Guardare troppa TV aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare coaguli di sangue
Guardare la TV per molte ore aumenta in modo significativo le probabilità di sviluppare coaguli di sangue (trombi) nelle vene, una condizione chiamata tromboembolismo venoso (TEV) che sfocia in due patologie: la trombosi venosa profonda (TVP) e l'embolia polmonare (EP). Tale rischio è indipendente dall'età, dal sesso, dall'indice di massa corporea (BMI) e anche dall'attività fisica, inoltre sarebbe catalizzato dal consumo di cibo spazzatura che spesso accompagna le “maratone” dietro film e puntate delle serie TV. La raccomandazione degli esperti è dunque quella di alzarsi e muoversi dopo un po' di tempo, senza rimanere immobili per ore. Inoltre si consiglia di non mangiare spuntini poco salutari.
A determinare che il cosiddetto “binge-watching” (l'abbuffata di televisione) aumenta il rischio di coaguli di sangue è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del National Institute for Health Research Bristol Biomedical Research Centre dell'Università di Bristol, Regno Unito, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Medicina dell'Ospedale Universitario del Ghana e del Dipartimento di Medicina del Distretto sanitario della Finlandia centrale di Jyväskylä. I ricercatori, coordinati dal professor Setore K. Kunutsor, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una revisione sistematica e una meta-analisi sui dati di tre studi che hanno coinvolto oltre 130mila partecipanti. Avevano tutti un'età uguale o superiore ai 40 anni e nessuna diagnosi di tromboembolismo venoso precedente.
Gli scienziati hanno diviso i partecipanti in due gruppi principali: gli spettatori assidui, ovvero che vedevano almeno quattro ore di TV al giorno, e gli spettatori sporadici/mai, che al massimo trascorrevano davanti allo schermo del televisore 2,5 ore al giorno. Durante il periodo di follow-up, durato da circa 5 a poco meno di 20 anni, 964 partecipanti hanno sviluppato una trombosi venosa profonda (TVP) o un'embolia polmonare (EP), i due “rami” tromboembolismo venoso (TEV). La prima condizione è si caratterizza per l’ostruzione totale o parziale di una o più vene profonde degli arti, dell'addome o del bacino (raramente nelle braccia); la seconda è l'occlusione di arterie polmonari causata da coaguli di sangue provenienti da altre aree del corpo, principalmente dalle grandi vene delle gambe o della pelvi. Analizzando l'incidenza della TEV nei due gruppi, il professor Kunutsor e i colleghi hanno determinato che chi guardava troppa televisione aveva un rischio superiore del 35 percento di sviluppare la condizione.
“I risultati indicano che, indipendentemente dall'attività fisica, dal tuo indice di massa corporea, dalla tua età e dal tuo sesso, guardare molte ore di televisione è un'attività rischiosa per quanto riguarda lo sviluppo di coaguli di sangue”, ha dichiarato l'autore principale dello studio in un comunicato stampa. Gli esperti sottolineano che si è trattato di studi osservazionali, pertanto non c'è un rapporto di causa-effetto tra guardare lo schermo della TV (o del computer) e lo sviluppo dei trombi. Tuttavia, “la visione prolungata della TV comporta l'immobilizzazione che è un fattore di rischio per la TEV”, spiega il professor Kunutsor. “Questo è il motivo per cui le persone sono incoraggiate a muoversi dopo un intervento chirurgico o durante un volo a lungo raggio. Inoltre, quando ti siedi in una posizione angusta per lunghi periodi, il sangue si accumula nelle estremità anziché circolare e questo può causare coaguli di sangue. Infine, i binge-watcher tendono a mangiare spuntini malsani che possono portare all'obesità e all'ipertensione, entrambi fattori che aumentano la probabilità di coaguli di sangue”, ha chiosato lo scienziato.
La raccomandazione degli esperti, dunque, è quella di limitare il tempo che dedichiamo alla TV. Se invece siamo costretti a guardare uno schermo per molte ore (ad esempio per lavoro) il consiglio è di alzarsi e camminare di tanto in tanto per mantenere attiva la circolazione. I dettagli della ricerca “Television viewing and venous thrombo-embolism: a systematic review and meta-analysis” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica European Journal of Preventive Cardiology.