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Gigantesco serpente di quasi 6 metri catturato da un cacciatore in Florida

Un pitone birmano di quasi 6 metri è stato catturato e probabilmente ucciso da un cacciatore della Florida. Il serpente è considerato specie invasiva negli USA e responsabile di significativi danni ecologici, ma la colpa è solo dell’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: gladesboys
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Un enorme serpente di quasi 6 metri è stato catturato – e probabilmente ucciso – da un cacciatore in Florida. Si tratta di un pitone birmano (Python bivittatus), contemplato fra le specie aliene più invasive al mondo e in grado di provocare gravi danni agli equilibri biologici e alla biodiversità autoctona. Per questo motivo le autorità dello Stato americano hanno concesso l'autorizzazione a cacciare e uccidere (in modo non crudele) questi grandi rettili. I pitoni birmani possono infatti arrivare a dimensioni davvero impressionanti, come quello recentemente catturato e mostrato nel profilo Instagram “Glades Boys Python Adventures”, un gruppo di cacciatori organizzati formatosi per proteggere l'ecosistema paludoso delle Everglades da questi animali.

Il serpente è il più lungo catturato fino ad oggi nella regione, misurando esattamente 5,79 metri; il precedente record apparteneva a un altro esemplare di 5,7 metri prelevato nel 2020, mentre nel 2019 ne fu catturato un altro di oltre 5 metri per 63,5 chilogrammi di peso. Il pitone birmano più lungo non è comunque il più pesante; con i suoi 56 chilogrammi è infatti ben lontano da una femmina di oltre 97 chilogrammi catturata nel 2022 (ma in quel caso aveva da poco divorato la sua preda). Potete vedere il pitone birmano più lungo mai catturato cliccando sul seguente link, ma sottolineiamo che se si tratta di un'azione violenta la cui visione può impressionare il pubblico sensibile.

Per rendersi conto dell'impatto devastante dei pitoni birmani sulla fauna delle Everglades è sufficiente far riferimento ai dati rilasciati dagli scienziati dello United States Geological Survey (USGS); questi serpenti, infatti, in soli quindici anni sono stati in grado di eliminare totalmente dall'intera ecoregione della Florida le volpi, i conigli dalla coda di cotone e i conigli di palude. Se ciò non bastasse, hanno fatto sparire anche il 99,3 percento dei procioni; l'87,5 percento dei cosiddetti bobcat, le linci rosse (Lynx rufus); e il 98,9 percento degli opossum. Si tratta infatti di predatori forti e implacabili cresciuti numericamente in modo esponenziale, che non hanno lasciato scampo ai mammiferi autoctoni non adattati evolutivamente a competere con una minaccia così formidabile.

Il pitone birmano, come suggerisce il nome stesso, è una specie originaria del Sud Est asiatico, dove purtroppo è in declino a causa della distruzione degli habitat naturali e della caccia. È infatti classificato come Vulnerabile (codice VU) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale organo internazionale che si occupa di tutela e monitoraggio della biodiversità. Ma se le cose nel suo luogo di origine vanno male, la specie ha iniziato a proliferare in modo incontrollato dove è stata introdotta illegalmente.

I primi avvistamenti nelle Everglades sono iniziati negli anni '80, probabilmente esemplari rilasciati da comuni cittadini che hanno deciso (criminosamente) di liberarsene nell'ambiente naturale. È un comportamento diffuso che ha portato alla proliferazione di diverse specie aliene anche in Italia, come le tartarughe d'acqua dolce americane. La popolazione di pitoni birmani in Florida ha tuttavia avuto un'esplosione demografica a partire dal 1992, quando a causa dell'uragano Andrew andarono distrutti numerosi edifici che ospitavano questi animali esotici, favorendo la dispersione in natura un numero impressionante. Da allora sono iniziate le stringenti misure di eradicazione, ma ad oggi il problema è ancora presente e vengono continuamente catturati esemplari da record. Ricordiamo che la colpa non è dei serpenti, che si comportano solo seguendo le leggi della natura, ma dell'uomo che porta animali selvatici dove non dovrebbe scatenando disastri ecologici.

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