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I botti di Capodanno hanno aumentato PM10 e diossina nell’aria

Le esplosioni simultanee dei botti di Capodanno producono un’enorme quantità di sostanze inquinanti, tra le quali diossina e PM10 pericolose per la salute.
A cura di Andrea Centini
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Oltre ad ammazzare centinaia di cani e gatti e un numero indefinito (ma enorme) di animali selvatici, i botti di Capodanno rappresentano un problema significativo per la nostra salute e la tutela dell'ambiente. Petardi, fuochi d'artificio e altri “giochi” pirotecnici, infatti, quando vengono fatti esplodere simultaneamente allo scoccare della mezzanotte liberano una significativa concentrazione di polveri sottili e altre sostanze inquinanti, che abbattono inevitabilmente la qualità dell'aria. Basti pensare che il 1 gennaio è il giorno dell'anno in cui le centraline registrano il picco massimo di particolato sottile in atmosfera, quella serie di particelle inquinanti alla base dello smog normalmente prodotte dal traffico stradale, dai riscaldamenti, dalle industrie e dalle altre attività umane. L'inquinamento atmosferico uccide circa 7 milioni di persone all'anno nel mondo, 630mila in Europa e decine di migliaia in Italia, strappando miliardi di anni di vita a tutta la popolazione umana (si stima che ciascuno di noi perda 2,2 anni di vita a causa dell'inquinamento atmosferico). È davvero necessario pompare nell'aria altri inquinanti assassini (di animali e uomini) per celebrare l'inizio di un nuovo moto di rivoluzione terrestre?

A sottolineare quanto può essere drammatica la situazione dei botti ci pensano i dati dell'Agenzia ambientale della Campania (ARPA), che evidenziano lo sforamento delle soglie di sicurezza nella notte di Capodanno. Nelle prime ore del nuovo anno e in particolar modo tra l'1 e le 2 di notte, spiega l'ente in un comunicato stampa, nella città di Napoli e in altre città campane le concentrazioni orarie di PM10 – cioè le polveri sottili con diametro uguale o inferiore ai 10 micrometri – arrivano a 1.000 microgrammi per metro cubo, valori che spingono a superare la soglia limite giornaliera dei 50 microgrammi per metro cubo (che non deve essere superata per più di 35 volte nell'arco dei dodici mesi). Il 1 gennaio di 2021 la stazione di monitoraggio della qualità dell’aria installata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli ha registrato una media giornaliera di 126 microgrammi per metro cubo, proprio a causa del picco massimo registrato a ridosso della mezzanotte, come mostra il grafico sottostante.

Credit: ARPA Campania
Credit: ARPA Campania

A preoccupare gli esperti non ci sono le sole polveri sottili, responsabili di malattie respiratorie e cardiovascolari a causa della capacità di penetrare nei nostri polmoni, ma anche le altre sostanze prodotte dalle esplosioni. Una delle più pericolose è indubbiamente la diossina, anch'essa in grado di raggiungere livelli molto al di sopra della soglia di tolleranza. Come riportato sulla pagina Facebook “Chi ha paura del Buio”, un rapporto CEWEP ha rilevato che, nell'area compresa tra Posillipo e Sorrento, a causa dei botti di Capodanno può essere generata una quantità di diossina paragonabile a quella prodotta da un singolo inceneritore in ben 120 anni.

Naturalmente non si tratta di un problema che riguarda solo la Campania, ma tutta l'Italia. Nonostante divieti e ordinanze varie contro i botti, chi si è affacciato dalla finestra molto probabilmente ha notato la coltre di fumo sprigionata dalle esplosioni, che mentre uccidevano animali stavano anche inquinando seriamente l'aria e ambiente. Le sostanze liberate in atmosfera possono inoltre ricadere al suolo sotto forma di pioggia acida, inquinando terreni, raccolti e persino falde acquifere. Tutto questo solo perché c'è chi si diverte a sparare il “botto” più forte.

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