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I due gemelli che parlano ancora la lingua inventata da bambini: cos’è la criptofasia

Matthew e Michael Youlden sono due gemelli eterozigoti di Manchester, Regno Unito. Come succede a molti bambini, soprattutto tra i gemelli, durante i loro primi anni di vita i due fratelli hanno iniziato a comunicare una loro lingua, comprensibile solo a loro. A differenza della maggior parte dei bambini però, Michael e Matthew hanno conservato la loro lingua e la parlano tutt’ora che sono adulti.
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Foto dal profilo professionale di Michael e Matthew Youlden (Superpolyglotbros)
Foto dal profilo professionale di Michael e Matthew Youlden (Superpolyglotbros)

Esiste una lingua parlata in tutto il mondo da sole due persone. Si chiama Umeri e l'hanno inventata due gemelli inglesi quando erano poco più neonati. Matthew e Michael Youlden hanno 41 anni e parlano ben 25 lingue, l'Umeri è la ventiseiesima. In realtà, inventare una lingua esclusiva è una cosa che accomuna molti bambini.

Gli specialisti del linguaggio la chiamano "criptofasia", letteralmente "discorso nascosto", ovvero un linguaggio fatto di suoni, parole inventate e gesti, con cui i bambini comunicano tra di loro e accessibile a nessun altro.  Si stima che almeno il 40% dei gemelli ne sviluppi uno tutto loro. Tuttavia, la maggior parte dei bambini, crescendo, dimentica la loro lingua segreta. Matthew e Michael rappresentano una rara eccezione.

La storia di Matthew e Michael

Matthew e Michael hanno sviluppato la loro lingua da bambini. Poi crescendo, forse complice anche la loro passione e propensione alle lingue – oggi l'insegnamento delle lingue è diventato il loro lavoro – hanno pensato che sarebbe stato un peccato perderla, quindi hanno deciso di codificarla, mettendola per iscritto. A un certo punto hanno pensato perfino di creare un loro personale alfabeto, sebbene non abbiano mai trasformato l'idea in realtà.

Oggi, Michael e Matthew, sebbene vivano lontani – il primo vive infatti a Gran Canaria e il secondo nei Paesi Baschi – continuano a comunicare tra di loro ancora attraverso l'Umeri. "Non abbiamo continuato a parlare l'Umeri perché volevamo tenere nascoste le nostre conservazioni – hanno spiegato alla Bbc – ma perché per noi aveva un valore sentimentale, in quanto riflette il legame profondo che ci unisce essendo gemelli omozigoti".

Il fenomeno della criptofasia

La professoressa Nancy Segal, che guida il Twin Studies Center della California State University, ha studiato a lungo le modalità comunicative che possono instaurarsi tra i gemelli durante i loro primi anni di vita. Al termine criptofasia preferisce usare l'espressione di "comunicazione verbale condivisa", spiegando che è un fenomeno molto più complesso di quello che si potrebbe pensare.

Secondo la studiosa, più che una lingua inventata si tratterebbe infatti di un'imitazione ancora non riuscita della lingua ascoltata dai bambini. I gemelli quindi "non inventerebbero una nuova lingua, ma tenderebbero a produrre forme atipiche della lingua a cui sono esposti". Lo proverebbe il fatto che anche se agli adulti risulta incomprensibile, i bambini la usano anche per rivolgersi a loro.

Perché gli altri gemelli la dimenticano 

Se la domanda è: come mai tutti (o quasi) i gemelli dimenticano la loro lingua inventata, a Matthew e Michael non è successo? La risposta secondo i due gemelli sarebbe anche nell'approccio che i loro genitori hanno avuto da sempre con loro. Secondo loro, uno dei fattori che porta la maggior parte dei gemelli a dimenticarla potrebbe essere il senso di imbarazzo e vergogna che spesso prova chi parla una lingua minoritaria all'interno di un certo contesto linguistico prevalente. Un imbarazzo che i gemelli Youlden non hanno mai provato, anche perché – raccontano – per i loro genitori era normalissimo che facessero "quella cosa della lingua inventata".

Anche secondo la professoressa Segal questo modo di comunicare tra gemelli non ha nessun rischio e non c'è bisogno che i genitori lo scoraggino. È invece importante – spiega l'esperta – parlare con i gemelli singolarmente, perché, rispetto agli altri bambini, vengono più spesso lasciati da soli. Questo non è un male, ma può diventarlo qualora comunichino quasi sempre tra di loro, senza quindi poter ascoltare e fare propria la lingua degli adulti.

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