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I Neanderthal cucinavano i pasti con erbe, noci e cereali: scoperto il “forno” più antico

Smentita l’immagine dell’uomo preistorico che consumava carne cruda e ossa: i Neanderthal erano buongustai che condivano e cuocevano i pasti. Scoperti “forni” e ingredienti.
A cura di Andrea Centini
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Gli uomini di Neanderthal non solo cuocevano i propri pasti, ma li rendevano più saporiti aggiungendo condimenti vegetali di vario genere, come semi, cereali, noci ed erbe selvatiche. Dunque non mangiavano solo per nutrirsi e accumulare calorie, come un qualsiasi altro animale affamato, ma per il piacere e il gusto di farlo, esattamente come noi “Sapiens” che ci rechiamo al ristorante o in pizzeria alla ricerca di prelibatezze. A dimostrarlo i resti carbonizzati di cibo consumato 70mila anni fa nella grotta recentemente scoperta di Shanidar “Z”, sita a circa 800 chilometri da Baghdad (Iraq), nel cuore dei Monti Zagros nordoccidentali. Qui, decine di migliaia di anni fa, i nostri cugini-antenati vivevano e si riunivano innanzi a focolari che avevano tutte le caratteristiche per essere considerati i più antichi forni realizzati dall'uomo. Ne sono stati trovati diversi.

La grotta in cui sono stati trovati i resti. Credit Università di Liverpool
La grotta in cui sono stati trovati i resti. Credit Università di Liverpool

A scoprire la dieta ricca, saporita e varia dell'uomo di Neanderthal (Homo neanderthalensis) è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati dell'Università “John Moores” di Liverpool, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Archeologia, Antichità ed Egittologia dell'Università di Liverpool, della School of Natural and Built Environment della Queen's University Belfast, della Birkbeck University di Londra e del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Cambridge. I ricercatori, coordinati dal professor Chris Hunt, docente presso il Research Centre in Evolutionary Anthropology and Palaeoecology dell'ateneo di Liverpool, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i resti di cibo in un focolare trovato innanzi alla grotta di Shanidar. Dalle analisi condotte – anche attraverso la microscopia elettronica – sono emersi frammenti di gusci di noci, semi di piante selvatiche, lenticchie e senape selvatica, che molto probabilmente erano usati per insaporire le pietanze. Questa scoperta cancella l'iconica immagine dell'uomo preistorico intento a mangiare carne cruda e a rosicchiare le ossa degli animali catturati.

Analisi al microscopio dei resti di cibo. Credit: Università di Liverpool
Analisi al microscopio dei resti di cibo. Credit: Università di Liverpool

I ricercatori britannici hanno anche creato un pasto utilizzando tutti gli ingredienti trovati nel focolare, dopo averli pestati come facevano i Neanderthal – senza rimuovere lo strato esterno dei semi – e li hanno cotti. Hanno ottenuto una sorta di focaccia preistorica dal sapore di “nocciolato”. Un piatto delizioso anche se un po' amaro: altro che pezzi di carne e cartilagine insanguinati e insipidi. “Il vecchio stereotipo è che i Neanderthal fossero meno intelligenti degli umani moderni e che avessero una dieta prevalentemente a base di carne. I nostri risultati sono la prima vera indicazione della cucina complessa – e quindi della cultura del cibo – tra i Neanderthal e anche tra i primi uomini moderni, molto prima dell'agricoltura e dei ristoranti di alta cucina. I focolari di Shanidar erano la loro cucina e i campioni che abbiamo rinvenuto intorno a loro indicano che queste persone sapevano come lavorare e cucinare non solo la carne, ma anche estrarre un gustoso nutrimento da cereali selvatici, noci e semi”, ha dichiarato il professor Hunt in un comunicato stampa.

I due siti archeologici dove sono stati trovati i resti. Credit: Università di Liverpool
I due siti archeologici dove sono stati trovati i resti. Credit: Università di Liverpool

Gli scienziati hanno analizzato anche i resti di cibo consumati circa 12mila anni fa nella grotta di Franchthi in Grecia, scoprendo che questi uomini preistorici (Homo sapiens) preparavano un alimento simile al pane. Sono risultati suggestivi che indicano come la cultura culinaria affondi le radici sin nella preistoria. Recentemente gli scienziati israeliani dell'Università di Tel Aviv e del Beit Margolin – Oranim Academic College of Education hanno scoperto quelle che sono considerate le prime prove di cibi cotti da parte dell'essere umano, risalenti a 780mila anni fa. Questi cacciatori-raccoglitori cuocevano i pesci catturati nell'antico lago Hula, oggi scomparso. Alcuni studi suggeriscono che l'uomo potesse cuocere gli alimenti già 1,7 milioni di anni fa, ai tempi dell'Homo erectus, ma non ci sono prove soddisfacenti al riguardo. I dettagli della ricerca “Cooking in caves: Palaeolithic carbonised plant food remains from Franchthi and Shanidar” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Antiquity.

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