Finalmente sappiamo cosa fare quando abbiamo gli incubi notturni
Gli incubi, o brutti sogni, a volte possono diventare eventi regolari, che si ripresentano più volte a settimana, per mesi e mesi. Si stima che fino al 4% degli adulti soffra di incubi ricorrenti, una condizione spesso associata a frequenti risvegli notturni e una bassa qualità del sonno. Ma un nuovo metodo, messo a punto da un team di ricerca elvetico e basato sull’ascolto di un singolo accordo di piano, ha dato prova di poter mettere a tacere i sogni più angoscianti, riducendone la frequenza. “Attraverso questa procedura – hanno spiegato i ricercatori – abbiamo osservato una rapida diminuzione degli incubi, insieme a sogni che diventavano emotivamente più positivi. Per noi, questi risultati sono molto promettenti, sia per lo studio dell’elaborazione emotiva durante il sonno, sia per lo sviluppo di nuove terapie”.
Incubi notturni ridotti con l’ascolto di un accordo di piano
Risolvere il problema degli incubi ricorrenti, o meglio, il disturbo del sonno da incubi (in inglese, nightmare disorder, ND), è una sorta di sfida, in quanto non sappiamo esattamente perché e neanche come il nostro cervello crei i sogni mentre dormiamo. Solitamente, alle persone che soffrono di incubi ricorrenti viene consigliata una tecnica non invasiva, chiamata terapia di ripetizione immaginativa, che prevede di riscrivere su un diario i sogni che generano sentimenti negativi, come ansia o paura, provando a dare loro un finale più positivo. Quindi di “ripetere” a se stessi lo scenario dei sogni riscritti, per cercare di sovrascrivere l’incubo. Tuttavia, questa forma di terapia non sempre è efficace, portando i ricercatori a valutare nuovi approcci terapeutici per questa condizione.
In quest’ambito di ricerca, una scoperta del 2010 legata all’ascolto di suoni che le persone associano a determinati stimoli, nota come riattivazione mirata della memoria, ha posto le basi per la progettazione di un nuovo metodo che potesse “aiutare le persone a cambiare le emozioni vissute nei loro sogni” ha spiegato l’ideatore della tecnica, il professor Lampros Perogamvros, psichiatra presso il Laboratorio del sonno degli Ospedali Universitari di Ginevra e docente Dipartimento di Neuroscienze di Base dell’Università di Ginevra.
Insieme ai suoi colleghi, Perogamvros ha voluto verificare se ascoltare un suono associato a un’emozione diurna positiva, attraverso una cuffia wireless durante il sonno, potesse aiutare a modificare le emozioni provate nei sogni, migliorando l’efficacia della terapia di ripetizione immaginativa. Pertanto, gli studiosi hanno valutato 36 pazienti che hanno completato tutti un diario dei sogni per due settimane, ma solo la metà è stato sottoposto a una sessione di riattivazione mirata della memoria al fine di creare un’associazione tra un suono (per l’esperimento è stato scelto l’accordo per pianoforte C6/9, DO sesta/nona) e la versione positiva dei loro incubi.
A tutti i partecipanti è stato tuttavia chiesto di indossare, prima di andare a dormire, la cuffia wireless che riproduceva questo accordo ogni 10 secondi durante il sonno REM (la fase in cui di solito si verificano gli incubi), in modo che la metà delle persone che non aveva creato alcuna associazione con il suono fungesse da gruppo di controllo.
I risultati di questo test, riportati in uno studio pubblicato su Current Biology, hanno mostrato una diminuzione degli incubi in entrambi i gruppi, ma più marcata in coloro che avevano associato il suono alla versione positiva dei loro sogni. In particolare, dopo le prime due settimane, il gruppo di controllo aveva, in media, 1,02 incubi a settimana, mentre il gruppo sottoposto alla riattivazione mirata della memoria aveva una media di 0,19 incubi a settimana.
Risultati analoghi sono stati osservati anche a distanza di tre mesi dalla terapia, dopo i quali la frequenza di incubi era leggermente aumentata in entrambi i gruppi, ma in misura maggiore nel gruppo di controllo (1,48 incubi a settimana rispetto a 0,33 incubi a settimana). I pazienti sottoposti a terapia di riattivazione mirata della memoria hanno anche sperimentato un aumento dei sogni positivi.
“Siamo rimasti positivamente sorpresi dal modo in cui i partecipanti allo studio hanno rispettato e tollerato le procedure del test, ad esempio eseguendo la terapia di ripetizione immaginativa ogni giorno e indossando la cuffia per dormire durante la notte – ha aggiunto Perogamvros – . Abbiamo osservato una rapida diminuzione degli incubi, insieme a sogni che diventano emotivamente più positivi. Per noi ricercatori e clinici, questi risultati sono molto promettenti e supportano la sperimentazione di tale terapia combinata su scale più ampie e con diversi tipi di popolazioni per determinare l’estensione e la generalizzabilità della sua efficacia”.