I detriti che cadono dal cielo sono diventati un problema: cosa sta succedendo con la spazzatura spaziale
A marzo 2024, un pezzo della Stazione spaziale internazionale (Iss) si è schiantato sul tetto di una casa in Florida. Solo qualche mese dopo, a maggio, un frammento di oltre 40 chili di uno dei veicoli Dragon di Space X è finito su un resort della Carolina del Nord. In nessuno di questi casi ci sono stati feriti gravi, ma la frequenza con cui incidenti di questo tipo si stanno verificando non va sottovalutata.
A portare l'attenzione sull'argomento è il Center for Orbital and Reentry Debris Studies (Centro per gli studi sui detriti orbitali e da rientro) della Aerospace Corporation, organizzazione non a scopo di lucro che si occupa di ricerca e assistenza ai progetti di esplorazione spaziale per clienti di diversa natura: il direttore esecutivo Marlon Sorge ha detto al giornale Ars Technica che stiamo sottovalutando i rischi legati alla spazzatura spaziale: in tutti gli incidenti – ce ne sono stati diversi negli ultimi due anni – che hanno coinvolto detriti spaziali, secondo le previsioni gli oggetti finiti sulla Terra avrebbero dovuto distruggersi entrando nell'atmosfera. Invece così non è stato ed è molto probabile che con la corsa alla conquista dello Spazio questi episodi aumenteranno sempre di più.
I rischi della spazzatura spaziale
Secondo gli esperti dell'Aerospace Corporation bisogna intensificare gli studi sul destino degli oggetti che dopo essere staccati da satelliti, navicelle e quant'altro invieremo nello Spazio rientrano nello spazio terrestre. È infatti evidente che non tutti i detriti siano costruiti davvero in modo da autodistruggersi qualora rientrino sulla Terra.
Insomma, la spazzatura spaziale è un problema. Lo hanno ammesso anche le principali agenzie spaziali, come Esa e Nasa. A proposito dei diversi frammenti originari della navicella Dragon di Space X ritrovati in diversi punti della Terra (in Australia e nel Colorado), la Nasa ha ammesso che secondo le loro previsione avrebbero dovuto bruciare a contatto con l'atmosfera.
"Durante la sua progettazione iniziale avevamo previsto che il tronco della navicella spaziale Dragon si sarebbe bruciato completamente", ha detto la Nasa in una dichiarazione.
Niente allarmismi, ma giusta prudenza
Certo, specificano gli esperti, se consideriamo che quasi tre quarti della superficie terrestre sono coperti d'acqua, è statisticamente difficile che un oggetto di ritorno sulla Terra finisca proprio su un'abitazione o, peggio, ferisca una persona: secondo l'Esa il rischio annuale che quest'ultima eventualità si verifichi è davvero molto basso, inferiore a 1 su 100 miliardi.
Ciò non significa che il problema vada trascurato o non possa peggiorare. Ecco perché, dopo gli incidenti verificatisi con i detriti di Dragon, la Nasa e Space X hanno annunciato che intensificheranno le loro ricerche su questo ambito, sfruttando le informazioni ricavate proprio dallo studio dei detriti rinvenuti finora.