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Cos’è la Febbre Oropouche: sintomi, cure, come si trasmette il virus e quanto è pericoloso

La febbre Oropouche è una malattia tropicale causata da un virus che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di una specie di moscerini e di alcune zanzare, presenti soprattutto nei Paesi dell’America centrale e meridionale. Negli ultimi mesi il numero dei casi in queste aree del mondo è in costante aumento. Quattro casi sono stati segnalati anche in Italia. Tra i sintomi ci sono febbre e mal di testa, ma possono verificarsi anche quadri clinici più complessi. Al momento non ci sono né vaccini né cure specifiche.
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La febbre Oropouche è una malattia causata da un arbovirus, ovvero un virus che si trasmette all'uomo e ad altri animali attraverso la puntura di insetti che si nutrono di sangue, come zanzare, mosche o zecche. Il virus Oropouche, da cui la malattia prende il nome, è infatti veicolato da un particolare moscerino, il Culicoides paraensis, che trasmette l'agente patogeno attraverso il morso. Questo virus prende il nome da un fiume che si trova nei Caraibi: è vicino alle sue rive, nell'isola di Trinidad e Tobago, che il virus è stato infatti isolato per la prima volta nel 1955.

Oggi, venerdì 26 luglio 2024, il Ministero della Salute del Brasile ha diffuso la comunicazione ufficiale dei primi due decessi causati dal virus. Si tratta di due ragazze sotto i 30 anni, che non avevano malattie pregresse e presentavano sintomi molto gravi, molto simili a quelli della febbre dengue. Sempre in Brasile si indaga su un altro morto forse sempre per il visus Oropuche.

Già a inizio giugno 2024, il Ministero della Salute aveva diffuso una nota per segnalare la presenza di focolai della malattia a Cuba. Proprio all'Asst Fatebenfratelli Sacco di Milano, dove sono stati segnalati i due casi in Lombardia, è stato messo a punto un nuovo test in caso di diagnosticare la malattia.

Che cos'è la febbre Oropouche

La febbre Oropuche è una malattia infettiva trasmessa dal morso di una particolare specie di moscerini presente in America meridionale e centrale – soprattutto in Bolivia, Brasile, Colombia, Perù, Cuba – e ai Caraibi, il Culicoides paraensis. Le persone a cui la malattia è stata diagnostica in Italia avevano infatti tutte effettuato un viaggio in questi paesi. Il vettore non è infatti presente in Italia.

La capacità di trasmettersi attraverso le punture di insetti è infatti proprio della famiglia degli arbovirus, di cui il virus responsabile della malattia Oropouche fa parte, insieme al altri virus noti, come quella della febbre dengue. Non è l'unico aspetto in comune tra le due malattie: possono infatti manifestarsi con sintomi in parte molto simili, tra cui anche febbre e infezione, fino al rischio di meningite e meningoencefalite.

Questi manifestano dopo 4-8 giorni dal morso infettivo, anche se il tempo di incubazione può arrivare anche a 12 giorni.  Trascorso questo tempo, la malattia si manifesta in modo improvviso – spiega l'Oms – con i seguenti sintomi:

  • febbre
  • mal di testa
  • dolore diffuso
  • vomito
  • nausea

Come si trasmette il virus Oropouche all'uomo

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) spiega il virus si trasmette all'uomo per lo più attraverso il morso del Culicoides paraensis, un moscerino mordace che vive soprattutto nelle aree boschive e vicino alle aree acquatiche. In realtà, anche altri insetti possono fare da vettori secondari, come alcune zanzare Culex quinquefasciatus. È importante specificare che nessuno dei possibili vettori della malattia è stato segnalato in Europa.

Come spiega il manuale Msd per professionisti, non è stata finora documentata la trasmissione da uomo a uomo. Tuttavia, l'Om ha raccomandato che la febbre Oropuche venga inserita nel gruppo delle infezioni arbovirali febbrili comuni, come la febbre gialla o la dengue, dato l'elevato potenziale epidemico nelle aree in cui è presente.

Come si diagnostica il virus Oropouche

Per la febbre Oropouche non esiste un vaccino, né un trattamento antivirale e la prevenzione si basa quindi sulla riduzione dell'esposizione agli insetti vettori. La diagnosi invece si basa sugli esami di laboratorio.

L'équipe dell'Unità di Bioemergenze dell'Asst Fatebenefratelli Sacco, diretta da Maria Rita Gismondo, ha appena annunciato di aver messo a punto un test per diagnosticare la malattia. È grazie a questo che è stato possibile individuare i due casi in Lombardia. Poterne usufruire è fondamentale perché "di fronte alla diffusione di virus, anche se non ci sono rischi nel nostro Paese, è sempre importante – spiega Gismondo – non sottovalutare i sintomi e i dati epidemiologici e rivolgersi ai laboratori di riferimento".

Quanto è pericolosa la febbre Oropouche?

In base a quanto spiega l'Oms, la sintomatologia dovuta all'infezione del virus Oropuche tende a risolversi in tempi piuttosto brevi, in media in un massimo di cinque-sette giorni, tranne in alcuni casi più gravi in cui la convalescenza può prolungarsi per qualche settimana.

Anche se in media la malattia non produce un quadro clinico grave, in alcuni casi può provocare meningite asettica o virale. Si tratta di una forma di meningite – spiega il manuale Msd – causata da agenti patogeni diversi dai batteri che solitamente la provocano.

Nonostante la diversa origine, la meningite asettica si manifesta con sintomi simili a quella batterica, ma in media meno gravi. Nello specifico, chi contrae questa forma di meningite non rischia di andare incontro a convulsioni o deficit neurologici, presenti invece nella meningite batterica acuta.

Ci sono cure per il virus Oropouche?

Come si legge da tutte le fonti ufficiali, compresi Cdc, i Centers for Disease Control and Prevention, l'ente principale negli Stati Uniti per il monitoraggio della salute pubblica, non sono disponibili farmaci o vaccini specifici, ma l'unico trattamento possibile è quello di supporto volto a curare i sintomi.

Casi di Oropouche in aumento: i dati dell’Oms sui contagi mondiali

Dall'inizio del 2024 a oggi sono stati registrati più 7.700 casi nel mondo, tutti in questi cinque paesi, ovvero Brasile, Bolivia, Peru, Cuba e Colombia. Anche se in Italia sono stati registrati quattro casi, tutti e quattro erano casi d'importati, non autoctoni, e non hanno sviluppato sintomi gravi.

Il primo è stato diagnosticato in Veneto a metà giugno 2024, al quale è seguito un altro caso all'Ospedale di Forlì. Mentre gli ultimi due sono stati confermati all'Asst Fatebenefratelli Sacco. Sono tutti casi di importazione, ovvero di persone che hanno contratto il virus dopo un viaggio in un paese dove è presente, nel caso specifico degli ultimi due, dal Brasile e da Cuba. L'Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un vademecum su tutto quello che c'è da sapere, dove viene spiegato anche cosa fare nel caso in cui si è tornati da un viaggio inuno dei paesi in cui il virus è presente e si sospetta di aver contratto la malattia.

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