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I batteri nello sperma possono ridurre il numero di spermatozoi: trovata associazione con infertilità

Gli scienziati hanno trovato un’associazione tra infertilità e batteri dei generi Prevotella, Lactobacillus e Pseudomonas. La presenza eccessiva di questi microorganismi nel liquido seminale può indurre infiammazione e abbattere il numero di spermatozoi, innescando problemi di fertilità.
A cura di Andrea Centini
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I ricercatori hanno scoperto che la presenza eccessiva di alcuni ceppi di batteri nello sperma può avere un impatto significativo sulla fertilità degli uomini. Questi microorganismi, infatti, possono determinare infiammazione nel liquido seminale e ridurre di conseguenza il numero degli spermatozoi, portandoli persino al di sotto della soglia di fertilità indicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo la quale una campione di sperma “normale” dovrebbe contenere almeno 15 milioni di spermatozoi per millilitro. Sotto questa concentrazione si parla di oligozoospermia, che nei casi gravi può rendere un uomo sterile.

Da circa mezzo secolo, secondo uno studio dell'autorevole Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York, sarebbe in atto un crollo degli spermatozoi negli uomini in tutto il mondo, con una perdita stimata dell'1,1 percento ogni anno che li ha praticamente dimezzati (da 101,2 milioni per millilitro negli anni '70 a 49 milioni per millilitro nel 2018). Se si dovesse procedere con questo ritmo si arriverebbe di fatto all'infertilità umana entro il 2060. Un dato drammatico che, pur non essendo stato confermato da tutti gli studi, evidenzia un problema di Sanità Pubblica estremamente significativo del quale non se ne conoscono le cause esatte. Uno studio ha trovato un'associazione due tipologie di pesticidi, l'N-metil carbammati e organofosfati, ma non basta a spiegare il fenomeno. Ora sappiamo che anche l'alterazione della flora batterica del liquido seminale può contribuire al crollo della conta spermatica e a determinare l'infertilità.

A determinare che la presenza di alcuni batteri nello sperma è in grado di indurre infiammazione e ridurre il numero di spermatozoi sono stati due team di ricerca guidati da scienziati italiani dell'Università Federico II di Napoli e dell'Università di Padova, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di atenei brasiliani e danesi. I ricercatori del primo studio coordinati dal professor Alessandro Palmieri, presidente della Società Italiana di Andrologia (SIA) e docente di Urologia presso l'ateneo campano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una revisione sistematica di decine di articoli scientifici, condotti tra il 1980 e il 2023 con i coinvolgimento di poco meno di 10.000 uomini.

Dall'analisi del liquido seminale dei partecipanti è emersa un'associazione statistica tra la presenza di ceppi di batteri dei generi Prevotella e Lactobacillus e l'oligozoospermia, cioè un numero inferiore di spermatozoi rispetto alla conta normale. In parole semplici, lo sperma degli uomini con popolazioni eccessive di questi batteri avevano maggiori probabilità di risultare carenti di spermatozoi e avere problemi di fertilità. Circa il 30 percento dei casi di infertilità, secondo la SIA, sarebbe legato proprio a una conta insufficiente di spermatozoi; ciò sottolinea l'importanza di questi studi.

In una seconda revisione condotta dagli scienziati dell'Università di Padova – su una trentina di studi pubblicati fino al 2023 – è stata trovata un'associazione statistica anche con la presenza eccessiva di altri batteri, in particolar modo ceppi del genere Pseudomonas e Lactobacillus. Quest'ultimo è noto per produrre acido lattico, spiegano gli scienziati, una sostanza in grado di innescare infiammazione e, di conseguenza, alterare gli equilibri del liquido seminale. Ciò può ridurre in modo significativo la conta degli spermatozoi.

“Un tempo si riteneva che il liquido seminale fosse naturalmente privo di batteri”, ha affermato il professor Palmieri in un comunicato stampa. “Qualsiasi microbo trovato tra gli spermatozoi era considerato un segno di infezione. Ma le ricerche più recenti, seppur ancora in fase iniziale, stanno ora dimostrando che lo sperma ha una propria comunità microbica, proprio come ad esempio già individuato per l’intestino e la vagina. Il microbioma dello sperma può contenere un ampio insieme di microbi, la maggior parte proviene dalle ghiandole del tratto riproduttivo superiore, compresi i testicoli, le vescicole seminali e la prostata. Questi batteri, se in equilibrio, lavorano per il nostro benessere, ma se in eccesso potrebbero avere un potenziale ruolo nell’infertilità”, ha chiosato l'esperto.

Lo scienziato ha fatto anche un parallelismo col sistema riproduttivo femminile, il cui microbioma, se alterato, può determinare problemi durante la gravidanza. Un problema affine, evidentemente, si verifica anche negli uomini. Secondo gli autori dello studio l'analisi microbica del liquido seminale può essere preziosa per identificare casi non chiari di infertilità maschile. Saranno condotti studi più ampi e approfonditi per determinare gli effetti di queste alterazioni batteriche. I dettagli delle due ricerche sono stati pubblicati sulle riviste scientifiche Frontiers in Endocrinology e Cells e saranno presentati durante il VI Congresso Natura, Ambiente, Uomo (NAU) della SIA iniziato oggi, venerdì 22 novembre 2024.

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