Gli astronomi non avevano mai avvistato un pianeta così giovane: perché è un evento incredibile
È il pianeta più giovane mai avvistato dalla Terra: si chiama TIDYE-1b, è 11 volte più grande della Terra, è meno denso, ma soprattutto, è 1.500 volte più giovane del nostro Pianeta, con i suoi 4,5 miliardi di anni: il nuovo arrivato ha infatti solo tre milioni di anni.
Non è la prima volta che gli astronomi osservano pianeti formatisi in un passato relativamente recente (tra i 10 e i 40 milioni di anni fa), ma mai nessuno era riuscito a individuarne uno così giovane. A farlo è stato l'astronomo Madyson Barber, della University of North Carolina at Chapel Hill, servendosi del telescopio di ultima generazione TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa. A ogni modo, la scoperta di un pianeta così giovane resta un evento più unico che raro. Il perché lo spiega direttamente l'autore della scoperta in un articolo su Nature.
Com'è fatto il nuovo Pianeta
Il Pianeta TIDYE-1b – il nome per esteso è IRAS 04125+2902 b – si trova nella Nube del Toro, a circa 430 anni luce dalla Terra, un agglomerato di stelle di recente formazione, all'interno dell'omonima costellazione. Secondo la ricostruzione dell'astronomo, il Pianeta dovrebbe non avere più di tre milioni e sarebbe ancora in uno stato incandescente per effetto del calore della sua formazione, quindi non si sarebbe ancora raffreddato.
La sua scoperta è un evento raro non perché pianeti così giovani non ci siano, ma perché il metodo con cui normalmente vengono identificati non permette di vederli a causa della nube di detriti che circonda le stelle appena nate.
Perché la sua scoperta è un evento raro
Il metodo utilizzato si chiama infatti "metodo di transito" e consiste nell'avvistare un pianeta dal leggero calo di luce che proietta sulla stella attorno cui orbita per la presenza dalla nuvola oscura che la circonda.
Tuttavia, il telescopio della Nasa è riuscito comunque a rilevare TISYE-1b perché qualcosa è andato diversamente dal solito e si è creata una deformazione nel disco nebuloso che circonda la sua stella, rendendolo così visibile. Forse – ipotizzano gli astronomi – un effetto della migrazione del pianeta stesso verso la sua stella, o della presenza di un'altra stella vicina o ancora, come mostrano le simulazioni al computer, il disco potrebbe essersi "rotto" in conseguenza a una pioggia di materiali da una regione circostante della costellazione, affollata di stelle in formazione.
Sta di fatto che la sua scoperta è un evento eccezionale che offre agli scienziati di studiare un pianeta agli inizi del suo ciclo di vita, come mai non è era stato possibile finora.