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Fotografate le polveri sottili: com’è fatta davvero una particella di PM2.5

Un team di ricerca dell’Università di Birmingham ha usato un sensore che rileva l’inquinamento, delle luci al led e una macchina fotografica per immortalare l’inquinamento da PM2,5. Il progetto fotografico è stato utilizzato per sensibilizzare il pubblico sul pericolo dell’inquinamento atmosferico, che ogni anno uccide quasi 7 milioni di persone.
A cura di Velia Alvich
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NATURE | Foto delle particelle inquinanti scattata dal team di ricerca dell'Università di Birmingham
NATURE | Foto delle particelle inquinanti scattata dal team di ricerca dell'Università di Birmingham

A guardarle così sembrano anche belle. Leggere, luminose, come minuscoli globi di luce che illuminano l'aria. Quasi come un muro fra chi guarda e quello che c'è oltre il velo. Una scena magica, ma che in realtà rende piacevole un fenomeno pericoloso come l'inquinamento da poveri sottili.

Quelle fotografate da un gruppo di ricerca dell'Università di Birmingham sono le particelle inquinanti PM2,5. I loro contorni sono stati "disegnati" dalla luce e immortalati da una macchina fotografica. Un solo obiettivo: quello di sensibilizzare sui pericoli dell'inquinamento, anche grazie all'esposizione delle immagini in una mostra, "Air of the Anthropocene".

Come sono state scattate le fotografie del particolato inquinante PM2,5

"La collaborazione fra arti e scienze possono essere strumenti utili sia per la divulgazione sia per promuovere l'impegno dei cittadini", si legge nello studio pubblicato sulla rivista Nature. "L'arte coinvolge, suscita emozioni e cambiamenti di atteggiamento, mentre l'educazione scientifica enfatizza la comprensione cognitiva attraverso la logica".

Così, per rendere visibile quello che di solito è invisibile a occhio nudo, gli scienziati hanno deciso di usare la tecnica del "light painting", cioè una tecnica fotografica che usa lunghi tempi di esposizione per catturare quanta più luce possibile. Per scattare l'immagine non è stata usata solo una macchina fotografica, ma anche una serie di luci led collegate a dei sensori che rilevano l'inquinamento dell'aria.

Per trasmettere un messaggio ancora più forte, sono state scelte dei luoghi significativi che raccontassero una storia insieme ai puntini luminosi. Per esempio Port Talbot, una città gallese famosa per l'industria siderurgica. "L'interesse nasce dalla tensione tra i benefici economici per la comunità, essendo la principale fonte di lavoro della città, e le conseguenze ambientali della presenza di una delle più grandi acciaierie d'Europa e di una delle principali fonti di inquinamento locale". Ma anche Dehli in India, Addis Abeba in Etiopia, Kampala in Uganda. Una e cento storie che parlano di livelli di particelle inquinanti anche 40 volte superiori rispetto alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

NATURE | Le particelle PM2,5 scattate nella capitale etiope di Addis Abeba dal team di ricerca dell'Università di Birmingham
NATURE | Le particelle PM2,5 scattate nella capitale etiope di Addis Abeba dal team di ricerca dell'Università di Birmingham

Cos'è il PM2,5 e perché è pericoloso

Quasi sette milioni di morti premature in tutto il mondo possono essere ricollegate proprio all'inquinamento atmosferico, secondo i dati dell'Oms. Colpa soprattutto del PM, cioè particulate matter o particolato, l'insieme di sostanza sospese nell'aria che hanno dimensioni comprese fra i pochi nanometri e i micrometri.

Il più piccolo è definito proprio PM2,5, cioè tutto quello che ha dimensioni inferiori ai 2,5 micrometri. Ed è anche considerato una delle sostanze più nocive quando si parla di inquinamento atmosferico. "La letteratura evidenzia che il PM influisce non solo sulla salute fisica, ma anche su quella mentale e cognitiva", spiegano gli scienziati. "Come conseguenza, l'Oms ha deciso di rivedere le linee guida della qualità dell'aria e ridurre le concentrazioni annuali raccomandate di PM2,5 da 10 a 5 al metro cubo". Ben di meno rispetto a quelle che si vedono nelle foto.

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