I jet privati dei super ricchi emettono sempre più CO2, +46% in 4 anni: “Voli privati da regolamentare”
La crisi climatica è considerata la principale minaccia esistenziale per l'umanità, eppure a contribuire in modo significativo al suo peggioramento vi è solo una percentuale ridotta della popolazione mondiale. Tra i più grandi emetittori di CO2 (anidride carbonica), il principale gas climalterante alla base dell'effetto serra che innesca il riscaldamento globale, vi sono infatti i super ricchi che si spostano a bordo dei loro lussuosissimi jet privati da milioni e milioni di Euro. Stiamo parlando dello 0,003 percento dell'umanità. Un nuovo studio li ha inchiodati alle loro gravi responsabilità, facendo emergere che i voli privati di piacere e lavoro nel solo 2023 hanno prodotto 15,6 milioni di tonnellate di CO2, quanto un Paese intero come la Slovenia. Queste emissioni sono aumentate quasi del 50 percento in quattro anni, nonostante si parli da tempo del problema degli aerei privati.
A determinare l'ingiustificabile (e insopportabile) computo delle emissioni di anidride carbonica dell'aviazione privata è stato un team di ricerca internazionale guidato da uno scienziato della School of Business and Economics dell'Università Linneo di Kalmar (Svezia), che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi con l'Università di Scienze Applicate di Monaco (Germania) e la società danese Jorge Leitão di Copenaghen. I ricercatori coordinati dal professor Stefan Gössling sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati dei tempi di volo di circa 26.000 aerei privati (una settantina di modelli diversi) e di oltre 18,6 milioni di voli individuali nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023. È stato scoperto che le emissioni di CO2 dei jet privati per il solo 2023 sono state di in media pari a 3,6 tonnellate per ogni singolo volo, per un totale di ben 15,6 milioni di tonnellate. Ciò, come indicato, equivale alle emissioni di interi Paesi.
I ricercatori hanno anche scoperto che circa la metà di tutti questi voli (il 47 percento) è stata inferiore ai 500 chilometri, quindi tratte relativamente brevi che potevano benissimo essere coperte con un treno o magari con voli di linea interni. Gli Stati Uniti sono stati il Paese con più voli privati in assoluto; qui infatti è concentrato il 70 percento dell'aviazione privata. Il dato peggiore risiede nell'aumento delle emissioni tra il 2019 e il 2023, con un balzo del 46 percento. I picchi di emissioni sono stati registrati in occasioni di eventi internazionali particolarmente rilevanti, come ad esempio i mondiali di calcio in Qatar nel 2022, con quasi 1.900 voli privati e 14.700 tonnellate di CO2 emesse. Paradossalmente anche eventi come la COP28 di Dubai ha innescato oltre 600 voli privati per quasi 5.000 tonnellate di CO2 emesse. Molti voli si concentrano in estate verso famose mete turistiche e nel weekend, segnale che si tratta fondamentalmente di viaggi di piacere.
Secondo un rapporto di Transport and Environment i jet privati inquinano fino a 14 volte in più rispetto agli aerei commerciali per ogni passeggero a bordo e cinquanta volte in più dei treni. Ogni super ricco con un jet privato emette 500 volte più CO2 di una persona media. Viviamo un momento cruciale in cui il taglio delle emissioni deve essere drastico e il più rapido possibile, se non vogliamo subire le conseguenze più gravi e irreversibili del cambiamento climatico, eppure c'è un settore che riguarda solo una piccolissima percentuale responsabile dell'emissione di una quantità mostruosa di carbonio in atmosfera. Per questo il professor Gössling e colleghi sottolineano la necessità di introdurre una regolamentazione “per affrontare il crescente impatto climatico del settore”. I dettagli della ricerca “Private aviation is making a growing contribution to climate change” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment.