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Cambiamenti climatici

Gli eventi climatici estremi aggravati dal riscaldamento globale causato dall’uomo

Due scienziate del CNR hanno dimostrato che l’aumento nell’intensità e nella frequenza degli eventi climatici estremi è legato al riscaldamento globale provocato dall’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Negli ultimi anni la frequenza e l'intensità delle ondate di calore e di altri eventi climatici estremi sono aumentate sensibilmente, di concerto con il progressivo incremento delle temperature medie rispetto all'epoca preindustriale. Fenomeni molto violenti e finanche catastrofici esistono sin dalla notte dei tempi, poiché legati alla naturale variabilità meteorologica sulla Terra; tuttavia, l'impatto del riscaldamento globale li sta rendendo più numerosi e mediamente più devastanti. Ma dimostrare una correlazione tra i cambiamenti climatici e un aumento delle ondate di calore estreme, a loro volta associate a uragani, siccità, trombe d'aria e altri effetti devastanti, è tutto fuorché semplice o immediato. Anche alla luce dell'influenza delle condizioni locali. Come spiegato in un nuovo studio italiano, infatti, “i meccanismi di amplificazione sono altamente incerti, a causa della complessa interazione tra le risposte fisiche regionali all'azione dell'uomo e le proprietà statistiche delle temperature atmosferiche”. Tuttavia, grazie a sofisticate simulazioni numeriche basate su modelli previsionali, la ricerca italiana ha dimostrato che l'incremento nel numero e nell'intensità delle ondate di calore estremo è catalizzato proprio dal riscaldamento globale. Più nello specifico, dalla variabilità delle temperature giornaliere.

A condurre lo studio sono state le due ricercatrici Claudia Simolo e Susanna Corti dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC). Le scienziate hanno dimostrato che l'elemento chiave che favorisce l'aumento degli eventi estremi è la variabilità della temperatura, che a sua volta è influenzata dalle fluttuazioni statistiche delle temperature giornaliere (rispetto alla media) nelle diverse regioni della Terra. In parole semplici, maggiore è il divario nelle temperature misurate rispetto alla media attesa, superiore è il numero di eventi estremi che si verificano. Lo hanno determinato grazie a modelli matematici basati su dati climatici del passato e del futuro (previsionali).

La proiezione delle temperature Credit: Nature Communications
La proiezione delle temperature Credit: Nature Communications

“Gli eventi estremi aumentano in modo allarmante sia in numero che in severità dall’inizio della rivoluzione industriale, in un quadro di cambiamento altamente eterogeneo”, ha dichiarato la dottoressa Simolo. “In alcune aree del pianeta gli eventi di caldo estremo si susseguono a ritmi senza precedenti, mentre in altre si manifestano in modo sempre più dirompente, con gravi conseguenze per l’uomo e gli ecosistemi: tuttavia, i fondamentali meccanismi di amplificazione sono ancora poco chiari, aggiungendo elementi di incertezza alle proiezioni future”, ha aggiunto la scienziata del CNR.

Per fare un esempio pratico, le aree soggette ai fenomeni di desertificazione rispondono in maniera diversa all'impatto antropico rispetto alle lussureggianti foreste nella fascia temperata del pianeta. È noto che ai poli le temperature medie stanno aumentando praticamente a una velocità doppia rispetto al resto del mondo, ad esempio a causa dell'acqua marina più calda e della ridotta albedo (la capacità di una superficie di riflettere i raggi solari) dovuta allo scioglimento del ghiaccio. Anche sulle vette delle montagne si stanno manifestando fenomeni analoghi. Ai tropici, come spiegato dal CNR, “la limitata variabilità naturale è all’origine dello straordinario incremento degli episodi di caldo anomalo e spiega l’elevata vulnerabilità di questa regione al cambiamento climatico”. “D’altra parte, in Europa e nel Mediterraneo, il rapido innalzamento delle temperature estive – a causa del progressivo inaridimento del suolo – è l’elemento determinante dei sempre più intensi e persistenti episodi di caldo estremo”, ha sottolineato la dottoressa Corti.

L'incremento delle ondate di calore è talmente significativo che, secondo un recente studio dell'Università di Washington, l'estate infernale vissuta nel 2022 nel 2100 sarà la norma, inoltre secondo un'altra ricerca, i bambini nati nel 2020 saranno sottoposti a un numero sette volte superiore di eventi rispetto ai nonni. A causa di questo fenomeno le regioni tropicali sono soggette all'esacerbazione di alluvioni devastanti, ondate di siccità estrema, significativa perdita dei raccolti, desertificazione e altri fenomeni che stanno spingendo diverse popolazioni a migrare a causa di un territorio non più vivibile. Una delle principali conseguenze dei cambiamenti climatici è rappresentata proprio da migrazioni di massa senza precedenti, che in futuro saranno acuite anche dalla scomparsa di intere regioni e metropoli costiere, oltre che di isole dell'Oceano Pacifico, a causa dell'innalzamento del livello del mare. Sapere che la variabilità giornaliera delle temperature è intimamente connessa con la severità degli eventi climatici estremi aiuterà gli scienziati a mettere a punto modelli previsionali più accurati sulla curva di riscaldamento. I dettagli della ricerca “Quantifying the role of variability in future intensification of heat extremes” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Communications.

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