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Gli scienziati vogliono perforare i vulcani dell’Islanda per generare energia illimitata

È l’ambizioso obiettivo del progetto Krafla Magma Testbed, che perforerà la camera magmatica del vulcano Krafla, nel nord-est dell’Islanda: “Potrebbe offrire indizi su come funzionano i vulcani, oltre a produrre energia geotermica”.
A cura di Valeria Aiello
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Gli scienziati islandesi vogliono perforare la camera magmatica del vulcano Krafla, il serbatoio di magma che alimenta il vulcano del nord-est dell’Islanda, a una profondità di circa 2 chilometri, per generare energia illimitata: è questo l’ambizioso obiettivo del progetto Krafla Magma Testbed (KTM), che punta a creare il primo centro di ricerca al mondo sopra una camera magmatica. “Potrebbe offrire indizi su come funzionano i vulcani, oltre a creare energia geotermica” spiegano gli scienziati coinvolti nel progetto.

A partire dal 2027, il team del KMT inizierà le perforazioni. “Sarà come il nostro primo viaggio sulla Luna, cambierà molte cose – dice Yan Lavallée, professore di petrologia magmatica e vulcanologia alla Ludwigs-Maximillian University di Monaco, a capo del comitato scientifico del KMT. In un’intervista alla BBC, il professor Lavallée ha precisato che la perforazione, la prima delle due previste nell’ambito del progetto, dovrebbe consentire di analizzare il magma in modo da poter ascoltare realmente” il polso della Terra. “Sensori di pressione e temperatura saranno posizionati nella roccia fusa – ha evidenziato Lavallée – . Questi sono i due parametri chiave che dobbiamo sondare, per essere in grado di dire in anticipo cosa sta succedendo al magma”.

A questa prima operazione farà seguito una seconda trivellazione, che costituirà un banco di prova per una nuova generazione di centrali geotermiche. “Il magma è estremamente energetico – ha  aggiunto Lavallée – . È la fonte di calore che alimenta i sistemi idrotermali che portano all'energia geotermica. Perché non andare alla fonte?”.

La perforazione della camera magmatica del vulcano Krafla

La camera magmatica del vulcano Krafla è considerata un sito perfetto per questo tipo di perforazioni perché il suo magma è antico e torbido, per cui gli scienziati ritengono improbabile che la perforazione crei un’eruzione o il magma fuoriesca dal pozzo. “Non crediamo che infilare una punta in un’enorme camera magmatica possa creare un effetto esplosivo” ha affermato Bjorn Guðmundsson, che guida il team che effettuerà la perforazione.

Il vulcano Krafla ha eruttato circa 30 volte negli ultimi 1.000 anni, l’ultima delle quali a metà degli anni Ottanta: nel 2009, il sito è stato identificato come candidato per la perforazione in seguito a una trivellazione che ha portato alla scoperta di una camera magmatica a 2 chilometri di profondità (anziché i 4,5 chilometri inizialmente calcolati). Da quell’intercettazione fortuita, che ha messo in evidenza i limiti dei materiali utilizzati per quella perforazione, gli scienziati hanno approfondito la ricerca di soluzioni ingegneristiche che possano permettere agli strumenti di resistere a temperature estreme, che superano i 400 °C.

Concentrandoci sull’immenso potenziale di produzione di elettricità dall’energia geotermica super-calda, il progetto KMT mira a rivoluzionare il modo in cui vengono utilizzati i sistemi geotermici attingendo al calore estremo vicino al magma – hanno osservato gli scienziati – . Questa ricerca all’avanguardia potrebbe migliorare significativamente l’estrazione di energia geotermica, creando nuovi percorsi per una produzione di energia più pulita ed efficiente su scala globale”.

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