Guarisce dall’HIV dopo un trapianto di staminali, è il settimo paziente al mondo a sconfiggere il virus
Un uomo tedesco di 60 anni potrebbe essere presto dichiarato completamente guarito dall’HIV – un traguardo medico finora raggiunto solo da altre sei persone nel mondo – dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali per curare la leucemia mieloide acuta, un tumore del sangue sviluppato nel 2015. Da ormai cinque anni, l’uomo non sta assumendo alcuna terapia antivirale e non presenta più tracce del virus nel sangue, ma a rendere il suo caso diverso dai precedenti guarigioni, tutte avvenute in seguito a un trapianto di cellule staminali, è il metodo leggermente diverso utilizzato presso l’ospedale Charité di Berlino, in Germania, lo stesso che nel 2008 ha raggiunto lo storico successo medico con la guarigione di Timothy Ray Brown, la prima persona in assoluto a sconfiggre dall’HIV.
Per distinguerlo da Ray Brown, l’uomo è stato soprannominato “il secondo paziente di Berlino” dai medici che hanno annunciato il nuovo risultato in vista della Conferenza internazionale sull’AIDS che si terrà la prossima settimana a Monaco di Baviera. “Di solito, l’infezione da HIV non è considerata curabile ma in casi estremamente rari, un trapianto di cellule staminali riesce a rimuovere il virus dall’organismo” hanno ricordato gli esperti, precisando come attualmente il trapianto di staminali sia un’opzione possibile solo in quei pazienti che, oltre all’infezione da HIV, sviluppano anche determinate forme di cancro del sangue o ai linfonodi che non possono essere trattate con la sola radioterapia o chemioterapia.
“Durante la procedura, le cellule staminali di una persona sana vengono trasferite alla persona malata, sostituendo sostanzialmente il suo sistema immunitario – hanno aggiunto gli specialisti – . In questo modo il paziente può combattere non solo il cancro, ma anche il virus HIV”.
Il caso del secondo paziente di Berlino, guarito dall'HIV a 60 anni
Rispetto alle precedenti guarigioni, in cui per il trapianto si era trovato un donatore di staminali con caratteristiche genetiche molto specifiche, nel caso del secondo paziente di Berlino, a cui è stata diagnosticata la leucemia mieloide acuta nel 2015 dopo la positività all’HIV nel 2009, la ricerca di un donatore di cellule staminali le cui caratteristiche tissutali corrispondessero a quelle del ricevente (oltre ad essere portatore di una mutazione – la cosiddetta mutazione Delta-32 del recettore CCR5 che conferisce immunità al virus) non ha dato esattamente gli esiti sperati.
“Poiché purtroppo non esisteva una persona immune all'HIV adatta per la donazione di cellule staminali, abbiamo trovato un donatore che, oltre alla versione normale del recettore CCR5, portava sulle sue cellule anche la versione mutata – ha spiegato il prof. Olaf Penack, medico senior della Charité Clinic di Berlino. “Si tratta di un caso in cui la mutazione Delta 32 è stata ereditata da un solo genitore: pertanto, la presenza di entrambe le versioni del recettore non conferisce l’immunità contro il virus HIV”.
Tuttavia, il fatto che il trapianto di cellule staminali abbia comunque avuto successo non solo per la cura della leucemia mieloide acuta ma anche per l’HIV è stato evidente dopo che, nel 2028, il paziente ha interrotto di propria iniziativa la terapia antivirale raccomandata. “Nel controllo approfondito di follow-up, il team di trattamento non ha trovato alcuna prova di tracce del virus fino ad oggi – hanno osservato gli specialisti – . Il sistema immunitario del paziente è funzionante e non vengono rilevate cellule tumorali”.
“Il paziente gode di una buona salute – ha aggiunto il professor Olaf Penack – . Il periodo di osservazione come “libero da virus” di oltre cinque anni indica che l’HIV potrebbe effettivamente essere completamente rimosso, per cui per ora lo possiamo considerare guarito dall’infezione”.
Essendo il periodo di follow-up ancora breve, per considerare il secondo paziente di Berlino ufficialmente guarito dall’infezione andranno fatte ulteriori valutazioni. Se il risultato verrà confermato, l’uomo potrà essere considerata la sesta persona al mondo ad aver sconfitto effettivamente il virus – oltre a Timothy Ray Brown (primo paziente di Berlino), Adam Castillejo (il paziente di Londra), Marc Franke (il paziente di Düsseldorf), il paziente di New York, e Paul Edmonds (City of Hope Patient). In sospeso, anche la valutazione finale sul paziente di Ginevra, il cui caso è presentato alla Conferenza mondiale sull’AIDS nel 2023.