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Gatto mangia cibo per animali e muore di influenza aviaria H5N1: nei felini è letale al 70%

Il Dipartimento dell’Agricoltura dell’Oregon ha annunciato che un gatto è morto di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) dopo aver mangiato cibo per animali a base di tacchino. Il virus nei felini è letale quasi al 70%. Registrata anche una strage in un santuario, dove hanno perso la vita venti esemplari.
A cura di Andrea Centini
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Un gatto di casa è morto di influenza aviaria H5N1 dopo aver mangiato un prodotto per animali domestici a base di cibo crudo e congelato. Il felino è deceduto negli Stati Uniti. A darne notizia il Dipartimento dell'agricoltura dell'Oregon, dopo aver condotto vari test di laboratorio sia sui campioni biologici del gatto che sul contenuto della confezione di “Feline Turkey Recipe”, un alimento a base di tacchino. L'azienda produttrice ha disposto l'immediato ritiro delle confezioni commercializzate in Nord America (Stati Uniti e Canada, i Paesi europei non sono coinvolti) e ha invitato chiunque avesse comprato degli specifici lotti da 2 libbre – con scadenza nel 2025 e 2026 – di distruggerli e chiedere il completo rimborso presso il rivenditore.

Sebbene l'influenza aviaria A (H5N1) ad alta patogenicità HPAI sia attualmente responsabile di una gravissima epidemia globale negli uccelli selvatici e domestici iniziata alla fine del 2021 (che ha causato la morte di centinaia di milioni di esemplari), si è anche trasformata in una panzoozia che sta colpendo moltissime altre specie, mammiferi compresi. Fra essi orsi, foche, volpi, mustelidi (furetti, ermellini, visoni etc etc), maiali e animali da compagnia alla stregua dei gatti. Particolarmente sorprendente e problematica è ritenuta l'infezione nei bovini da latte registrata in diversi Stati degli USA, un contagio che gli scienziati ritenevano improbabile ma che adesso sta provocando anche casi sporadici tra gli allevatori. Fortunatamente il virus non è ancora bravo a infettare le cellule umane, ma mancherebbe solo una mutazione per “perfezionale” lo spillover, il salto di specie, dettaglio che trasformerebbe l'aviaria nella prossima pandemia, secondo gli esperti. E sarebbe un enorme problema, considerando che si stima una mortalità potenziale fino al 50 percento. Molto, molto peggiore della COVID-19 provocata dal coronavirus SARS-CoV-2.

L'influenza aviaria mortale quasi al 70% nei gatti

Il pericolo, comunque, è altissimo anche per i felini. Come evidenziato da un recente studio condotto da scienziati della Scuola di Salute Pubblica e Dipartimento di Medicina dell'Università del Maryland, infatti, la mortalità per aviaria H5N1 nei gatti è prossima al 70 percento. E sempre più felini si stanno ammalando a causa della diffusione della malattia tra i roditori e gli uccelli, che i gatti cacciano se lasciati liberi di vagare dai padroni (creando un danno enorme all'ambiente ma anche alla loro salute). Evidentemente l'estrema circolazione del virus negli allevamenti di polli e tacchini in tutto il mondo può coinvolgere anche la carne destinata ai nostri amici a quattro zampe, come dimostra il caso dell'Oregon. I test sullo sfortunato gatto e sul contenuto della confezione di cibo sono stati condotti da esperti del National Veterinary Services Laboratories (NVSL) del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) e dell'Oregon Veterinary Diagnostic Laboratory (ODVL), e hanno confermato il collegamento.

“Siamo certi che questo gatto abbia contratto l'H5N1 mangiando cibo crudo e congelato per animali domestici”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Ryan Scholz, veterinario presso il Dipartimento dell'Agricoltura dell'Oregon. “Questo gatto era rigorosamente un gatto da interno; non era esposto al virus nel suo ambiente e i risultati del sequenziamento del genoma hanno confermato che il virus recuperato dal cibo crudo per animali domestici e dal gatto infetto erano esattamente corrispondenti”, ha chiosato l'esperto.

Strage in un santuario di felini a causa dell'influenza aviaria

La pericolosità del virus nei felini è evidenziata anche da una recente moria verificatasi in un santuario, come indicato in un post su Facebook dal Wild Felid Advocacy Center di Washington. Una ventina di esemplari di diverse specie selvatiche hanno perso la vita a causa dell'aviaria. Fra essi una tigre del Bengala, quattro serval, due linci canadesi, una lince euroasiatica, un caracal e molti altri. La diffusione del virus, del resto, sta uccidendo molti animali in zoo, giardini zoologici e altre strutture in cui vengono tenuti in cattività; numerosi esemplari appartengono a specie in via di estinzione.

Influenza aviaria nei gatti e rischi per l'uomo

Gli esperti sottolineano che i gatti che vengono a contatto con il virus, ad esempio cacciando uccelli e altre specie in natura, possono portarlo dentro casa e aumentare il rischio di contagio anche fra le persone. Per ridurre i rischi il Dipartimento dell'agricoltura dell'Oregon raccomanda di evitare di consumare prodotti a base di carne cruda o poco cotta, i latticini crudi (come il latte non pastorizzato) e il contatto con animali morti o malati. Fondamentale anche curare l'igiene delle mani dopo aver manipolato prodotti di origine animale. Il rischio principale è che attraverso la continua circolazione del virus possa emergere la sopracitata mutazione. Al momento ne sono state trovate alcune "preoccupanti" in un paziente ricoverato negli USA, il primo malato grave per aviaria del Paese, ma non sono state acquisite dalla fonte, bensì evolute al suo interno durante l'infezione. Dettaglio che limiterebbe il rischio per la salute pubblica.

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