I botti di Capodanno uccidono cani, gatti e animali selvatici: usarli è stupido e sbagliato
Nonostante il fiume di ordinanze e divieti per arginare l'uso dei botti e prevenire le disastrose conseguenze che hanno sugli animali, tra la notte di San Silvestro e Capodanno si registrano ogni anno vere e proprie stragi. Basti pensare che nelle 48 ore tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 furono ben 400 i cani e i gatti morti o dispersi a causa di questa usanza anacronistica, come riportato dall'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA). In tutto, a causa dello spavento provocato dalle esplosioni, scapparono di casa oltre 1.800 tra cani e gatti. Ma gli amici a quattro zampe che vivono con noi non sono le uniche vittime provocate da petardi, fuochi d'artificio e affini; anzi, si tratta della punta dell'iceberg, considerando gli effetti devastanti sulla fauna selvatica molto più sensibile ed esposta. Si ricordi il massacro degli storni a Roma lo scorso Capodanno, quando ne morirono a centinaia impattando contro i cavi dell'alta tensione. Fu l'esito drammatico di una fuga improvvisa e disperata dal fragore dei botti, fra l'altro vietati da un'ordinanza dell'ex sindaco Virginia Raggi rimasta inascoltata.
A spiegare le terribili conseguenze di questa "tradizione" è lo zoologo Davide Ruffino in un articolato post su Facebook, in cui condanna senza mezzi termini chi si diverte in questo modo. “Uccelli e mammiferi dispongono di un udito particolarmente fino e sviluppato, e se un predatore notturno – peloso o piumato che sia – percepisce i passi di un topo a 30 metri di distanza, proviamo a immaginare cosa possono significare botti e fuochi di artificio per loro. La fiera dell'infarto. Animali che muoiono letteralmente di spavento, con gli altissimi livelli di stress che fanno scoppiare il cuore a queste sventurate forme di vita facendole collassare, spesso morire, in pochi istanti”, spiega lo scienzato. “Gli uccelli diurni riuniti spesso a dormire in posatoi – prosegue il dottor Ruffini – , si svegliano di soprassalto a causa dei rumori e delle luci. La paura li disorienta al punto da farli volare all'impazzata: finiscono spesso per sbattere contro infrastrutture come finestre, vetrate, pali e pareti, morendo per l'impatto. Altri ancora fuggono a chilometri di lontananza dal nido e dai loro rifugi, perdendo l'orientamento”. Non c'è dunque assolutamente nulla di cui stupirsi per la strage degli storni verificatasi a Roma tra il 2020 e il 2021; un dramma che potrebbe ripetersi anche in questi giorni, se non ci sarà una severa applicazione dei divieti. Per quanto concerne i mammiferi, spiega lo zoologo, questi animali "corrono in preda al panico finendo fra strade e palazzi, fuggendo dalle loro tane e perdendo la via di casa, e rischiando di fare una brutta fine. Il livello di stress sale al punto che, anche chi se la cava sul momento, paga lo scotto nei giorni successivi a causa dell'agitazione prolungata dovuta al trauma emotivo". Si rischia dunque un numero enorme di vittime, a migliaia, delle quali purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi non sapremo nulla.
Siamo dunque innanzi a una vera e propria mattanza, eppure in molti continuano imperterriti ad acquistare e far esplodere botti – in alcuni casi illegali e potentissime bombe carta –, noncuranti delle possibili conseguenze per se stessi, le altre persone e gli animali indifesi. Non va inoltre dimenticato che i botti inesplosi possono essere raccolti e ingeriti dagli animali scampati allo spavento, col rischio di essere uccisi o orribilmente feriti, quando non avvelenati dalle sostanze emanate. Perché i botti rilasciano anche fumi e altri composti chimici dannosi per l'ambiente, oltre a inquinare attraverso involucri di plastica e altri materiali. Non c'è davvero alcun senso nel festeggiare la conclusione di un moto di rivoluzione terrestre e l'inizio di uno nuovo con comportamenti pericolosi e incivili, a maggior ragione ai giorni nostri, quando tutti siamo a conoscenza delle conseguenze su cani, gatti, altri animali domestici e sulla fauna selvatica.
Per evitare che anche il passaggio tra il 2020 e il 2021 si trasformi in un'altra strage di vittime innocenti e nell'ennesima notte di terrore e angoscia, l’Organizzazione internazionale protezione animali (OIPA) ha messo a punto un decalogo da seguire per proteggere i nostri amici a quattro zampe. Eccolo qui di seguito:
- 1 – Teniamo gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi
- 2 – Non lasciamoli soli, potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi. Stiamo loro vicini, mostrandoci tranquilli e cercando di distrarli
- 3 – Non lasciamoli in giardino. Teniamo in casa o in un luogo protetto gli animali che abitualmente vivono fuori per scongiurare il pericolo di fuga
- 4 – Teniamo alto il volume di radio o televisione, chiudendo le finestre e le persiane
- 5 – Lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è loro vietato
- 6 – Durante le passeggiate teniamoli al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura
- 7 – Facciamo visitare l’animale da un veterinario comportamentalista affinché valuti la possibilità di una terapia di supporto
- 8 – Evitiamo soluzioni fai da te somministrando tranquillanti, alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico
- 9 – Organizziamo una “gita fuori porta” per trascorrere il Capodanno in luoghi lontani dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi
- 10 – Chiediamo al nostro Comune un’ordinanza contro i botti e sensibilizziamo l’opinione pubblica su quanto questi inutili rumori possano essere dannosi per gli animali domestici e selvatici
La Lega Anti Vivisezione Italiana (LAV) consiglia anche di chiamare preventivamente il veterinario se il proprio animale è anziano, cardiopatico e/o particolarmente sensibile allo stress. Nel malaugurato caso in cui il nostro animale dovesse fuggire a causa dei botti si raccomanda inoltre di denunciare lo smarrimento alla Polizia Municipale o al Servizio Veterinario della ASL, di rilasciare volantini con foto del cane o del gatto con i contatti personali, di contattare i media locali per un aiuto sulla ricerca e di informare le associazioni animaliste. Infine si consiglia di visitare personalmente i canili dove potrebbe essere stato portato il nostro amico a quattro zampe.