Forse non lo sai ma anche i pesci cantano come gli uccelli: ora puoi ascoltarli
Forse non tutti sanno che anche molte specie di pesci comunicano con i suoni; alcune, come evidenziato dallo studio “Patterns of biophonic periodicity on coral reefs in the Great Barrier Reef” pubblicato su Nature, cantano all'alba e al tramonto esattamente come fanno gli uccelli. Sebbene sottovalutate e poco conosciute, le vocalizzazioni emesse dai pesci – che non hanno corde vocali – hanno un'importanza significativa sia dal punto di vista evolutivo che da quello etologico. Grazie a un nuovo approfondito studio è stato determinato che nella classe degli attinopterigi (Actinopterygii), ovvero i pesci ossei a pinne raggiate, in ben i due terzi (66 percento) delle 175 famiglie ci sono specie che comunicano con il suono. È molto più del 20 percento stimato in precedenza. Gli attinopterigi comprendono oltre 34mila specie, il 99 percento dei pesci, che a loro volta rappresentano oltre la metà di tutte le specie di vertebrati conosciuti.
A scoprire che nei pesci il suono è un metodo di comunicazione molto più comune di quel che si sospettava è stato un team di ricerca americano guidato da scienziati di vari dipartimenti dell'Università Cornell, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Biologia dell'Università Howard, dell'Università di Boston e del Museo dei Vertebrati. Gli scienziati, coordinati dal professor Aaron N. Rice, docente presso il K. Lisa Yang Center for Conservation Bioacoustics del Dipartimento di Ornitologia dell'ateneo di Ithaca, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato molteplici studi dedicati a dati anatomici ed evolutivi, registrazioni sonore e vocalizzazioni dei pesci attinopterigi. Ciò ha permesso loro di identificare i vari meccanismi utilizzati ed evidenziare l'importanza del suono nella comunicazione di questi animali.
A sostegno della propria ricerca gli scienziati hanno condiviso i file audio del “canto” di due pesci: il Porichthys notatus della famiglia dei pesci rospo e l'Holocentrus rufus, una specie di pesce scoiattolo. Il primo emette un suono incredibile, molto simile a quello di un potente nautofono o foghorn, un segnalatore acustico utilizzato sulle imbarcazioni e nei porti in presenza di nebbia.
Il suono del secondo ricorda invece quello di una sorta di codice Morse trasmesso attraverso un vecchio chip audio.
Il professor Rise e i colleghi indicano che i pesci possono produrre suoni facendo stridere i denti, sfruttando il flusso dell'acqua attraverso la bocca o i muscoli associati alla vescica natatoria, un organo pieno di gas la cui funzione principale è legata al movimento. “I muscoli della vescica natatoria del pesce rospo sono i muscoli scheletrici dei vertebrati che si contraggono più velocemente. Questi sono adattamenti ad alte prestazioni”, ha dichiarato in un comunicato stampa l'autore principale dello studio. Per i pesci la comunicazione sonora è così importante che secondo il team di ricerca si è evoluta indipendentemente per ben 33 volte, inoltre sarebbe molto antica, essendo apparsa per la prima volta circa 155 milioni di anni fa.
Ma di cosa “parlano” i pesci? Gli scienziati affermano che parlano degli argomenti che più o meno interessano tutti gli animali: cibo e sesso. Difendere una fonte alimentare, cercare un partner, proteggere il territorio; per un pesce sono tutte ragioni validissime per esprimersi con la comunicazione sonora. I dettagli della ricerca “Evolutionary Patterns in Sound Production across Fishes” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica BioONE Complete.