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Hubble ci regala quattro nuove meravigliose immagini dei pianeti giganti del Sistema solare

Come ogni anno il Telescopio Spaziale Hubble ha immortalato i quattro pianeti giganti del Sistema solare remoto, regalandoci foto straordinarie e nuove scoperte.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)
Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)

Con il lancio del Telescopio Spaziale James Webb, avvenuto alle 13:20 (ora italiana) del giorno di Natale, è iniziata una nuova era della ricerca astronomica e astrofisica, che entrerà nel vivo tra circa 6 mesi, quando gli strumenti del dispositivo – attualmente in viaggio nel cuore del Sistema solare – diventeranno tutti operativi. Mentre il nuovo strumento si prepara a riscrivere la storia, il suo illustre predecessore – il Telescopio Spaziale Hubble – continua a donare il suo prezioso contributo alla Scienza, a oltre 30 anni dal lift off. La sua potente fotocamera ci ha infatti regalato quattro nuove magnifiche fotografie dei pianeti giganti del nostro sistema: i due gassosi Giove e Saturno e i due "ghiacciati" Urano e Nettuno. Gli scatti fanno parte del progetto Outer Planets Atmospheres Legacy (OPAL) della NASA, ideato per analizzare l'evoluzione delle caratteristiche atmosferiche – come tempeste, venti e nuvoleanno dopo anno.

Giove. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)
Giove. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)

Le immagini di Hubble hanno sicuramente una qualità inferiore rispetto a quelle ottenute dalle sonde orbitali che hanno esplorato o stanno attualmente esplorando i pianeti interessati; basti pensare agli straordinari scatti della sonda Cassini fatta schiantare contro Saturno nel 2017  e della sonda Juno, che viaggia intorno a Giove dal 2016. Tuttavia, gli scatti del telescopio spaziale mostrano una veduta d'insieme più accurata dell'evoluzione di alcuni fenomeni, tenendo presente che le atmosfere di questi giganti sono in costante mutamento. Così una volta l'anno l'“occhio” di Hubble viene puntato verso i pianeti del Sistema solare remoto, regalandoci le splendide fotografie che trovate nell'articolo.

Saturno. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)
Saturno. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)

Nel nuovo scatto di Giove, immortalato il 4 settembre, sono state osservate nuove tempeste nella sua turbolenta atmosfera e un affascinante cambiamento nelle tonalità delle bande colorate all'altezza dell'equatore. Queste fasce non sono altro che nubi composte fondamentalmente da ammoniaca ghiacciata e altri elementi (fosforo, ossigeno, gas nobili e altri ancora), che viaggiano in direzione opposte spinte da venti che sfrecciano all'impressionante velocità di 600 chilometri orari. Come indicato dalla NASA, il periodo di oscuramento della zona equatoriale sta durando più a lungo rispetto al passato, inoltre sono stati identificati due nuovi giganteschi vortici ciclonici. Gli scienziati hanno anche scoperto che nel cuore della tempesta sita al di sotto della Grande Macchia Rossa (la più imponente tempesta del Sistema solare) i venti stanno accelerando.

Urano. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)
Urano. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)

La foto più spettacolare del gruppo è indubbiamente quella di Saturno, il Signore degli Anelli, che mostra nuove tonalità nelle incredibili nubi geometriche del polo settentrionale. Nel 2020, ad esempio, la sua iconica tempesta esagonale non era facilmente distinguibile, mentre nello scatto datato 12 settembre 2021 appare molto più definita. Affascinante anche la tonalità bluastra persistente del Polo Sud. Il professor Michael Wong dell'Università della California di Berkeley sottolinea che Hubble può cogliere meglio i dettagli dell'atmosfera di Saturno rispetto a un telescopio terrestre proprio perché si trova nello spazio; da questa posizione privilegiata, infatti, i suoi "occhi" non vengono influenzati dallo strato dell'atmosfera terrestre, che oscura invece la vista agli strumenti ottici e sfoca i dettagli dei pianeti.

Nettuno. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)
Nettuno. Credit: NASA / ESA / A. Simon (NASA-GSFC) /MH Wong / J. DePasquale (STScI) / A. Pagan (STScI)

Il bellissimo pianeta Urano, nel suo iconico colore blu, è stato invece fotografato il 25 ottobre. L'immagine mostra un aumento significativo della luminosità del polo boreale. “È primavera nell'emisfero settentrionale e l'aumento della radiazione ultravioletta assorbita dal Sole sembra far schiarire la regione polare”, scrive la NASA, aggiungendo che sono la concentrazione del gas metano e i flussi atmosferici a influenzare questa luminosità (si sta cercando di capire in che modo). Per quanto concerne Nettuno, fotografato il 7 settembre, lo scatto di Hubble mostra ancora la presenza di una macchia scura, che si sta spostando verso l'equatore. Il colore blu ancora più intenso di quello di Urano è legato all'assorbimento della luce rossa da parte dell'atmosfera ricca di metano, “combinato con lo stesso processo di diffusione di Rayleigh che rende blu il cielo della Terra”, conclude la NASA.

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