Gemello “parassita” di un adolescente rimosso in una complessa operazione, era attaccato al suo addome
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Un intervento chirurgico unico nel suo genere ha cambiato la vita di un ragazzo indiano di 17 anni, nato con un gemello “parassita” attaccato all’addome, una condizione che si verifica quando due gemelli identici non riescono a separarsi completamente durante le prime fasi dello sviluppo embrionale. Nel caso dell’adolescente, il gemello “parassita” aveva gli arti inferiori completamente sviluppati, bacino e genitali che erano cresciuti proporzionalmente con il suo sviluppo.
Solitamente, questa condizione viene rilevata durante gli screening prenatali, ma la situazione socioeconomica della famiglia del ragazzo aveva impedito la diagnosi precoce. Dopo la sua nascita, i medici locali avevano sconsigliato la separazione dal gemello parassita, mettendo in guardia i familiari dal rischio di un potenziale decesso per la complessità dell’operazione, ma con l’avanzare dell’età, la struttura parassitaria avrebbe potuto causare complicazioni cardiovascolari e problemi neurologici al gemello dominante, mettendo comunque in pericolo la sua vita.
Su suggerimento di un parente, il ragazzo si è quindi rivolto all’ospedale Aiims di Delhi, dove i medici hanno eseguito con successo l’impegnativa procedura di rimozione. Al momento dell’intervento, il gemello parassita pesava quasi 15 kg.
La rimozione del gemello “parassita” di un ragazzo di 17 anni
La sfida più grande per i chirurghi che hanno condotto l’intervento di rimozione è stata la separazione dei tessuti condivisi con il gemello parassita: l’operazione, durata due ore e mezzo, ha infatti comportato una complessa separazione non solo della rete di vasi sanguigni e nervi, ma anche dei tessuti vicini alla parete toracica, all’intestino e al fegato.
Ciò che ha reso particolarmente delicata l’operazione è stata la struttura parassitaria stessa, che era composta da gambe completamente sviluppate e includeva anche genitali esterni, che erano cresciuti di dimensioni con l’età del ragazzo. “Nell’arto parassitario percepiva anche il tatto, il dolore e la temperatura – ha spiegato il dottor Asuri Krishna, a capo del team di specialisti che ha operato il ragazzo, al quotidiano Indian Express – . A parte un dolore all’addome e ai fianchi, il paziente aveva una normale funzionalità intestinale e vescicale, mangiava regolarmente e non aveva altri problemi di salute importanti”.
“Abbiamo eseguito un’angiografia TC per valutare l’afflusso di sangue all’arto parassitario e abbiamo scoperto che era alimentato da un ramo dell’arteria mammaria interna, che di solito irrora la parete toracica. Ciò ha reso la situazione più difficile. Durante la scansione TC è stata anche trovata una grande massa cistica nell’addome” ha aggiunto la radiologa Ankita Agarwal.
L’operazione è stata quindi eseguita in due fasi: la prima ha comportato la rimozione del gemello parassita, praticata attraverso un’incisione circolare attorno alla base degli arti, nel punto in cui era attaccati all’addome. “Abbiamo inciso con attenzione la pelle e il tessuto, identificando e legando i vasi sanguigni che irroravano, e separato l’attacco osseo – ha precisato il dottor Krishna – . I testicoli sottosviluppati del gemello parassita sono stati trovati nel tessuto molle nel sito di attacco e completamente rimossi”.
Durante la seconda parte dell’operazione, i chirurghi hanno provveduto alla rimozione della massa cistica dall’addome del ragazzo, che era situata sulla parete addominale, vicino all’intestino e dal fegato, e riposizionato la sua vescica, che si era estesa insolitamente in alto, fino all’ombelico. I medici hanno poi inserito un drenaggio, che è stato rimosso il terzo giorno dopo l’operazione.
L’intervento ha cambiato la vita dell’adolescente
Il ragazzo si è rapidamente ripreso dall’intervento, i suoi segni vitali sono rimasti stabili ed è stato dimesso quattro giorni dopo, con la prospettiva di una vita normale. “Le persone lo avevano isolato e ha trascorso gran parte della sua infanzia da solo – ha raccontato il dottor Manish Singhal del dipartimento di chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Aiims di Delhi – . Ha anche avuto difficoltà a scuola, che è stato costretto a lasciare quando era all’ottava classe, senza più riuscire a frequentarla da allora”.
Anche se non potrà recuperare l’infanzia perduta, il ragazzo ora sta pensando di tornare a scuola e vuole avare una vita normale. “Non potevo viaggiare da nessuna parte o fare attività fisica – ha detto il giovane – . Ora un nuovo mondo si è aperto davanti a me. Spero di studiare e trovare un lavoro”.