Friggitrici ad aria e rischio incendio: cosa c’è da sapere e perché alcune sono state ritirate
Tra gli elettrodomestici moderni più apprezzati in cucina vi è sicuramente la friggitrice ad aria, un dispositivo messo a punto dall'ingegnere dei Paesi Bassi Fred van der Weij. L'inventore, appassionato di patatine fritte, voleva realizzare un elettrodomestico che le cucinasse in modo più sano rispetto alla procedura tradizionale, basata sull'immersione nell'olio bollente. Nel 2005 realizzò così il primo prototipo della friggitrice ad aria, il cui funzionamento è legato a un flusso di aria calda fatto circolare da una ventola tra i cibi – inseriti in un cestello forato – per renderli gustosi e croccanti, ma con utilizzo sensibilmente inferiore di olio. In alcuni casi l'olio può essere del tutto evitato. Insomma, si tratta di un prodotto innovativo che è diventato sempre più comune nelle cucine, anche per il ridotto consumo energetico. Non a caso dal 2010 in avanti – quando è stata messa portata sugli scaffali la prima versione commerciale – i dati di vendita sono aumentati sensibilmente anno dopo anno.
La friggitrice ad aria è un elettrodomestico sicuro e garantito, ma come ogni altro prodotto elettronico può presentare difetti di progettazione o costruzione, col rischio principale che possa prendere fuoco mentre è collegato alla corrente. Emblematico il caso di una potente friggitrice ad aria recentemente ritirata da un noto sito di e-commerce, a causa della presenza di componenti interni potenzialmente in grado di surriscaldarsi e incendiarsi, come indicato nella nota di ritiro citata dal quotidiano britannico DailyMail. A chiunque avesse comprato quel modello è stato indicato di staccarlo immediatamente dalla rete elettrica e smettere di utilizzarlo. A marzo di quest'anno altri modelli sono stati ritirati dalla Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo degli Stati Uniti, che ha pubblicato un elenco con il seguente messaggio: “Le friggitrici ad aria possono surriscaldarsi, causando la fusione o la rottura delle maniglie, con conseguenti rischi di incendio e ustioni”. In genere, prima delle fiamme, gli utenti coinvolti negli incidenti si sono accorti dell'odore di plastica bruciata e del fumo, prima della comparsa delle prime fiamme (solitamente sul fondo).
Ritiri analoghi avvengono continuamente anche per diverse altre tipologie di prodotti, dunque non siamo innanzi a un evento eccezionale, tuttavia, poiché le friggitrici ad aria sono piuttosto recenti, non ci sono ancora dati a sufficienza per capire se possano avere o meno dei rischi particolari o se possano dare più problemi rispetto ad altri prodotti, soprattutto se viene fatto un utilizzo improprio. Ad esempio, è ampiamente noto che il sovraccarico e l'accumulo di residui infiammabili sul fondo dell'elettrodomestico possono rappresentare un potenziale rischio di incendio.
C'è un dato piuttosto significativo riportato dal DailyMail, ovvero che negli ultimi due anni il Ministero dell'Interno del Regno Unito ha rilevato un incremento sensibile delle volte in cui il termine “friggitrice ad aria” compare nelle note compilate dai vigili del fuoco dopo un intervento per spegnere incendi domestici. Tale aumento risulta essere di ben sei volte. È un dato interessante per due ragioni; da una parte non ci sta dicendo che gli incendi causati dalle friggitrici ad aria sono aumentati di sei volte (compare solo nelle note libere e i prodotti potrebbero non essere effettivamente la causa delle fiamme), dall'altra rispecchia il boom di vendite di questi oggetti nel territorio britannico, che sono diventati il terzo elettrodomestico più acquistato in assoluto.
Il potenziale aumento degli incendi in cui sono citate (e non direttamente coinvolte, lo sottolineiamo) le friggitrici ad aria può essere un semplice bias legato al numero sempre maggiore di questi elettrodomestici nelle cucine, dunque non possiamo sapere se ci sono realmente maggiori rischi intrinseci. L'unico modo per averne contezza, perlomeno nel Regno Unito, è inserirle nell'IRS, il sistema di registrazione degli incidenti compilato dai vigili del fuoco. In parole semplici, dopo ogni intervento i pompieri devono riempire una scheda e indicare la fonte dell'incendio; all'interno c'è un lungo elenco di dispositivi elettronici, ma le friggitrici ad aria mancano ancora all'appello, essendo così recenti. L'unico modo per citarle è attraverso le note libere, ma chiaramente in questo modo non si può ottenere un database aggiornato e utile alla prevenzione. Se un oggetto è particolarmente pericoloso, dall'IRS possono emergere anomalie nei dati e aiutare le autorità a intervenire. Fin quando non saranno introdotte anche le friggitrici ad aria rimarrà questo dubbio.
“Le prove suggeriscono fortemente che gli incendi causati dalle friggitrici ad aria sono in aumento e il Ministero dell'Interno dovrebbe senza dubbio aggiungere le friggitrici ad aria come categoria specifica per la causa di incendio nell'IRS”, ha dichiarato al DailyMail Stuart Wiggans, un dirigente di Shield Safety, il principale fornitore di servizi di sicurezza antincendio e alimentare del Rego Unito. “Un monitoraggio e una categorizzazione accurati degli incendi causati dalle friggitrici ad aria consentirebbero lo sviluppo di campagne di sicurezza antincendio mirate e di misure normative, contribuendo in ultima analisi ad attenuare i rischi e prevenire futuri incidenti. Inoltre, dati più accurati potrebbero evidenziare particolari marche e modelli che presentano maggiori rischi”, ha chiosato il dottor Wiggans. In conclusione, non c'è alcuna certezza che le friggitrici ad aria abbiano rischi maggiori rispetto ad altri prodotti, ma solo con un'analisi approfondita e una gestione dei dati più accurata possono emergere eventuali criticità da rettificare.