video suggerito
video suggerito

Fumare fa invecchiare prima, lo dimostra un nuovo studio: chi smette può invertire il processo

Uno studio presentato al Congresso Internazionale 2023 della Società Europea per la Medicina Respiratoria, in corso a Milano, ha dimostrato che fumare accelera l’invecchiamento. Il vizio del fumo è infatti statisticamente associato all’accorciamento dei telomeri, la porzione terminale dei cromosomi.
A cura di Andrea Centini
327 CONDIVISIONI
Immagine

Il vizio del fumo fa invecchiare più velocemente, ma se si smette di fumare la senescenza cellulare rallenta e si osservano segnali positivi. Sono questi, in sintesi, i risultati di un approfondito studio statistico che ha trovato una robusta correlazione tra i pacchetti di sigarette consumati e l'accorciamento dei telomeri, la porzione terminale dei cromosomi che gioca un ruolo fondamentale nella protezione del DNA. Significativo il fatto che la diminuzione della lunghezza dei telomeri si osserva anche in coloro che hanno smesso di fumare, tuttavia in una condizione sicuramente migliore rispetto ai fumatori attivi. In altri termini, smettere di fumare può aiutare a rallentare i processi che accelerano l'invecchiamento.

A condurre lo studio sono stati i due scienziati cinesi Feng Chen e Siyu Dai dell’Università di Hangzhou, che sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati genetici di circa mezzo milione di cittadini britannici custoditi nella biobanca del Regno Unito (UK biobank). Gli studiosi sono partiti dai risultati di altre ricerche, che avevano evidenziato un legame tra il fumo e l'accorciamento dei telomeri dei leucociti (LTL), cellule immunitarie – conosciute anche come globuli bianchi – che ci proteggono dall'invasione degli agenti patogeni, alla stregua di batteri, virus, funghi, parassiti e altri nemici dell'organismo.

I telomeri, come specificato, sono i “cappucci” agli apici dei cromosomi che proteggono il DNA da fenomeni come la degradazione. Durante il processo di divisione cellulare (mitosi) i telomeri si accorciano, poiché l'enzima DNA polimerasi non è in grado di far replicare completamente i cromosomi alle estremità. Questo processo, chiamato senescenza cellulare, divisione dopo divisione giunge a un limite fino a quando non è più possibile la replicazione. L'accorciamento dei telomeri può essere visto come lo specchio dell'invecchiamento, dell'età biologica e più in generale dello stato di salute di una persona, così come della capacità di autoriparazione e rigenerazione dei tessuti.

L'accorciamento e l'allungamento dei telomeri è influenzato da molteplici fattori, sia ambientali che genetici, tra i quali figurano lo stile di vita, lo stress, l'infiammazione, l'età e via discorrendo, a loro volta associati al rischio di patologie come il diabete di tipo 2, il cancro e altre ancora. Non c'è da stupirsi che il vizio del fumo sia intimamente connesso all'accorciamento di queste strutture del DNA, ma i ricercatori cinesi lo hanno dimostrato in modo efficace. Per farlo hanno analizzato i dati di oltre 470.000 cittadini britannici, incrociando i dati relativi allo status di fumatore (fumatore attivo, ex fumatore e mai fumatore), alla quantità di pacchetti di sigarette fumate ogni anno e alla lunghezza dei telomeri dei globuli bianchi. Grazie a un modello di randomizzazione mendeliana, incrociando tutte le informazioni hanno fatto emergere una chiara relazione tra il vizio del fumo e i telomeri più brevi. Inoltre, maggiore erano i pacchetti di sigarette fumati ogni anno, peggiore era la lunghezza delle estremità dei cromosomi.

Come indicato nell'abstract dello studio, lo stato di fumatore corrente era associato in modo statisticamente significativo a una lunghezza dei telomeri dei leucociti più breve (r = -0,27, p = 0,013), mentre il non aver mai fumato aveva un'associazione positiva con l'LTL (r = 0,21, p<0,0001). Chi fumava più sigarette aveva gli esiti peggiori (r = – 0,08, p = 0,008). Il professor Siyu Dai e il collega non hanno trovato un'associazione statisticamente significativa con lo status di ex fumatore, tuttavia i risultati erano migliori di chi continuava a fumare. Secondo gli autori dello studio è un segnale che smettere di fumare può ridurre sensibilmente il rischio correlato alla senescenza cellulare. I dettagli della ricerca “The causal relationship between smoking conditions and telomere length: a mendelian randomization study in UK biobank” sono stati presentati durante il Congresso Internazionale 2023 della Società Europea per la Medicina Respiratoria, attualmente in corso di svolgimento a Milano.

327 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views