Gli USA annunciano il primo caso grave di influenza aviaria: quali sono i rischi
I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC – Centers for Disease Control and Prevention) degli Stati Uniti hanno annunciato il primo caso grave di influenza aviaria nel Paese. Si tratta di una persona di 65 anni anni della Louisiana, che attualmente è ricoverata in ospedale. Il ceppo responsabile è quello dell'influenza A(H5N1) ad alta patogenicità (HPAI), coinvolto in una drammatica epidemia negli animali non umani scoppiata alla fine del 2021. Il virus sta facendo strage di uccelli selvatici e di interesse commerciale in tutto il mondo, con centinaia di milioni di esemplari morti o uccisi per prevenire la diffusione del patogeno. La circolazione significativa ha trasformato l'influenza aviaria in una panzoozia, coinvolgendo un altissimo numero di specie, mammiferi compresi. Fra essi volpi, mustelidi, gatti, orsi e pinnipedi (foche e otarie).
Recentemente l'infezione si è diffusa anche negli allevamenti di bovini da latte negli Stati Uniti, dove talvolta è riuscita a compiere il salto di specie (spillover) agli allevatori. Come indicato in un comunicato stampa dei CDC, da aprile di quest'anno sono stati segnalati 61 casi di influenza aviaria nelle persone, principalmente lavoratori degli allevamenti, che hanno sperimentato sintomi influenzali lievi come febbre, congiuntivite e rinorrea (naso che cola). Come indicato, quello della Louisiana è il primo caso grave rilevato in un uomo negli USA. Il mese scorso il Canada ha annunciato il caso di un adolescente ricoverato in ospedale per l'infezione.
Dalle indagini condotte sul posto è stato determinato che l'uomo è entrato in contatto con uccelli da cortile morti o malati. “Mentre è in corso un'indagine sulla fonte dell'infezione in Louisiana, è stato stabilito che il paziente è stato esposto a uccelli malati e morti in stormi di animali da cortile”, hanno sottolineato i CDC. “Questo è il primo caso di influenza aviaria H5N1 negli Stati Uniti che è stato collegato all'esposizione a uno stormo di animali da cortile”, ha aggiunto l'agenzia federale statunitense. Gli esami di laboratorio condotti sui campioni biologici prelevati dall'uomo indicato che il genotipo coinvolto è il D1.1, già rilevato in alcuni casi umani rilevati in Nord America, tra la British Columbia e lo Stato di Washington. “Questo genotipo dell'influenza aviaria H5N1 è diverso dal genotipo B3.13 rilevato nelle mucche da latte, in casi umani sporadici in più stati e in alcuni focolai di pollame negli Stati Uniti”, spiegano i CDC. Si tratta di dati parziali; dalle analisi complete si scoprirà la possibile presenza di mutazioni preoccupanti.
I virologi sottolineano infatti che il virus dell'influenza aviaria non è “bravo” a infettare le cellule umane, pertanto anche se sta circolando da molti anni ha dato vita solo a pochi casi e focolai sporadici in Asia. La diffusione massiccia innescata dalla panzoozia iniziata da novembre 2021 potrebbe tuttavia cambiare la situazione, permettendo al patogeno di evolvere l'unica mutazione necessaria per compiere il salto di specie definitivo all'uomo. Secondo gli esperti non è questione di se, ma di quando. Quando ciò si verificherà, saremo innanzi a una nuova pandemia. Gli esperti sottolineato che potrebbe essere molto più grave di quella di COVID-19, a causa del tasso di mortalità che potrebbe arrivare fino al 50 percento. Le analisi approfondite sui campioni del paziente della Louisiana faranno luce sulla presenza di potenziali mutazioni preoccupanti.