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I “misteriosi” missili Iskander che Putin sta usando in Ucraina rilasciano esche anti-radar

Si tratta di dispositivi in grado di eludere i sistemi di difesa aerea e antimissilistica che verrebbero rilasciati dai missili Iskander-M quando intercettati.
A cura di Valeria Aiello
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Un Iskander-M lanciato nel 2018 nel sito di prova russo di Kapustin Yar / Wikipedia.
Un Iskander-M lanciato nel 2018 nel sito di prova russo di Kapustin Yar / Wikipedia.

I missili Iskander-M, la variante del sistema balistico mobile a corto raggio utilizzato dalle forze armate russe in Ucraina, avrebbero una “misteriosa” peculiarità che spiegherebbe perché le armi di difesa aerea ucraine stanno avendo difficoltà a intercettarli: oltre ad effettuare manovre evasive nella fase terminale del volo, sarebbero in grado di rilasciare dispositivi in grado di eludere i sistemi radar e antimissilistici, simili alle esche anti-radar della Guerra Fredda. Lo riporta il New York Times, citando fonti dell’intelligence americana, secondo cui questi dispositivi, della lunghezza di circa 30 centimetri, vengono sganciati dai missili Iskander-M che Putin sta lanciando da basi mobili attraverso il confine, quando tali missili rilevano di essere stati presi mira dai sistemi di difesa aerea. Ogni dispositivo produrrebbe “segnali radio in grado di confondere i radar che tentano di localizzare l’Iskander-M e conterrebbero una fonte di calore in grado di attirare i missili in arrivo” ha affermato un funzionario dell’intelligence che li ha descritti mantenendo l’anonimato, in quanto non autorizzato a parlarne pubblicamente.

Esche anti-radar sui missili Iskander-M

Tecnicamente, non si tratterebbe dunque di sottomunizioni con un rischio esplosivo, ma di dispositivi esca associati ai missili Iskander-M come contromisura all’intercettazione radar e missilistica. In assenza di conferme ufficiali, l’esca è stata soprannominata 9B899 e descritta sulla base di fotografie di dispositivi a forma di dardo, di colore bianco con una coda arancione, che da circa due settimane circolano sui social. Alcune di queste immagini sono state condivise su cat-uxo.com, un sito per esperti di smaltimento di bombe militari e civili.

Come premesso, questi dispositivi sono simili alle esche della Guerra Fredda, chiamate “aiuti alla penetrazione” che accompagnavano le testate nucleari degli Anni 70 per eludere i sistemi antimissilistici. L’utilizzo in missili come l’Iskander-M, che hanno invece testate convenzionali, non era stata precedentemente documentata, ma si ritiene che l’esca sia posizionata nella parte posteriore del missile e rilasciata per penetrare i sistemi di difesa. Questi dispositivi consentirebbero dunque agli Iskander-M russi, che hanno una portata massima di 500 km e viaggiano a una velocità ipersonica di 2100–2600 m/s (Mach 6–7) di raggiungere i propri obiettivi senza essere intercettati.

Nel momento in cui le persone hanno inventato i missili, le persone hanno iniziato a cercare un modo per abbatterli e nel momento in cui le persone hanno iniziato a cercare un modo per abbatterli, le persone hanno iniziato a pensare agli aiuti alla penetrazione – ha commentato Jeffrey Lewis, professore di non proliferazione presso il Middlebury Institute of International Studies a Monterey, in California – . Ma non li abbiamo mai visti perché sono altamente segreti: se sai come funzionano, puoi contrastarli”.

L'uso delle esche potrebbe indicare un certo livello di negligenza o urgenza da parte della leadership militare russa, ha aggiunto Lewis, dato che la Russia sa che saranno inevitabilmente raccolte e studiate dai servizi di intelligence occidentali in modo che le difese aeree della NATO possano essere preparate a sconfiggerle. D’altra parte, ha affermato l’esperto, è altamente improbabile che gli Iskander che la Russia ha venduto ad altri Paesi contengano queste esche. “Questo mi suggerisce che i russi attribuiscano un certo valore al mantenere quella tecnologia riservata e che questa guerra è abbastanza importante per loro da rinunciarvi”.

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