nottambuli (9.853) erano più giovani e bevevano/fumavano di più. Le persone “chiaramente serali” (2.262) avevano inoltre meno probabilità di riferire di dormire 8 ore per notte.

L’analisi, che inizialmente ha tenuto conto solo dell’età e del sesso dei partecipanti, ha indicato che il rischio di morte per qualsiasi causa è del 21% superiore nei nottambuli rispetto alle persone mattiniere. Quando però i ricercatori hanno tenuto conto anche degli ulteriori fattori che possono influenzare la mortalità (BMI, la durata del sonno auto-dichiarata, tassi di malattie croniche, consumo di alcol e abitudine al fumo) il rischio complessivo di mortalità in eccesso nei nottambuli è più che dimezzato, scendendo al 9%.

Dall’analisi è inoltre emerso che gran parte dell’eccesso di mortalità inizialmente riscontrato era causato da fumo e alcol, e non dal cronotipo. Le principali cause di morte per alcol includevano malattie correlate all’alcol e avvelenamento accidentale, risultate del 92% più alte tra le persone “chiaramente” serali rispetto a quelle “chiaramente” mattutine. D’altra parte, i decessi dovuti a tumori ai polmoni e alle vie aeree, resi più probabili dal fumo, sono stati del 78% più alti tra i nottambuli. “Queste risultanze – hanno concluso gli autori dello studio – supportano ulteriormente l’idea che fumare e bere, e non stare in piedi fino a tardi, aumentino il rischio di morte dei nottambuli”.

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