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I bambini con autismo hanno una caratteristica intestinale unica: possibili nuovi test diagnostici

Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Microbiology i bambini con disturbo dello spettro autistico hanno un microbiota intestinale differente da quello dei bimbi neurotipici. In che modo diverge e perché potrebbe essere utilizzato come possibile metodo diagnostico, in associazione ai test standard.
A cura di Andrea Centini
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Un team di ricerca di Hong Kong ha dimostrato che i bambini con autismo (o più correttamente, disturbi dello spettro autistico) hanno una flora batterica intestinale unica. L'insieme di virus, batteri, funghi e altri microbi del microbiota intestinale rilevato nel nuovo studio è talmente divergente da quello osservato nei bimbi con sviluppo neurotipico che potrebbe persino essere utilizzato come rivoluzionario metodo diagnostico. Chiaramente da affiancare alle procedure più tradizionali basate sulla valutazione del comportamento attraverso test standardizzati, come l'Autism Diagnostic Interview (ADI) e l'Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS). Recentemente ricercatori statunitensi dell'Università dell'Indiana hanno determinato che i disturbi dello spettro autistico possono essere colti anche dal movimento degli occhi (tracciamento oculare); combinando i test già in uso dagli esperti con questi nuovi percorsi approcci, senza dimenticare le potenziali analisi genetiche, si potrebbe arrivare a diagnosi sempre più precoci e precise, con interventi tempestivi e migliori risultati per i piccoli pazienti.

A determinare che i bambini autistici presentano un microbiota intestinale differente da quello dei bimbi neurotipici è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Dipartimento di Medicina e Terapia dell'Università Cinese di Hong Kong e della società Microbiota I-Center (MagIC), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psichiatria, del DH Chen Foundation Hub of Advanced Technology for Child Health (HATCH) e di altri istituti. Precedenti studi avevano già indagato sull'associazione tra la varietà di batteri nell'intestino e i disturbi dello spettro autistico, tuttavia non avevano trovato legami convincenti. In un articolo pubblicato su The Conversation, ad esempio, gli autori di una ricerca ad hoc avevano scoperto che solo una specie batterica su 600 aveva una correlazione con l'autismo. Inoltre hanno specificato che le differenze nei batteri erano essenzialmente associate al fatto che i bambini con autismo fossero tendenzialmente consumatori più “schizzinosi”, cioè che sceglievano una varietà ridotta di alimenti alla luce di “interessi ristretti e ripetitivi”.

Ma nel nuovo studio condotto a Hong Kong il professor Ng e i colleghi hanno condotto un'indagine molto più approfondita, coinvolgendo oltre 1.600 bambini con segni di disturbo dello spettro autistico, diagnosi confermata e neurotipici. I ricercatori, inoltre, non si sono limitati a indagare sui soli batteri, ma sul complesso di microorganismi del microbiota intestinale, quindi tenendo in considerazione anche funghi, virus e archeobatteri (o archei). È una differenza sostanziale, tenendo presente che, basandosi su un singolo Regno (batteri o funghi, ad esempio), un'intelligenza artificiale opportunamente addestrata non era in grado di cogliere differenze significative tra un bambino autistico e uno neurotipico, mentre l'analisi del microbiota intestinale nel suo insieme evidenziava caratteristiche ben distinguibili. Dopo aver condotto il sequenziamento metagenomico sui campioni fecali dei piccoli, dei quali circa il 25 percento femmine, i ricercatori hanno determinato che i bimbi autistici presentavano alterazioni in 51 batteri, 18 virus, 14 archeobatteri e 7 funghi, oltre che in 27 geni microbici e 12 vie metaboliche.

Tale differenza era talmente significativa che poteva persino sfruttata come criterio per la diagnosi; tenendo presenti oltre 30 fattori distinti “multiregno”, il microbiota intestinale aveva un'accuratezza diagnostica compresa tra il 79,5 e l'88,6 percento nel distinguere un bambino con autismo da uno neurotipico, a seconda della fascia di età. I partecipanti allo studio, nella stragrande maggioranza dei casi maschi (più colpiti dall'autismo), avevano un'età compresa tra 1 e 13 anni. “Nel complesso, i nostri risultati evidenziano la potenziale applicazione dei marcatori multiregno e funzionali del microbiota intestinale come strumenti diagnostici non invasivi nell'autismo”, hanno scritto il professor Ng e colleghi nell'abstract dello studio. I dettagli della ricerca “Multikingdom and functional gut microbiota markers for autism spectrum disorder” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Microbiology.

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