video suggerito
video suggerito

Forse abbiamo davvero capito come si sono estinti i dinosauri

La causa dell’estinzione dei dinosauri, legata all’impatto di un asteroide nel Golfo del Messico 66 milioni di anni fa, sarebbe da ricondursi principalmente alle polveri generate dallo schianto: “Bloccò la luce del sole e arresto la fotosintesi delle piante”.
A cura di Valeria Aiello
215 CONDIVISIONI
Immagine

L’impatto di Chicxulub, un asteroide caduto nel Golfo del Messico 66 milioni di anni fa, ebbe conseguenze catastrofiche che portarono l’estinzione dei dinosauri, innescando devastanti incendi, terremoti e terribili tsunami, e soffocando l’atmosfera con nubi di zolfo e silicato che bloccarono i raggi solari. Ma il contributo maggiore all’estinzione sarebbe da ricondursi alle polveri più fini che rimasero sospese nell’atmosfera per circa 15 anni, interrompendo la fotosintesi delle piante e generando un raffreddamento globale.

È questa la conclusione a cui è giunto il team di ricerca coordinato dallo scienziato planetario Cem Berk Senel del Dipartimento di Sistemi di Riferimento e Planetologia dell’Osservatorio reale del Belgio che, insieme ai colleghi, ha simulato le conseguenze climatiche dell’impatto sulla base delle analisi degli strati sedimentari del sito fossile di Tanis, nello stato americano del Nord Dakota. Anche se distante 3.000 chilometri dal cratere generato dallo schianto di Chicxulub, sepolto tra il mare e la terraferma sotto la penisola dello Yucatan, il sito di Tanis ha conservato le prove delle condizioni post-impatto, compresa la ricaduta della polvere nei sedimenti di un antico lago. Il risultato dello studio è stato appena pubblicato in un articolo su Nature Geoscience.

La causa dell'estinzione dei dinosauri

Uno degli aspetti più importanti della ricerca è aver scoperto che l’impatto ha liberato nell’atmosfera almeno 2.000 miliardi di tonnellate di polvere, una quantità di 11 volte superiore al peso dell’Everest che bloccò la luce del sole, arrestando la fotosintesi della piante per quasi due anni. Di conseguenza, la vegetazione sarebbe scomparsa, lasciando morire di fame molte specie erbivore, inclusi alcuni dinosauri, e dando il via alla catastrofica estinzione di massa che ha visto il 75% delle creature viventi scomparire dalla Terra.

I ricercatori hanno spiegato che le particelle trovate nel sito fossile avevano un diametro compreso tra 0,8 e 8 micrometri e che, inserendo questi dati in modelli climatici simili a quelli oggi utilizzati per simulare gli scenari futuri, hanno osservato che la polvere ha avuto un ruolo molto più significativo di quanto si pensasse in precedenza. Secondo le loro stime, l’impatto dell’asteroide avrebbe scagliato nell’atmosfera polveri composte per il 75% di particelle di silicato e per il 24% di zolfo, mentre il restante 1% era dovuto fuliggine provocata dagli incendi. In queste condizioni, la Terra avrebbe subito un calo della temperatura superficiale di circa 15 °C.

È stato freddo e buio per anni” ha affermato Philippe Claeys, scienziato planetario della Vrije Universiteit Brussel e co-autore dello studio. Sulla Terra calò un “inverno da impatto, con il crollo delle temperature globali e il collasso della produttività primaria – il processo utilizzato dalle piante terrestri e acquatiche e da altri organismi per produrre cibo da fonti inorganiche – provocando una reazione a catena di estinzioni. Con la perdita delle piante, gli erbivori morirono di fame e i carnivori rimasero senza prede. Nei regni marini, la perdita del fitoplancton causò il collasso delle reti alimentari.

Mentre lo zolfo rimase per circa otto-nove anni nell’aria, la fuliggine e la polvere di silicati restarono nell’atmosfera per circa 15 anni dopo l’impatto – ha aggiunto Özgür Karatekin, scienziato planetario dell’Osservatorio reale del Belgio e co-autore dello studio – . Il recupero completo richiese ancora più tempo, con le condizioni di temperatura pre-impatto che si ristabilirono solo dopo circa 20 anni”.

215 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views