Farmaco per tumore ai polmoni in non fumatori, AIFA approva il Lolartinib: efficacia ed effetti collaterali
In Italia è stato compiuto un significativo passo in avanti nella lotta contro una peculiare forma di cancro ai polmoni, il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) ALK positivo che colpisce principalmente – ma non esclusivamente – i non fumatori. L'Agenzia Italiana del farmaco (AIFA) ha infatti autorizzato la rimborsabilità di un farmaco innovativo (il lorlatinib) permettendone al contempo l'utilizzo in monoterapia, cioè lo ha reso una terapia di prima linea. Ciò significa che la sua somministrazione non deve essere preceduta da altri trattamenti per essere adottata. In passato il lorlatinib poteva essere impiegato solo dopo il fallimento di altre procedure mediche; nel 2018 la Food And Drug Adiministration (FDA) statunitense lo aveva infatti approvato come farmaco di seconda e terza linea, lo stesso schema adottato dalla Commissione Europea nel maggio del 2019 per i Paesi membri. Oggi chi soffre di questa specifica forma di carcinoma polmonare potrà essere trattato direttamente con il nuovo farmaco, che negli studi clinici ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione della malattia di oltre il 70 percento.
Cos'è il lorlatinib e come agisce contro il tumore ai polmoni (NSCLC)
Il lorlatinib, commercializzato dal colosso farmaceutico Pfizer con il nome di Lorviqua nei Paesi dell'Unione Europea (Italia compresa) e con quello di Lorbrena negli Stati Uniti, è tecnicamente un inibitore della tirosin-kinasi (TKI). Si tratta di una classe di farmaci basati su piccole molecole che inibiscono enzimi “al centro di complesse cascate di segnali intracellulari che modulano la proliferazione, l’adesione, la migrazione e la differenziazione cellulare e risultano sovraespressi nella maggior parte dei tumori solidi”, evidenzia l'AIFA in un documento ad hoc. Sono efficaci anche contro alcuni tumori ematologici e non a caso, come indicato dalla Fondazione GIMEMA, sono utilizzati con successo da 20 anni contro molteplici neoplasie. In parole semplici, questi farmaci sono in grado di bloccare la crescita dei tumori e indurre la morte programmata della cellula, il cosiddetto “suicidio cellulare” chiamato apoptosi.
Il lorlatinib è una polvere di colore bianco che viene assunto sotto forma di compresse orali (da 100 o 25 milligrammi). Tra le caratteristiche più significative la capacità di superare la barriera ematoencefalica, ovvero lo “scudo” che impedisce a patogeni, tossine e altre sostanze pericolose di raggiungere il cervello. Poiché il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) allo stadio avanzato e positivo per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK) è noto per innescare metastasi cerebrali, riscontrate fino al 40 percento dei pazienti al momento della diagnosi, un farmaco come il lorlatinib in grado di arrivare all'encefalo può avere un impatto estremamente significativo sulla qualità della vita dei pazienti. “Questi pazienti sono più giovani della media, in prevalenza non fumatori e in buone condizioni generali, ma con un'alta incidenza di metastasi cerebrali. Il sistema nervoso centrale è per loro un sito frequente di progressione della malattia; pertanto, la prevenzione delle metastasi cerebrali durante la prima linea di trattamento ha un ruolo fondamentale”, ha spiegato all'ANSA la professoressa Silvia Novello, docente di Oncologia al Dipartimento di Oncologia dell'Università di Torino e presidente di Walce Onlus. Un altro farmaco di AstraZeneca, l'osimertinib, ha dimostrato in recenti studi di ridurre del 51 percento il rischio di morte per una forma di NSCLC (non ALK positivo), aiutando anche nella prevenzione delle metastasi al cervello e in altre sedi.
Il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) ALK positivo
La neoplasia coinvolta da questa importante novità è il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC), più nello specifico, la sua forma allo stadio avanzato e positiva per la chinasi del linfoma anaplastico (ALK), un enzima / recettore codificato da un gene sito sul cromosoma 2 e intimamente legato allo sviluppo del sistema nervoso. Come spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) il tumore polmonare non a piccole cellule è il più comune fra le neoplasie dell'organo respiratorio, tenendo presente che interessa ben l'80 percento delle diagnosi. Secondo il recente rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, complessivamente nell'anno appena concluso sono stati diagnosticati 44.000 casi di tumore al polmone, il terzo più comune dopo quello alla mammella (55.900 casi) e quello al colon-retto (50.500). A causa di questa neoplasia perdono la vita circa 34.000 persone ogni anno, 80 al giorno, nella stragrande maggioranza dei casi fumatori ed ex fumatori, oltre che persone esposte al fumo passivo. Come indicato, il carcinoma polmonare NSCLC è il più diagnosticato.
La forma positiva all'ALK, cioè quella coinvolta nella decisione dell'AIFA, rappresenta fino al 7 percento dei casi di tumore del polmone non a piccole cellule, e riguarda soprattutto soggetti relativamente giovani, con meno di 50 anni. A tal proposito ricordiamo che negli ultimi decenni si è registrato un significativo aumento delle diagnosi di tumori nella fasce di età giovani, come spiegato a Fanpage.it dall'oncologo Camillo Porta dell'Università “Aldo Moro” di Bari. Il tumore NSCLC positivo all'ALK non è chiaramente tra i più diffusi, ma ciò ovviamente non riduce l'importante decisione presa dall'AIFA nel suo contrasto, resa ufficiale con la pubblicazione della determina nella Gazzetta Ufficiale (n.283/4 dicembre 2023). Potete leggere il documento completo cliccando sul seguente link.
Gli effetti collaterali del lorlatinib
Durante una conferenza dell'Associazione internazionale per lo studio del cancro del polmone (IASLC) tenutasi recentemente a Yokohama, in Giappone, sono stati presentati i risultati di un trial clinico nel quale il lorlatinib è risultato generalmente ben tollerato. “La maggior parte degli eventi avversi sono stati da lievi a moderati e sono stati gestiti con riduzioni o ritardi della dose o con terapia medica standard”, si legge in un comunicato dell'ASCO. Tra le reazioni avverse più diffuse un aumento del colesterolo e dei trigliceridi, dolore ai nervi periferici, affaticamento, diarrea, dolore alle articolazioni, edema e aumento di peso.