Gli splendidi colibrì sono gli uccelli più colorati del pianeta: lo ha dimostrato uno studio
I colibrì sono gli uccelli col piumaggio più colorato in assoluto. Lo ha dimostrato un nuovo studio che ha analizzato i colori di oltre 110 specie di uccelli variopinti. I colibrì sono noti principalmente per le minuscole dimensioni – i più piccoli pesano poco più di 2 grammi per 6 centimetri di lunghezza – e per la capacità di volo stazionario con un rapidissimo battito d'ali, che permette loro di suggere il nettare dai fiori. Alcune specie sono note al grande pubblico anche per il magnifico piumaggio iridescente, come gli straordinari stella dal ventre dorato (Coeligena bonapartei) e il colibrì dalla gola di fuoco (Panterpe insignis), spesso protagonisti dei documentari. Tuttavia, data l'enorme diversità di colori negli uccelli, non era evidente che potessero essere proprio i piccolissimi colibrì i campioni multicolor.
A determinare che i colibrì sono gli uccelli più colorati della Terra sono stati i tre scienziati Gabriela X. Venable, Kaija Gahm e Richard O. Prum del Museo di Storia Naturale Peabody e del Dipartimento di Ecologia e Biologia dell'Evoluzione della prestigiosa Università di Yale. I ricercatori sono giunti alla loro conclusione dopo aver stimato la gamma di colori del piumaggio dei colibrì della famiglia Trochilidae, nota per la peculiare colorazione strutturale delle barbule, una componente delle piume. Gli scienziati hanno analizzato oltre 1.600 spettri di riflettanza di 116 specie, ottenendo così un calcolo preciso della variabilità cromatica. Confrontando i risultati sui colibrì con quelli emersi in altri studi dedicati a fringuelli, pappagalli, quetzal e altri gruppi di uccelli variopinti, la professoressa Venable e i colleghi hanno determinato che i colori dei colibrì risultano essere superiori agli altri. Quasi l'85 percento della varietà di colori nota per tutti gli uccelli era presente anche nei colibrì.
I ricercatori hanno osservato che il maggior numero di colori era concentrato sulle teste e sulle gole degli uccelli. Un dato che non li ha stupiti, dato che queste parti del corpo sono le più esposte durante le spettacolari danze rituali per il corteggiamento e le interazioni sociali in genere. Come spiegato a IFLScience dalla professoressa Gabriela Venable, autrice principale dello studio, i colibrì negli ultimi 22 milioni di anni si sono diversificati in 330 specie e hanno sviluppato un meccanismo peculiare per produrre così tanti colori. “I colibrì usano il colore strutturale delle barbule che coinvolge strati di melanosomi all'interno dei filamenti delle piume che, se combinati in spessori variabili, producono una vasta gamma di colori. Questo tipo di colore strutturale delle barbule sembra essere unico perché i melanosomi del colibrì sono insolitamente a forma di disco e cavi, il che consente la creazione di colori molto saturi”, ha aggiunto la scienziata a IFLscience. Hanno quindi la capacità di creare spettri multipli combinando più colori e produrne di nuovi, ad esempio il viola unendo il rosso e il blu.
Purtroppo in Italia questi magnifici uccellini non sono presenti, ma certamente anche nel nostro Paese non mancano specie dai colori mozzafiato. Il gruccione (Merops apiaster) e la ghiandaia marina (Coracias garrulus), ad esempio, sono indubbiamente tra i più begli uccelli in assoluto. Alcuni scambiano la sfinge del galio per un colibrì, ma in realtà si tratta di un lepidottero che ha un comportamento (soprattutto nel volo) molto simile a quello dei piccoli uccelli, che sono naturalmente presenti solo sul continente americano. I dettagli della ricerca "Hummingbird plumage color diversity exceeds the known gamut of all other birds" sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Communications Biology del circuito Nature.