Giovanni Allevi e la malattia, cos’è il mieloma multiplo, quali sono i sintomi e come si cura il tumore
Giovanni Allevi si racconta in un nuovo libro, "I nove doni", dopo una lunga battaglia contro il mieloma multiplo, un tipo di tumore che ha origine dal midollo osseo. Dopo due anni dalla scoperta della malattia che lo ha tenuto lontano dal palco e, soprattutto, dal suo pianoforte, il compositore italiano ha rivelato che il suo tumore “non è ancora del tutto sconfitto”, ma che tornare a suonare davanti al pubblico, come fatto al Festival di Sanremo 2024, ha dato voce ai tanti guerrieri che, come lui, affrontano la sofferenza.
Poco prima che gli fosse diagnosticata la malattia, Allevi aveva spiegato di soffrire di “dolori lancinanti” durante i concerti, che ha poi scoperto essere un sintomo del mieloma. In uno dei suoi ultimi post su Instagram, parlando delle sue condizioni di salute, Allevi ha scritto di “sopportare il dolore con pazienza” e che “un passo alla volta” sta eroicamente uscendo dall’inferno. Il mieloma multiplo è infatti una neoplasia che spesso comporta forti dolori alle ossa, soprattutto a livello della schiena, del bacino e delle costole, caratterizzata anche da una maggiore fragilità ossea, quindi un maggior rischio di fratture che, nel caso di Allevi, hanno interessato “diverse parti del corpo e in particolare le vertebre”, mettendo a dura prova la sua resistenza al dolore.
Cos’è il mieloma multiplo, il tipo di tumore di Giovanni Allevi
Il mieloma multiplo è un tipo di tumore che colpisce alcune particolari cellule del midollo osseo, chiamate plasmacellule, che sono cellule del sistema immunitario che derivano dai linfociti B e che hanno il compito di produrre gli anticorpi (noti anche come immunoglobuline e gammaglobuline) per combattere le infezioni. Le plasmacellule si trovano appunto nel midollo osseo, un tessuto spugnoso contenuto principalmente nelle ossa piatte, come le quelle del bacino e le costole, e nei canali interni delle ossa lunghe.
Nel mieloma multiplo, le plasmacellule tumorali si moltiplicano in modo eccessivo e incontrollato, dando origine a una popolazione di cellule geneticamente uguali (per questo chiamate cloni) che producono una grande quantità di un singolo tipo di anticorpo noto come proteina M (proteina monoclonale delle immunoglobuline).
La produzione di un singolo tipo di anticorpo sopprime lo sviluppo degli altri normali elementi midollari, come globuli bianchi, globuli rossi e piastrine, e comporta una produzione notevolmente ridotta dei normali anticorpi, utili a combattere le infezioni, e altre disfunzioni immunitarie, con conseguente più alto rischio di contrarre infezioni batterie o virali. In alcuni casi, le plasmacellule tumorali possono invadere diversi organi e tessuti, mentre gli anticorpi prodotti da questi cloni possono talvolta danneggiare gli organi vitali, in particolare i reni e le ossa.
Le cause del mieloma multiplo
Le cause del mieloma multiplo sono ancora sconosciute. Ciò che però sappiamo è che l’incidenza di malattia aumenta fra i parenti prossimi, suggerendo un suo carattere ereditario. Oltre alla familiarità, gli esperti indicano una serie di altri fattori che potrebbero aumentare il rischio di sviluppare la malattia, tra cui l’età (le persone sopra i 65 hanno un rischio maggiore di ammalarsi, anche se sempre più frequentemente vengono diagnosticati casi in persone più giovani), il genere (la malattia ha un’incidenza maggiore nella popolazione maschile), e l’etnia (gli afro-americani hanno il doppio di probabilità di ammalarsi di mieloma multiplo rispetto ai caucasici).
Altri fattori che potrebbero essere correlati all’insorgere del mieloma multiplo, anche se il nesso di casualità non è ancora dimostrato, sono l’esposizione alle radiazioni, al benzene e altre sostanze chimiche, la presenza di condizioni che indeboliscono il sistema immunitario e l’obesità.
Quali sono i sintomi del mieloma multiplo
Il mieloma multiplo, soprattutto negli stati iniziali della malattia, si sviluppa senza particolari sintomi. Tuttavia, nel momento in cui si manifestano i sintomi, questi includono spesso il dolore osseo, che è il sintomo più comune di questo tipo di neoplasia.
In generale, i sintomi del mieloma multiplo sono:
- dolore osseo, in particolare a livello della schiena, dei fianchi e delle costole. È un tipo di dolore profondo, che persiste nel tempo e peggiora in seguito al movimento.
- fratture, dovute al fatto che le ossa possono indebolirsi per effetto della malattia, che riguardano maggiormente le costole e la colonna vertebrale. In quest’ultimo caso, si può andare in contro al collasso di alcune sue sezioni, con conseguente compressione del midollo spinale e schiacciamento dei nervi.
- anemia (riduzione dei livelli di emoglobina nel sangue), quale conseguenza della ridotta produzione di globuli rossi.
- infezioni ricorrenti, dovute ad un sistema immunitario indebolito dalla malattia
- trombocitopenia (carenza di piastrine), quale conseguenza della ridotta produzione di piastrine con annessi sanguinamenti anormali
La diagnosi di mieloma multiplo avviene misurando le diverse quantità di anticorpi nel sangue (dosaggio) e valutando le quantità e i tipi di proteine presenti nelle urine. Per la conferma, è necessaria la biopsia del midollo osseo, che consiste nel prelievo tramite un ago di un campione (agoaspirato), nella maggior parte dei casi dalle ossa del bacino, allo scopo di individuare le plasmacellule tumorali.
Come si cura il mieloma multiplo
Il trattamento, riportano i manuali MSD, spesso include una combinazione di diversi farmaci chemioterapici convenzionali, corticosteroidi e uno o più dei seguenti agenti: inibitori del proteosoma (come bortezomib, carfilzomib o ixazomib), farmaci immunomodulatori (come lenalidomide, talidomide o pomalidomide), l’inibitore dell’esportazione nucleare selinexor o anticorpi monoclonali (compresi daratumumab o elotuzumab). A volte può essere di aiuto anche la radioterapia, per trattare il dolore osseo, e eventualmente il trapianto di cellule staminali.
Un’opzione, nei soggetti con una buona salute di base, è il trapianto di cellule staminali autologhe, che viene preso in considerazione per i pazienti con un’adeguata funzionalità cardiaca, epatica, polmonare e renale, in particolare in quelli la cui malattia è stabile o ha risposto a diversi cicli di chemioterapia. La pratica consiste nella reinfusione (trapianto) di cellule staminali (cellule non specializzate, che si trasformano in cellule ematiche immature, che a loro volta maturano per diventare globuli rossi, bianchi e piastrine) prelevate dal sangue del soggetto prima di iniziare la chemioterapia ad alto dosaggio.