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I casi di morbillo in Italia continuano ad aumentare: cosa dicono i dati dell’Iss

Al momento non esiste un trattamento antivirale specifico per il morbillo. L’arma più efficace è la vaccinazione, che protegge per tutta la vita.
A cura di Elisabetta Rosso
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Aumentano ancora i casi di morbillo in Italia. Secondo il nuovo bollettino mensile del sistema di sorveglianza nazionale dell'Istituto superiore di sanità (Iss), dal 1 gennaio al 31 agosto 2024, nel Paese "sono stati notificati 864 casi di morbillo (22 casi per milione di abitanti) di cui 53 nel mese di agosto 2024″. Il morbillo è una malattia infettiva altamente contagiosa e può esporre a un alto rischio di complicanze, anche gravi. È causato da un virus del genere Morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae) che si trasmette principalmente per via aerea. 

Le campagne vaccinali in Italia dei decenni scorsi avevano portato l'incidenza del morbillo a toccare i minimi storici verso la fine degli anni Novanta. Negli ultimi anni però i casi sono aumentati e, secondo gli esperti, nel 2024 potrebbe verificarsi una nuova epidemia.

Come ha spiegato a Fanpage.it la pediatra Elena Bozzola già ad aprile "possiamo parlare di un'impennata di casi che mette in pericolo principalmente i nati prima del 2017, quando cioè la vaccinazione non era obbligatoria. Anziani e pazienti con patologie pregresse o concomitanti sono le categorie cui prestare maggiore attenzione."

L’infezione si manifesta con sintomi come febbre alta, tosse, naso che cola e congiuntivite, ai quali fa seguito una fase eruttiva, caratterizzata dalla comparsa del tipico esantema maculopapulare, un’eruzione cutanea che si manifesta prima sul viso, dietro le orecchie e ai lati del collo, e che in un paio di giorni si estende al tronco e alle estremità. Come spiegato nel bollettino, "lo stato vaccinale è noto per il 93,6% dei casi segnalati, di cui l'89,9% erano non vaccinati al momento del contagio. Tra i casi segnalati, 68 sono operatori sanitari, di cui 50 non vaccinati mentre le complicanze più frequentemente riportate sono state epatite/aumento delle transaminasi, polmonite e un caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato".

Dove si sono verificati i casi di morbillo

"Il 90,3% del totale dei casi segnalati nel periodo è stato confermato in laboratorio e il 7,2% sono casi importati. Sono 17 le Regioni e province autonome che hanno segnalato casi dall'inizio dell'anno, di cui otto (Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Sicilia, Campania, Toscana, Abruzzo, Liguria) hanno riportato complessivamente il 90,7% dei casi. In Abruzzo è stata osservata l'incidenza più elevata (52,0/milione abitanti)", spiega il report.

La malattia ha colpito bambini ma anche adulti, l'età media calcolata è di 30 anni. "Oltre la metà dei casi (53%) sono adolescenti o giovani adulti e un ulteriore 23,9% ha più di 40 anni di età. Tuttavia, l'incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto ai 5 anni d'età e sono stati segnalati 41 casi in bambini con meno di un anno di età, troppo piccoli per essere vaccinati", conclude l'Iss.

Chi sono i soggetti più a rischio

Tra i soggetti più a rischio ci sono gli adulti di età superiore ai 20 anni, i bambini sotto i 5 anni di età, le donne in gravidanza e le persone con un sistema immunitario compromesso. Se infettati potrebbero riscontrare danni ai polmoni o a livello neurologico. Le complicanze del morbillo includono anche infiammazione del fegato (epatite transitoria) e panencefalite sclerosante subacuta (PESS), una patologia cerebrale progressiva che può manifestarsi mesi o anni dopo l’infezione.

Nel mondo, ancora oggi, il virus infetta circa 10 milioni di persone, provocando 100.000-200.000 morti ogni anno. Al momento non esiste un trattamento antivirale specifico per il morbillo. L’arma più efficace è la vaccinazione, che protegge per tutta la vita.

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