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I cibi (che non ti aspetti) in cui si trovano tracce di maiale: quali sono e come riconoscerli

Prodotti che sembrano vegetariani e, in alcuni casi, vegani, ma che in realtà contengono ingredienti di origine animale, in particolare derivati dal maiale: ecco quali sono.
A cura di Valeria Aiello
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Che sia per motivi etici, di salute o di religione, evitare i cibi contenenti maiale si sta rivelando una scelta alimentare sempre più difficile da perseguire. Non basta infatti non mangiare carne suina per essere sicuri di aver escluso completamente il consumo di maiale dalla propria alimentazione, visto che molti prodotti – che a prima vista ci sembrano vegani o vegetariani possono contenere ingredienti di origine animale, spesso derivati dal maiale.

Il recente caso degli snack venduti come vegani ma risultati addirittura contaminati dalla peste suina è chiaramente una truffa alimentare che ha fatto partire controlli a tappeto in tutta Italia. Ma anche senza inoltrarci in settori come il commercio illegale, ci sono moltissimi prodotti di largo consumo per cui non possiamo escludere del tutto l’impiego di derivati del maiale. Ecco quali sono e come fare a riconoscerli.

Quali sono i cibi che possono contenere tracce di maiale

Il rischio di incorrere nel consumo di cibi con tracce di maiale è più alto quando scegliamo prodotti trasformati, ovvero quegli alimenti che subiscono un processo di trasformazione industriale. In altri casi, possono però esserci anche alimenti che ci sembrano veg ma che in realtà “nascondono” ingredienti di origine animale, uno su tutti lo strutto, il grasso di maiale che viene ampiamente impiegato in dolci, pane e focacce. Occhio perciò all’etichetta – o al cartello degli ingredienti (che deve essere obbligatoriamente esposto) – e vediamo insieme quali sono i cibi che possono contenere derivati di maiale.

  • Gelati: possono contenere gelatina alimentare di origine animale, che può essere ricavata dai suini o da bovini, impiegata per regolare la cristallizzazione dello zucchero e rallentare il processo di scioglimento
  • Burro: può contenere gelatina di origine animale, che viene utilizzata come addensante per migliorare la consistenza.
  • Birra: anche in questo caso, nella produzione può essere impiegata la gelatina, utilizzata come chiarificante: reagisce con le sostanze amare e i tannini per assorbire gli elementi torbidi, lasciando la bevanda limpida. In alcuni casi, viene impiegata anche come chiarificatore nel vino.
  • Succhi di frutta: come per birra e vino, la gelatina alimentare viene spesso impiegata per assorbire gli elementi torbidi e ottenere una bevanda limpida.
  • Yogurt: in alcuni yogurt viene utilizzato il calcio derivato dalle ossa di maiale.
  • Barrette energetiche: il collagene di maiale è spesso una fonte di proteine utilizzata in questi prodotti e negli integratori per il body building.
  • Formaggio cremoso: la gelatina di maiale può essere utilizzata come stabilizzante.
  • Panna montata: anche in questo caso, la gelatina può essere impiegata per conferire consistenza alla panna.
  • Caramelle e gomme da masticare: la gelatina è spesso impiegata legante, gelificante e per garantire la giusta consistenza.
  • Dolci, preparazioni per dolci, marmellate, torte e budini: possono contenere gelatina alimentare.

Come riconoscere i cibi con gelatina alimentare (E441)

Da quanto detto, appare evidente che capire se un alimento contiene tracce di maiale oppure è pork free può essere difficile, spesso perché gran parte del cibo che finisce sulle nostre tavole è così trasformato che alcuni derivati possono trovarsi in prodotti in cui non ci verrebbe in mente di cercarli. È quindi essenziale saper leggere le etichette e, nel caso della gelatina alimentare che – come abbiamo visto – è il derivato più frequentemente impiegato, conoscere qual è la sigla con cui questo prodotto appare nella lista degli ingredienti.

In Italia, così come nell’Unione Europea, la gelatina alimentare di origine animale è indicata con la sigla E441: anche se viene chiamata “colla di pesce”, è in realtà la gelatina che si ricava da cotenne, tessuti sottocutanei o altre parti di animali, come bovini e suini. Oltre che nei cibi, può essere presente anche nei medicinali, come involucro di compresse rivestite o di capsule. Ma per chi già vede E441 ovunque, è bene sapere che esiste anche la gelatina alimentare di origine vegetale: è l’agar (sigla E406).

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