I morti per Covid sono oltre 18 milioni secondo un nuovo studio: è il triplo del dato ufficiale
Alla data odierna, venerdì 11 marzo 2022, in base alla mappa interattiva dell'Università Johns Hopkins i morti per la pandemia di COVID-19 hanno appena superato ufficialmente quota 6 milioni in tutto il mondo. Precisamente sono 6.029.828, un dato drammatico che solo un mese fa avrebbe campeggiato su tutte le prime pagine dei quotidiani, oggi occupate dai tragici eventi in Ucraina. Delle vittime del coronavirus SARS-CoV-2 quasi 160mila sono state registrate in Italia, dove ancora oggi si contano numerosissimi decessi; basti pensare che l'ultimo bollettino indica oltre 150 vittime nelle 24 ore precedenti. I dati sul computo globale dei morti, tuttavia, sarebbero un'ampia sottostima della cifra reale: secondo un nuovo studio, infatti, potrebbero essere oltre il triplo. Le stime in eccesso per le morti in tutto il mondo, infatti, indicano che ben 18,2 milioni di persone sarebbero morte per COVID al 31 dicembre del 2021.
A determinare questo dato è stato un team di ricerca internazionale composto da innumerevoli studiosi, riuniti sotto un gruppo chiamato “COVID-19 Excess Mortality Collaborators”. Gli scienziati, coordinati dal dottor Haidong Wang dell'Institute for Health Metrics and Evaluation (Stati Uniti), sono giunti alle loro conclusioni dopo aver raccolto i dati sui tassi di mortalità per tutte le cause in oltre 74 Paesi e 266 località subnazionali, diverse decine delle quali relative a nazioni con un reddito basso e medio. Sono stati inclusi anche 12 Stati dell'India. Tra le fonti consultate figurano i siti dei ministeri della salute e delle agenzia di salute pubblica, l'European Statistical Office, il World Mortality Database e lo Human Mortality Database. I ricercatori non si sono concentrati solo sui decessi mensili e settimanali che si sono registrati nel 2020 e nel 2021, nel cuore della pandemia, ma hanno raccolto anche quelli precedenti fino a 11 anni prima, per far emergere i morti in eccesso rispetto alle tendenze annuali prepandemiche. Per stimare l'effettiva mortalità legata alla diffusione del SARS-CoV-2 i ricercatori hanno utilizzato sei distinti modelli matematici, necessari perché per molti Paesi i dati erano incompleti.
Dall'indagine statistica è emerso che tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 i morti in tutto il mondo sarebbero stati 18,2 milioni (intervallo di incertezza del 95 percento, 17,1 – 19,6), poco più del triplo rispetto ai 5,94 milioni emersi dai dati ufficiali nello stesso lasso di tempo. “Il tasso globale di mortalità in eccesso per tutte le età dovuto alla pandemia di COVID-19 è stato di 120,3 decessi (113,1 – 129,3) ogni 100.000 abitanti e il tasso di mortalità in eccesso ha superato i 300 decessi per 100.000 della popolazione in 21 Paesi”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. Secondo i calcoli degli esperti il maggior numero di morti in eccesso si sarebbe registrato in Asia meridionale e in Nord Africa, seguiti da Medio Oriente ed Europa Orientale.
A livello di singoli Stati il maggior numero di decessi è stato registrato in India (4,07 milioni [3,71 – 4,36]), seguita da Stati Uniti (1,13 milioni [1,08 – 1,18]), Russia (1,07 milioni [1,06 – 1,08]), Messico (798.000 [741.000 – 867.000]), Brasile (792.000 [730.000 – 847.000]), Indonesia e altri. Il tasso di mortalità in eccesso risulta più alto in Russia, con 374,6 decessi per 100mila abitanti, seguita da Messico (325,1 decessi per 100mila abitanti), Brasile (374,6 decessi per 100mila abitanti) e Stati Uniti (179,3 decessi per 100mia abitanti). I ricercatori sottolineano in un comunicato stampa che le significative differenze tra i dati ufficiali e quelli stimati dai modelli statistici possono risiedere in un ridotto numero di diagnosi, a causa della carenza di tamponi e problemi nella segnalazione dei casi positivi. I dettagli della ricerca “Estimating excess mortality due to the COVID-19 pandemic: a systematic analysis of COVID-19-related mortality, 2020–21” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The Lancet. Un precedente articolo pubblicato su Nature aveva calcolato un numero di decessi quadruplo rispetto al dato ufficiale.