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“Ho avuto casi di Alzheimer in famiglia. Ho fatto tutti i test per capire il mio rischio”

Sanjay Gupta è un autore della CNN. Nel documentario The Last Alzheimer’s Patient ha spiegato il percorso che ha seguito per affrontare i test necessari a diagnosticare la salute del suo cervello e capire come ridurre le possibilità di avere il morbo di Alzheimer.
A cura di Valerio Berra
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“Nessuno vuole cattive notizie da un medico, soprattutto quando si tratta del tuo cervello”. Sanjay Gupta è un autore della CNN, una delle principali reti televisivi degli Stati Uniti. In un lungo articolo pubblicato sul sito della testata ha raccontato ai suoi lettori il percorso che l’ha portato ad affrontare tutti i test clinici per valutare il rischio di Alzheimer. La sua storia è stata ripresa anche in un documentario: The Last Alzheimer's Patient. Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che di solito si presenta in età avanzata, dopo i 65 anni.

Nella famiglia di Sanjay ci sono stati casi di Alzheimer. Un dato che da solo non è sufficiente per stabilire una causalità con la comparsa di questa malattia. Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa che è ancora in fase di studio. Lo ricordiamo per i lettori, nella maggior parte dei casi l'Alzheimer non è una malattia ereditaria. Avere dei casi in famiglia aiuta però a porsi il problema. Giusto nelle ultime settimane alcuni studi scientifici hanno fatto luce sulle possibili cause e sui segnali che si possono rilevare prima della comparsa dei sintomi.

I test sulla storia del cervello

Il racconto di Sanjay si gioca tutto su due direzioni. Lui è un neurochirurgo, conosce bene come funziona il cervello umano. Ma non solo, è anche autore di Keep Sharp, un best-seller che vuole spiegare come “Costruire un cervello migliore a ogni età”. Eppure affrontare questi test non è stato semplice, soprattutto da un punto di vista psicologico.

“Anche come neurochirurgo, sono rimasto sorpreso da quanto bene si possa misurare la salute del cervello”. Sanjay ha iniziato una serie di test di vario tipo, tutti fatti insieme a Richard Isaacson, un neurologo. Nel suo racconto prosegue spiegando tutte le analisi fatte, i valori studiate e anche le prove di tipo cognitivo.

“All'inizio, mi è stato detto di rilassarmi e ascoltare il racconto molto dettagliato di un capitano di una squadra di football di Atlanta. Era un quarterback e si era infortunato un dito durante una battuta di pesca, tutto prima di una partita molto importante. Pensavo di aver prestato attenzione ma mi sono reso conto che probabilmente non ero così coinvolto come pensavo”.

I risultati sul cervello di Sanjay

Una volta arrivati i risultati, Sanjay ha trovato cose che già sapeva e altre di cui non aveva mai pensato di preoccuparsi: “Il mio livello di omocisteina era elevato, ma il mio livello di B12 era basso. Non è stata una sorpresa per Richard, perché aveva anche trovato una mutazione nel mio gene MTHFR, il che significava che probabilmente non elaboravo bene l'omocisteina. I miei livelli di Omega-3 erano a posto, ma non se confrontati con i miei livelli di Omega-6”.

Da qui Sanjay ha ricevuto una lunga serie di consigli medici su diversi aspetti dalla sua alimentazione e della sua routine, fino alla postura dei piedi: “Richard è stato in grado di stabilire un collegamento tra aspetti molto funzionali del cervello e problemi molto specifici del corpo”. Non ne è uscito con nessuna diagnosi o cura miracolosa ma ha capito meglio come muoversi meglio verso il futuro:

“Questi test non stanno delineando un futuro certo o preparandomi per un'inevitabile catastrofe. Piuttosto mi stanno dando la conoscenza personalizzata che posso usare per agire verso una vita più lunga e sana e un cervello più acuto e sano”.

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