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Gli scienziati vogliono costruire un “ipertelescopio” sulla Luna: cos’è e come funzionerebbe

Due scienziati francesi hanno proposto i progetti per la realizzazione di un “ipertelescopio” chilometrico sulla superficie della Luna, da costruire all’interno di giganteschi crateri. Ecco come funzionerebbe e perché sarebbe vantaggioso per gli studi astronomici.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Vladimir Vustianskij
Credit: Vladimir Vustianskij

Gli scienziati hanno messo a punto un progetto per la costruzione di un “ipertelescopio” sulla Luna, un gigantesco telescopio che sfrutta a suo vantaggio le caratteristiche peculiari della compagna della Terra. La realizzazione di un telescopio sulla Luna non è affatto nuova e sono infatti diverse le idee presentate dagli ingegneri spaziali. La più nota è probabilmente il Lunar Crater Radio Telescope (LCRT) dell'Institute for Advanced Concepts della NASA, che in pbase al progetto avrebbe un diametro strutturale di oltre un chilometro e un gigantesco specchio di 350 metri. Come i grandi radiotelescopi terrestri (il FAST cinese e il compianto Arecibo), l'LCRT verrebbe costruito all'interno di una conca naturale sul terreno lunare, ovvero in un cratere. Nel cuore della depressione verrebbero disposti migliaia di pannelli per rendere l'intera superficie riflettente alle onde radio, mentre il ricevitore sarebbe sospeso con un sistema di cavi sopra la parabola in un punto focale.

Credit: Saptarshi Bandyopadhyay
Credit: Saptarshi Bandyopadhyay

Il Lunar Crater Radio Telescope è un progetto di altissima ingegneria che presenta sfide non indifferenti sulla Terra, figurarsi in un mondo “alieno” e ostile come quello lunare. In altri termini, si tratta di qualcosa che al momento va praticamente al di là delle nostre capacità tecniche. Per questo motivo due scienziati hanno pensato a un ipertelescopio differente, un classico telescopio ottico e non un sofisticato – ed estremamente costoso – radiotelescopio. A idearne i progetti sono stati i due ricercatori francesi Jean Schneider e Antoine Labeyrie, rispettivamente dell'Osservatorio di Parigi e dell'Osservatorio della Costa Azzurra di Nizza. Secondo gli esperti l'ipertelescopio si potrebbe costruire in due metodi differenti.

Ipertelescopio tipo 1. Credit: Schneider & Labeyrie
Ipertelescopio tipo 1. Credit: Schneider & Labeyrie

Il primo, come riportato da Universe Today, invece di utilizzare uno specchio unico gigantesco potrebbe basarsi su una rete di specchi più piccoli da disporre nel cuore di un cratere, che assieme danno vita a uno specchio primario univoco. I rilevatori dello strumento potrebbero essere dislocati su cavi sospesi nel punto focale al di sopra del cratere, esattamente come accadeva con Arecibo. Simili specchi potrebbero essere adagiati su crateri lunghi e profondi chilometri, ottenendo un telescopio di lunghezza focale e luminosità / potenza clamorose. La seconda idea prevede di posizionare gli specchi da un lato del cratere e i rilevatori sul margine del lato opposto. In questo caso la lunghezza focale sarebbe maggiore, ma il campo più stretto. Si tratta di progetti molto più semplici dal punto di vista ingegneristico (almeno sulla carta) di quelli degli altri ipertelescopi proposti. Anche in questo caso ci sono comunque sfide da non sottovalutare, come la polvere (regolite) lunare che può cadere sugli specchi e oscurarli e il disallineamento determinato dalla debole attività sismica. Ma sono problemi che possono essere superati.

Ipertelescopio tipo 2. Credit: Schneider & Labeyrie
Ipertelescopio tipo 2. Credit: Schneider & Labeyrie

I benefici di costruire telescopi sulla “faccia nascosta” della Luna sono tanti e troppo vantaggiosi per lasciarsi sfuggire questa occasione; per questo una volta colonizzata non c'è dubbio che in qualche modo si arriverà a realizzarli. Tra i vantaggi ricordiamo il fatto che la Luna non ha atmosfera e dunque i telescopi costruiti sulla sua superficie possono godere di una visione del cosmo veramente “spaziale”, come quella di Hubble per intenderci, ma senza i problemi di carburante . Inoltre non ci sono i disturbi elettromagnetici delle molteplici attività umane sulla Terra. Ricordiamo poi che la Luna ruota 28 volte più lentamente della Terra, e ciò consente osservazioni degli oggetti più lunghe rispetto ai telescopi terrestri e con angoli impossibili dal nostro pianeta. I dettagli della ricerca “Astronomy from the Moon: From Exoplanets to Cosmology and Beyond in Visible Light” sono stati pubblicati su ArXiv.

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