I bambini che vivono con i fumatori di cannabis risultano positivi al test per la droga: lo studio
I bambini che vivono con persone che fumano cannabis hanno probabilità molto elevate di risultare positivi ai test per rilevare i principi attivi della droga (come il THC, tetraidrocannabinolo) nelle urine. È quanto emerso da un nuovo studio che ha analizzato i dati di centinaia di famiglie residenti nell'area di San Diego, negli Stati Uniti. I ricercatori sottolineano che questi dati non possono essere sottovalutati per via del fatto che il fumo di cannabis contiene sostanze tossiche e nocive, compresi composti cancerogeni. Gli effetti a lungo termine del consumo di cannabis sulla salute non sono ancora chiari poiché la ricerca è stata a lungo ostacolata, trattandosi di una sostanza stupefacente; oggi che l'utilizzo ricreativo è stato sdoganato in molti Paesi sta aumentando anche il numero di ricerche, che continuano a evidenziare i possibili pericoli per la salute. Una recente ricerca, ad esempio, ha trovato un'associazione con un rischio superiore di 3,5 volte di tumori della testa e del collo. I ricercatori sottolineano che i fumatori dovrebbero evitare di farlo a casa proprio per evitare che anche i più piccoli possano essere esposti a composti dannosi per la salute.
A determinare che i bambini che vivono con fumatori di cannabis hanno un rischio elevato di risultare anch'essi positivi ai test è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell'Università Statale di San Diego, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molti istituti. Fra quelli coinvolti l'Herbert Wertheim School of Public Health and Human Longevity Science dell'Università della California; la Divisione di Scienze di Laboratorio del Centro Nazionale per la Salute Ambientale dei CDC di Atlanta e il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'ateneo di San Diego. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Osika Tripathi della Facoltà di Salute Pubblica, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati dello studio Project Fresh Air condotto tra il 2012 e 2016 a San Diego per verificare i livelli di particolato sottile nelle abitazioni dei partecipanti. In ciascuna delle case sono stati inseriti dei rilevatori di composti volatili nelle stanze più fumose, inoltre i volontari hanno risposto a questionari sull'utilizzo di cannabis, fumo di tabacco etc etc. In ogni famiglia doveva esserci almeno un fumatore e un figlio minore con meno di 14 anni. Sono stati anche eseguiti dei prelievi delle urine, che uno studio successivo ha utilizzato per verificare la presenza di biomarcatori della cannabis.
In tutto sono stati coinvolti 275 bambini con un'età media di 3,6 anni, dei quali 144 maschi. Delle famiglie partecipanti, in 29 hanno confermato l'uso di cannabis nei sette giorni precedenti al prelievo. Incrociando tutti i dati è emerso che i bambini che vivevano con fumatori di cannabis che la consumavano in casa avevano una probabilità cinque volte superiore di risultare positivi al test del tetraidrocannabinolo (THC), rilevabile nelle loro urine. “Sebbene le conseguenze a lungo termine del fumo di cannabis sulla salute non siano ancora ben note, il fumo di cannabis contiene cancerogeni, irritanti respiratori e altre sostanze chimiche dannose”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor John Bellettiere, coautore dello studio. “Nella nostra analisi, le probabilità di cannabis rilevabile nei bambini erano cinque volte più alte nelle famiglie in cui era stato segnalato di fumare cannabis in casa. Questa esposizione a sostanze chimiche tossiche, tra cui cancerogeni noti, potrebbe avere effetti sulla salute a lungo termine in questi bambini”, ha chiosato l'esperto.
Gli autori dello studio sottolineano che la ricerca ha diversi limiti, legati ad esempio al fatto che all'epoca la cannabis non era consentita o a quello che sono state coinvolte principalmente famiglie a basso reddito (che potrebbero non rappresentare la popolazione complessiva); ciò nonostante, il dato che circa il 70 percento delle famiglie che avevano confermato l'uso di cannabis in casa aveva un figlio con livelli rilevabili di biomarcatori di cannabis (contro il 24 percento di chi non fumava in casa) è un dato piuttosto rilevante, proprio perché non si conoscono chiaramente i rischi a lungo termine di questa sostanza stupefacente. I dettagli della ricerca “Exposure to Secondhand Cannabis Smoke Among Children” sono stati pubblicati su JAMA.