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I gatti che vivono insieme imparano il nome dei loro amici felini

Lo ha scoperto un team di ricerca giapponese che ha esaminato le capacità cognitive di 48 gatti che convivevano con almeno altri due animali domestici in casa o in un gattile.
A cura di Valeria Aiello
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I gatti imparano e riconoscono non solo il proprio nome ma anche quello degli altri felini con cui vivono. Lo ha scoperto un team di ricerca coordinato dagli studiosi dell’Università di Kyoto, in Giappone, esaminando le capacità cognitive di 48 gatti che convivevano con almeno altri due animali domestici in casa o in un gattile. La loro indagine, pubblicata nel dettaglio in uno studio su Scientific Reports, ha rivelato che i gatti collegano il nome di altri gatti con cui hanno familiarità e sembra possano anche conoscere i nomi delle persone che vivono nella stessa famiglia.

Per decodificare le loro capacità cognitive, a tutti i gatti coinvolti nello studio è stata mostrata una foto di uno degli gatti con cui convivevano e, nel corso del test, una registrazione vocale pronunciava ad alta voce il nome dell’animale raffigurato nell’immagine, oppure un nome diverso. Gli studiosi si sono dunque concentrati sulla reazione degli animali, osservando che quando il nome dell’animale e l’immagine mostrata non corrispondevano, i gatti domestici tendevano a fissare l’immagine per più tempo, una reazione che secondo i ricercatori indicava un “effetto di violazione dell’aspettativa”. I gatti del gattile, invece, non hanno mostrato alcuna particolare differenza nelle loro reazioni, probabilmente perché nelle strutture, essendoci più gatti, il nome di ciascuno viene pronunciato meno frequentemente.

Quanto abbiamo scoperto è sorprendente – ha affermato Saho Takagi, ricercatrice in scienze animali presso l’Università di Azabu nella prefettura di Kanagawa, vicino a Tokyo, che ha partecipato allo studio quando lavorava all’Università di Kyoto – . Vorremmo che le persone sappiano la verità: anche se i felini non sembrano ascoltare le conversazioni delle persone, in realtà lo fanno”.

In un secondo esperimento, i ricercatori hanno utilizzato le immagini di persone come stimolo per i gatti domestici. In questo caso, ai mici di casa sono state mostrate foto di membri della famiglia e allo stesso tempo sono stati pronunciati i loro nomi corretti oppure errati. Anche in questo caso, quando c’era una discrepanza tra immagine e nome, i gatti hanno fissato per più tempo l’immagine, in particolare quando gli animali testati avevano vissuto per più tempo in famiglia e le famiglie stesse erano più numerose. “La nostra interpretazione dei risultati è che i gatti che vivono con più persone hanno più opportunità di sentire i loro nomi rispetto ai gatti che vivono in famiglie meno numerose – hanno spiegato gli studiosi – . Vivere con una famiglia per un tempo più lungo aumenta questa esperienza”.

In altre parole, la frequenza e il numero di esposizione agli stimoli possono rendere più probabile l’associazione nome-volto nei gatti. “Credevamo che i gatti fossero indifferenti alle cose che non ‘non li avvantaggiamo’, ma abbiamo imparato che prestano attenzione alla comunicazione tra i loro coinquilini umani e i felini – ha aggiunto Takagi – . Andando avanti, vogliamo studiare come i gatti imparano i nomi e i volti degli altri gatti e come sviluppano tale associazione nel loro ambiente di vita”.

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