I campioni dell’asteroide Bennu svelano un nuovo segreto sul “mondo perduto” da cui proviene
"Un antico, piccolo e primitivo mondo oceanico". Il comunicato pubblicato dalla Nasa definisce così il pianeta da cui secondo le prime analisi si sarebbe staccato l’asteroide Bennu, nome scientifico 101955 Bennu. L’Agenzia spaziale degli Stati Uniti ha diffuso nuove informazioni sui campioni di roccia raccolti sull’asteroide nella missione Osiris-Rex e arrivati sulla Terra nel settembre del 2023.
Nelle ultime analisi, in particolare, è emerso un elemento specifico che ha sorpreso i ricercatori. Nel campione è stato ritrovato anche del fosfato di magnesio e di sodio, un elemento che non era stato rilevato dalla sonda atterrata sull’asteroide. Un elemento che è essenziale per la presenza della vita su un pianeta.
Il ruolo dei fosfati nella costruzione della vita
Secondo la Nasa i fosfati idrosolubili fanno parte della “biochimica di tutta la vita conosciuta oggi sulla Terra”. A colpire gli scienziati è la purezza del campione: “Il fosfato di magnesio-sodio rilevato nel campione di Bennu si distingue per la sua purezza, ovvero per la mancanza di altri materiali. Non ci sono precedenti in qualsiasi altro campione di meteorite”.
Questi ingredienti quindi confermano la teoria secondo cui Bennu si sarebbe staccato da un mondo umido, un pianeta oceanico che con buona probabilità ormai è scomparso da tempo: “La presenza e lo stato dei fosfati, insieme ad altri elementi e composti su Bennu, suggeriscono un passato acquoso per l’asteroide”.
La missione Osiris-Rex
Il 24 settembre del 2023 la capsula della missione Osiris-Rex è entrata nell’atmosfera terrestre. Un contenitore di metallo che per gli appassionati di manga è discretamente simile alle navicelle con cui i Sayan viaggiavano nello Spazio. Dentro non c’era nessun guerriero con la coda di scimmia ma qualche frammento di un asteroide recuperato con una missione iniziata anni prima.
La missione Osiris-Rex è iniziata nell’ottobre del 2016 da Cape Canaveral, in Florida. È stata una missione molto complessa, visto che la sonda è atterrata sull’asteroide Bennu solo quattro anni dopo, nell’ottobre del 2020. Qui ha raccolto poco più di 121 grammi di rocce riportate poi sulla Terra.