Farmaco per il cuore previene le metastasi del cancro dissolvendo gruppi di cellule tumorali
La digossina, un farmaco già approvato per il trattamento di alcune malattie cardiache, ha dimostrato risultati estremamente promettenti contro il cancro. Il principio attivo, infatti, è in grado di dissolvere i piccoli gruppi o cluster di cellule tumorali circolanti (CTC) prevenendo la formazione di metastasi, che rappresentano il principale pericolo dei tumori aggressivi. La diffusione di queste cellule “impazzite” dà infatti vita ai tumori secondari in altre parti dell'organismo, fino a rendere la malattia oncologica incurabile e dunque mortale. Riuscire a prevenire la formazione delle metastasi è pertanto considerato una sorta di sacro Graal in oncologia. Il farmaco digossina sembra molto efficace in tal senso, come evidenziato da un piccolo studio condotto su nove donne affette da cancro al seno metastatico. Il fatto che si parla di un principio attivo già autorizzato può accelerare sensibilmente sia la sperimentazione che l'eventuale immissione in commercio, come potenziale nuova terapia anticancro.
A dimostrare l'efficacia della digossina nella prevenzione delle metastasi è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto di Scienze Molecolari della Salute – Istituto Federale Svizzero di Tecnologia di Zurigo, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari centri. Fra quelli coinvolti il Cancer Center Baselland della Clinica universitaria di medicina; il Dipartimento di Cardiologia dell'Ospedale Universitario di Basilea; il Dipartimento di oncologia medica ed ematologia dell'Ospedale universitario di Zurigo e altri. I ricercatori, coordinati dal professor Nicola Aceto, docente di oncologia molecolare presso l'ETH di Zurigo, si sono concentrati sulla digossina per una ragione specifica. I gruppi di cellule tumorali circolanti rilasciate nel sangue dal tumore primario, quelle che appunto rischiano di formare i tumori secondari metastatici, hanno un “tallone d'Achille” nelle pompe sodio potassio (Na+/K+-ATPasi) presenti sulle membrane cellulari. Sono deputate al trasporto all'interno e all'esterno delle cellule di questi preziosi elementi. Ma possono essere “hackerate” ed è esattamente ciò che è possibile fare con la digossina.
Il farmaco, ottenuto dalle piante del genere Digitalis (come Digitalis lanata e Digitalis purpurea), blocca il funzionamento di queste pompe e spinge le cellule tumorali ad assorbire più calcio, una condizione che porta alla disgregazione dei cluster CTC. Poiché le metastasi nascono dalla formazione e dall'annidamento sugli organi di questi cluster, contenenti fino a 10 – 12 cellule (ma in genere sono la metà), la digossina, di fatto, è in grado di prevenirne la formazione. Nelle malattie del cuore come l'insufficienza cardiaca e la fibrillazione atriale l'inibizione delle suddette pompe ioniche determina un incremento del calcio nelle cellule del miocardio, potenziando la funzionalità contrattile del cuore e riducendo la frequenza. Da alcuni anni si era capito che questo meccanismo d'azione poteva essere utile anche contro il cancro, sebbene per uccidere le cellule cancerose sia comunque necessario l'uso sinergico di un farmaco antitumorale. La digossina, di fatto, rappresenterebbe un trattamento specifico per prevenire il rischio di metastasi.
La sua efficacia è stata dimostrata nel trial clinico nel quale sono state coinvolte nove pazienti affette da cancro al seno metastatico. Nelle partecipanti trattate quotidianamente con una bassa dose di digossina (pari a 0,7-1,4 ng ml −1 livello sierico) è stata evidenziata una riduzione media della dimensione dei cluster CTC di – 2,2 cellule per ogni gruppo. Poiché in genere questi gruppi sono composti da una manciata, il dimezzamento determina di fatto l'abbattimento del rischio di formazione di metastasi. Perché più sono piccoli questi cluster, meno probabilità hanno di formare tumori secondari. “Le metastasi del cancro al seno dipendono dai cluster CTC. Più sono grandi, più hanno successo”, ha spiegato il professor Aceto in un comunicato stampa.
Poiché il trattamento non ha determinato effetti avversi nelle pazienti, ci sono tutte le premesse per continuare a valutare l'uso di questa molecola in trial clinici più approfonditi e con un numero di pazienti molto più ampio. Gli scienziati valuteranno l'efficacia della digossina anche contro i cluster di cellule tumorali circolanti di altri tumori aggressivi, come il melanoma, il carcinoma prostatico e il cancro al colon retto. I dettagli della ricerca “Digoxin for reduction of circulating tumor cell cluster size in metastatic breast cancer: a proof-of-concept trial” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Medicine.