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Giovane sviluppa un nodulo alla testa di 30 cm a causa della breakdance: com’è possibile

Un ragazzo danese che praticava breakdance da anni ha sviluppato un’estesa e spessa fibrosi nel cuoio capelluto, una sorta di massa tumorale benigna che i medici hanno dovuto rimuovere tramite intervento chirurgico.
A cura di Andrea Centini
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Potrebbe sembrare assurdo, ma un ragazzo danese di circa 30 anni ha sviluppato un enorme nodulo alla testa a causa della breakdance, una danza acrobatica da strada molto popolare tra i giovani (quest'anno per la prima volta è stata presentata alle Olimpiadi, tenutesi a Parigi). La ragione risiede nella significativa e continua sollecitazione al cuoio capelluto – composto da diversi strati – determinata da una delle mosse più iconiche e spettacolari di questo ballo, l'headspin, ovvero le rotazioni sulla testa. Questa pratica, se perpetrata per anni in modo costante e intensivo, porta all'ispessimento del tessuto fibroso e del grasso al di sopra del cranio, generando una sorta di massa tumorale benigna. I medici chiamano questa condizione “headspin hole” o “breakdancer bulge” ed è una patologia specifica dei ballerini di questa specialità.

La fibrosi può essere così ampia da potersi estendere per decine di centimetri ed ispessirsi per oltre due centimetri. Lo strato di cuoio capelluto colpito, oltre al grasso, è l'aponeurosi epicranica o galea aponeurotica, uno strato di tessuto connettivo molto denso – simile a quello di un tendine – che occupa tutta la parte superiore della testa, dai muscoli della fronte (frontali) a quelli della nuca (occipitali). Nel caso del ragazzo protagonista di questa storia il nodulo aveva una superficie di 30 centimetri e uno spessore di 2,5 centimetri, una sorta di grande cono che era accompagnato anche dalla perdita di capelli. Solo dopo un invasivo intervento chirurgico è stato possibile riportare la sua testa a una forma tipica. A descrivere in dettaglio il suo peculiare caso clinico sono stati i medici Mikkel Bundgaard Skotting e Christian Baastrup Søndergaard del Dipartimento di Neurochirurgia presso l'Ospedale Universitario di Copenaghen (Danimarca).

In base all'anamnesi condotta dagli specialisti, il trentenne praticava la mossa dell'headspin da diversi anni, facendo sessioni intensive cinque volte alla settimana con ripetute rotazioni sulla testa di oltre cinque minuti. L'attrito e lo schiacciamento costante hanno causato l'infiammazione del cuoio capelluto, sfociata prima nella perdita dei capelli e successivamente nella formazione del breakdancer bulge. Come spiegato in un articolo pubblicato su The Conversation dal professor Adam Taylor, docente e direttore presso il Clinical Anatomy Learning Centre dell'Università Lancaster (Regno Unito), il processo patologico può essere associato alla formazione dei calli su altre parti del corpo. “Il corpo innesca una reazione protettiva simile all'attrito su mani e piedi, dove si formano i calli per distribuire la pressione e proteggere dai danni i tessuti sottostanti. Le attività ripetitive quotidiane, dal tenere in mano uno smartphone o pesi pesanti fino al portare scarpe non adatte, possono causare calli”, ha spiegato il medico.

La breakdance svolta in modo continuativo è associata a una serie di disturbi che i medici chiamano “sindrome da abuso / uso eccessivo del breakdancer”, che abbraccia vari disturbi, dal tunnel carpale a tendini gonfi e infiammati, passando per infortuni significativi alle articolazioni e all'anca, borsite alla colonna vertebrale fino alle irritazioni del cuoio capelluto, che possono sfociare in sanguinamento, perdita di capelli e noduli fibrosi di dimensioni significative. Tra le mosse più problematiche dal punto di vista della patogenesi, oltre all'headspin, figurano il windmill e il backspin, come spiegato dal professor Taylor. Nei casi più gravi possono addirittura determinarsi frattura dell'osso del collo e paralisi. L'atleta ucraina Anna Ponomarenko è tra le breakdancer professioniste rimaste paralizzate a causa dello schiacciamento dei nervi, ma fortunatamente si è ripresa e ha potuto partecipare regolarmente alle Olimpiadi di Parigi di quest'anno.

Si stima che circa il 30 percento dei ballerini di breakdance vada incontro a irritazioni del cuoio capelluto con perdita di capelli, ispessimento del tessuto connettivo e disturbi correlati. Il trentenne danese ha dichiarato di vergognarsi per questi effetti e ha iniziato a indossare un cappello quando si presentava in pubblico, ma si è recato dai medici solo quando il nodulo ha cominciato a crescere in modo significativo. Fortunatamente è possibile prevenire gran parte di questi disturbi indossando specifiche protezioni in gommapiuma per la testa. I dettagli dello studio “‘Headspin hole’: an overuse injury among breakdancers” sono stati pubblicati su British Medical Journal – Case reports.

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