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I bambini distinguono i numeri già all’età di 3 mesi

Lo ha scoperto il team di ricerca guidato dalla neuroscienziata italiana Giulia Gennari che ha studiato la capacità di distinguere le quantità numeriche nei primi mesi di vita.
A cura di Valeria Aiello
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La capacità di distinguere le quantità numeriche è già dentro di noi. Lo dimostrano i risultati di un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Current Biology dal team di ricerca guidato dalla neuroscienziata italiana Giulia Gennari, da cui è emerso che i bambini distinguono i numeri già all’età di 3 mesi. L’analisi, che ha preso in esame le risposte neurali dei piccoli, ha infatti indicato che gli stimoli numerici, presentati come suoni o disegni (4 o 12 note musicali, oppure 4 o 12 disegni di animaletti), determinano l’attivazione di specifici gruppi neuronali a seconda della quantità.

In particolare, spiega la ricercatrice nell’abstract dello studio, i risultati hanno mostrato l’emergere, in circa 400 millisecondi, di “una rappresentazione numerica decodificabile che separa sequenze uditive di 4 contro 12 suoni, e generalizza a matrici visive di 4 rispetto a 12 oggetti”. Quanto osservato ha portato il team a ritenere che il cervello dei neonati contenga “un codice numerico” che esiste al di sopra della conoscenza, ovvero di una capacità innata di distinguere le quantità.

Abbiamo scoperto che già a tre mesi i bambini distinguono i numeri. Hanno un vero e proprio sesto senso. Li riconoscono in modo astratto – ha riportato la scienziata a La Repubblica – . Puoi mostrare loro 12 palloncini o fargli ascoltare 12 note musicali. Puoi sottoporli al test da svegli o nel sonno. Nel loro cervello si accende sempre lo stesso gruppo di neuroni”.

Lo studio di tale risposta neurale è stata possibile grazie al contribuito di 26 bambini di 13 settimane, portati dai genitori nel prestigioso laboratorio Neurospin dell’università di Parigi-Saclay, dove lavorano due veterani delle neuroscienze dell’apprendimento: i coniugi Ghislaine Dehaene-Lambertz e Stanislas Dehaene. “Gli esperimenti erano piuttosto lunghi e per analizzare l’attivazione dei neuroni avevamo bisogno di mettere in testa ai bambini una cuffia per l’elettroencefalogramma con 256 elettrodi – ha raccontato la studiosa – . All’interno era spalmata una soluzione salina, bagnata, e vincere le proteste dei piccoli volontari è stata una delle sfide della ricerca. Spesso aspettavamo che fossero addormentati”.

Durante gli esperimenti, ai bambini sono stati quindi presentate due quantità numeriche: potevano ascoltare 4 o 12 note (durante il sonno) o guardare i disegni di 4 o 12 animaletti (da svegli), rispettivamente di diversa durata o dimensione, per evitare che i piccoli associassero il 4 al brano più corto o al disegno più piccolo, e viceversa. Alla fine, qualsiasi forma avesse il 4, il gruppo di neuroni attivato restava lo stesso, idem per il 12. “Gli stimoli uditivi che sono stati somministrati durante il sonno hanno aggiunto un dettaglio importante alla scoperta: i neuroni dei numeri si attivano anche se non siamo coscienti” ha concluso Gennari.

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