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Galleria Adige-Garda, cos’è l’opera che salva Verona dalla piena del fiume

La galleria Adige-Garda è un tunnel scolmatore artificiale costruito allo scopo di prevenire le inondazioni dell’Adige in caso di intensi fenomeni di maltempo, scaricando le acque in eccesso nel lago di Garda.
A cura di Valeria Aiello
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La mappa della Galleria Adige-Garda
La mappa della Galleria Adige-Garda

La Galleria Adige-Garda è un canale scolmatore artificiale di 10 km che ha lo scopo di prevenire le inondazioni dell’Adige, scaricando l’acqua in eccesso nel lago di Garda. Chiamata anche galleria Mori-Torbole, dal nome delle località di imbocco e sbocco del canale, è stata costruita tra il 1939 e il 1959 e viene usata solo in caso di emergenza per evitare le inondazioni nei territori nel Trentino meridionale e della provincia di Verona attraversati dal fiume. L’ultima ondata di maltempo che ha interessato il Nord-Est dell’Italia ha tuttavia portato ad una sua apertura precauzionale nel pomeriggio di martedì 31 ottobre 2023, in deroga al superamento del livello di guardia di 5 metri al ponte di San Lorenzo a Trento. L’ultima volta che la galleria Adige-Garda era stata utilizzata è stato il 29 ottobre 2018, preservando Verona dal rischio di allagamento. Complessivamente, in 64 anni di vita, le sue aperture sono state una dozzina.

La storia della galleria Adige-Garda

L’idea di realizzare un canale sotterraneo per ridurre la portata dell’Adige utilizzando il lago di Garda come cassa di espansione si deve al padre francescano e geografo Vincenzo Maria Coronelli che nel 1712 propose di moderare il flusso del fiume attraverso lo scavo di una galleria di circa 8 km nei pressi della chiusa di Ceraino. All’epoca, l’idea venne accantonata per lo scarso dislivello esistente rispetto allo sbocco, ma venne ripresa circa un secolo dopo, in seguito a grandi esondazioni dell’Ottocento.

Il progetto ritenuto più idoneo, che fu quello che venne poi realizzato, prevedeva di creare una galleria scolmatrice con origine sulla sponda destra dell’Adige, presso il Ponte di Ravazzone a Mori e sbocco nel lago di Garda poco più a sud del centro abitato di Torbole. Il progetto venne approvato il 3 febbraio 1939 e i lavori iniziarono il 1° marzo 1939, ma vennero interrotti con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale il tratto finale del canale venne impiegato per la produzione di armamenti. I lavori ripresero nel 1954 per poi essere ultimati il 18 maggio 1959.

Imbocco del tunnel Mori-Torbole (galleria Adige-Garda), che consente lo scarico delle acque dal fiume Adige al lago di Garda per evitare allagamenti. Credit: Wikipedia/Matteo Ianeselli
Imbocco del tunnel Mori-Torbole (galleria Adige-Garda), che consente lo scarico delle acque dal fiume Adige al lago di Garda per evitare allagamenti. Credit: Wikipedia/Matteo Ianeselli

La prima apertura della galleria Adige-Garda fu quella del 17 settembre 1960, in seguito a un evento di piena dell’Adige, durante il quale furono scaricati nel Garda circa 70 milioni di metri cubi d’acqua. Da allora, l’opera è stata utilizzata altre 11 volte, compresa l’apertura del 31 ottobre 2023.

Come funziona il tunnel che porta l’Adige nel lago di Garda

La galleria Adige-Garda è un’opera di ingegneria idraulica che ha la funzione ridurre la portata dell’Adige a monte del veronese, scaricando le acque in eccesso nel lago di Garda. Il canale scolmatore, di 7 metri di diametro, ha la possibilità di deviare fino a 500 metri cubi al secondo di acqua, sfruttando il dislivello naturale di 100 metri esistente dal punto di imbocco a quello di uscita. Le sole azioni meccaniche riguardano l’apertura e la chiusura delle paratoie, posizionate su quattro finestre di immissione.

I criteri e chi decide l’apertura della galleria Adige-Garda

I criteri di apertura, utilizzo e la chiusura della galleria Adige-Gadda sono disciplinati da una convenzione operativa firmata nel 2002 tra la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Veneto, la Regione Lombardia, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, l’Autorità del bacino del fiume Po e l’Autorità di bacino del fiume Adige. Si basano sul livello del fiume Adige in diversi punti di rilevazione idrometrica (soglia di 5 metri di altezza al ponte di San Lorenzo a Trento), sebbene possa essere decisa l’apertura in deroga alla convenzione come misura precauzionale.

Lo sbocco della galleria Adige-Garda a Torbole. Credit: Wikipedia/Antonio Falzoni
Lo sbocco della galleria Adige-Garda a Torbole. Credit: Wikipedia/Antonio Falzoni

Verona già salvata dalla piena dell’Adige nel 2018

Prima dell’apertura precauzionale del 31 ottobre 2023, la galleria Adige-Garda non veniva aperta dal 29 ottobre 2018, quando al punto di rilevamento di Vo’ destro il fiume superò abbondantemente i 5 metri di altezza e raggiunse il livello di 4,8 metri al ponte di San Lorenzo. L’utilizzo permise di scaricare 17,5 milioni di metri cubi di acqua nel Garda, con un innalzamento stimato di circa 5 centimetri del lago, salvando Verona e il Polesine dall’allagamento.

Le polemiche della Comunità del Garda

L’apertura della galleria Adige-Garda del 31 ottobre 2023, operativa dal pomeriggio di martedì fino a pochi minuti dopo la mezzanotte, ha scatenato una serie di polemiche, in quanto il funzionamento dello scolmatore comporta l’intorbidimento e il raffreddamento del del Garda per l’improvviso ingresso delle acque più limacciose e fredde dell’Adige. A ciò si aggiunge l’ingresso di inquinanti che provocano un peggioramento non trascurabile del sistema lacustre. Per questi motivi, la galleria viene generalmente utilizzata esclusivamente in situazioni di alto rischio.

A sollevare perplessità sull’ultima apertura, che si stima abbia scaricato nel lago circa 3,5 milioni di metri cubi di acqua, i vertici della Comunità del Garda, che hanno chiesto il rispetto delle regole di gestione. Sul tema è intervenuto anche il WWF, che ha chiesto studi approfonditi sull’interazione tra i due corpi idrici e, soprattutto, sull’impatto dei sedimenti a lungo termine, sull’habitat ed ecosistema gardesano.

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