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La medica boccia la pratica usata da Martinenghi alle Olimpiadi: “Il cupping non è una tecnica scientifica”

Quando è salito a ritirare la medaglia d’oro per i 100m rana alle Olimpiadi di Parigi 2024, tutti hanno notato sulla schiena di Nicolò Martinenghi dei strani cerchi scuri. Sono i segni della coppettazione, una tecnica della medicina tradizionale cinese che dovrebbe alleviare il dolore. Tuttavia, gli studi condotti finora non sono riusciti ancora a provarne l’effettiva efficacia.
Intervista a Alice Rotelli
Chirurga vascolare
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Chi ha seguito le prime gare di nuoto alle Olimpiadi di Parigi 2024 non avrà potuto non notare quegli strani cerchi scuri sulle spalle di Nicolò Martinenghi, prima medaglia d'oro dell'Italia in questa edizione dei giochi, strappata nei 100 metri rana. Sui social molte persone si sono chieste che cosa fossero: si tratta dei segni lasciati da una particolare tecnica utilizzata da secoli nella medicina tradizionale cinese per diversi disturbi.

In italiano è nota con il nome di "coppettazione", ma nel resto del mondo viene chiamata "cupping". Il nome deriva dalle modalità con cui viene eseguita: vengono applicate delle coppette di vetro sulla pelle che esercitano un'azione di suzione, ovvero una sorta di risucchio, come se fossero tante piccole ventose. Sebbene prometta e venga tutt'ora utilizzata – spiega la Fondazione Humanitas – come terapia antalgica e miorilassante, cioè per allentare il dolore e il tono muscolare, nella letteratura scientifica mancano prove solide della sua efficacia.

Cosa dicono gli studi in materia

Un articolo della rivista ufficiale della Harvard Medical School chiarisce che gli studi oggi disponibili "non sembrano aver risposto in modo convincente". Nello specifico, una revisione del 2023 ha raccolto alcune prove dell'efficacia della coppettazione nel "fornire un certo sollievo per una serie di condizioni muscoloscheletriche e legate allo sport, tra cui il dolore al collo e alla schiena", eppure la qualità delle prove anche in quel caso era "limitata". Attenzione, questo non significa questa tecnica sia rischiosa per la salute – lo stesso articolo di Harvard specifica che "la maggior parte degli esperti concorda sul fatto che la coppettazione sia sicura" – ma che non possiamo essere certi del fatto che funzioni.

In queste ore se ne sta parlando molto e nel dibattito si sono inseriti anche diversi professionisti e medici. Una di queste è la dottoressa Alice Rotelli, chirurga vascolare, che in un suo post ha definito la coppettazione una pratica "pseudoscientifica", non priva di possibili effetti collaterali. A Fanpage.it ha spiegato le ragioni del suo punto di vista.

Perché definisce la coppettazione una pratica "pseudoscientifica"?

La coppettazione è pseudoscientifica e non scientifica perché si tratta di un trattamento che in realtà non ha un riscontro dimostrato attraverso il metodo scientifico. Non ci sono prove che dimostrino la sua efficacia e gli studi condotti finora sugli eventuali benefici hanno ottenuto risultati molto nebulosi e con diversi limiti, ad esempio si basano su campioni piuttosto ristretti o si riferiscono a singoli casi.

Allora perché viene utilizzata, anche da molti sportivi?

Nonostante questa mancanza di prove certe, viene utilizzata soprattutto sugli sportivi per ridurre stati di dolore dovuti ad esempio a contratture o stati di infiammazione.

Se la persone, tra cui una medaglia olimpica, continuano a ricorrervi, forse funziona davvero?

Non dimentichiamoci che esiste l'effetto placebo. La maggior parte dei trattamenti o delle terapie che rientrano nell'ambito delle "pseudoscienze" si basano molto sull'effetto placebo, per questo è così difficile distinguere un eventuale effetto fisico reale da un condizionamento psicologico. L'omeopatia, che è stata ufficialmente smentita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si basava completamente sull'effetto placebo.

Un altro tema da tenere in considerazione riguarda il fatto che di solito questa tecnica viene eseguita in combinazione con messaggi specifici e altre terapie. Quindi stabilire quale delle tecniche abbia davvero migliorato il dolore diventa molto difficile.

Qualcuno ha risposto al suo post, sostenendo che anche se fosse solo per effetto placebo, se funziona, perché non la dovremmo utilizzare?

Sono i medici e i professionisti sanitari che non dovrebbero prescriverla semplicemente perché non avendo prove scientifiche della sua efficacia non è etico utilizzarla sui pazienti.

Ci sono dei rischi legati a questa pratica?

In realtà la procedura è abbastanza sicura e non ci sono rischi davvero significativi, soprattutto se è eseguita da professionisti. Gli unici effetti collaterali sono quelli che vediamo sulla spalle dei nuotatori, ovvero questi cerchi violacei e scuri, che altro non sono che degli ematomi dovuti alla rottura dei capillari.

Eppure ha sentito il bisogno di mettere in guardia sull'effettiva efficacia, perché?

Il problema non è il singolo nuotatore professionista, ma l'effetto emulativo che potrebbe innescare nelle persone comuni. Mi metto nei loro panni: vedere un campione olimpico utilizzare questa tecnica induce a fidarsi e a pensare che funzioni. In questi giorni ho visto diversi post di fisioterapisti che propongono la coppettazione tra i propri servizi, approfittando quindi del momento e del fatto che se ne stia parlando. Ma è davvero corretto proporre un trattamento la cui efficacia non ha riscontri nella letteratura scientifica?

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