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Farmaco elimina tutto il peso in eccesso in test di laboratorio, anche con una dieta ipercalorica

Un farmaco chiamato axitirome somministrato nel fegato dei topi è stato in grado di invertire l’obesità, facendo perdere tutto il peso in eccesso senza effetti collaterali. È risultato efficace mentre i roditori seguivano una dieta ricca di grassi e zuccheri. Oltre alla perdita di peso il trattamento ha ridotto il colesterolo e l’infiammazione epatica. Speranze per un farmaco efficace nell’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo farmaco sperimentale è stato in grado di invertire quasi completamente l'obesità in test di laboratorio, nonostante i modelli murini (topi) coinvolti continuassero ad assumere una dieta ricca di grassi. In parole semplici, grazie a questo medicinale – un tireomimetico chiamato axitirome somministrato attraverso un'iniezione intraperitoneale – i roditori hanno perso tutto il peso in eccesso tornando alla condizione normopeso, pur continuando a seguire un modello alimentare ipercalorico – con cibi grassi e zuccherini – che aveva fatto raddoppiare la loro massa nel giro di 24 settimane. Il farmaco, legato a un nanogel, agisce direttamente sui meccanismi metabolici garantendo non solo la perdita di peso, ma anche altri benefici come la riduzione del colesterolo e dell'infiammazione epatica. Il tutto senza scatenare effetti collaterali severi.

A determinare l'efficacia del farmaco sperimentale – potenzialmente rivoluzionario – è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto di scienze della vita applicate (IALS) dell'Università del Massachusetts, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Programma di biologia molecolare e cellulare, del Dipartimento di Chimica e della società Cyta Therapeutics, una start-up fondata proprio come “costola” dell'ateneo statunitense. I ricercatori, coordinati dal professor S. Thai Thayumanavan, docente di chimica e ingegneria biomedica, si sono concentrati sui farmaci tiromimetici – cioè che imitano l’ormone tiroideo – poiché precedenti studi avevano dimostrato che possono essere efficaci nel contrastare l'obesità, la dislipidemia, la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica, il diabete di tipo 2, la malattia del fegato grasso e altre condizioni infiammatorie dell'organo.

Il problema di queste molecole, tuttavia, risiede nel fatto che devono essere mirate esclusivamente agli epatociti del fegato, dato che in altre sedi dell'organismo possono provocare significativi problemi – ad esempio alle ossa –, come evidenziato da uno studio condotto da scienziati della Johns Hopkins Medical Institutions (PWL) di Baltimora. “Ci siamo resi conto che dovevamo somministrare questo farmaco in modo selettivo al fegato perché, se si diffondesse in altri luoghi, potrebbe causare complicazioni”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Thayumanavan. Da qui l'idea di usare un nanogel (chiamato IntelliGels) come trasportatore del farmaco per convogliarlo direttamente nel fegato dei topi, attraverso iniezioni intraperitoneali.

Per testare il tireomimetico axitirome i ricercatori hanno coinvolto due gruppi di topi: il primo, affetto da obesità, era stato alimentato per sei mesi con una dieta ricchissima di grassi e zuccheri (che è continuata anche durante la sperimentazione); il secondo – di controllo – era composto da topi normopeso che seguivano una dieta sana. In sole cinque settimane di trattamento (quotidiano) i topi obesi non solo sono tornati ad avere un peso nella norma, perdendo tutto il peso in eccesso, ma hanno anche avuto una significativa riduzione dell'infiammazione e del colesterolo. Anche il fegato è tornato a un peso tipico.

A sinistra un topo normopeso, al centro un topo affetto da obesità, a destra un topo dopo il trattamento con il farmaco. Credit: Laboratorio Thayumanavan / UMass Amherst
A sinistra un topo normopeso, al centro un topo affetto da obesità, a destra un topo dopo il trattamento con il farmaco. Credit: Laboratorio Thayumanavan / UMass Amherst

“I topi trattati hanno perso completamente il peso guadagnato e non abbiamo riscontrato alcun effetto collaterale spiacevole. Considerando che 100 milioni di americani soffrono di obesità e di disturbi cardiometabolici correlati, siamo rimasti piuttosto entusiasti di questo lavoro”, ha dichiarato il professor Thayumanavan. Ma come agisce direttamente l'axitirome? Il farmaco, una volta liberato dal nanogel, rilascia il recettore beta dell’ormone tiroideo, “portando a una ipolipemizzazione sistemica, a un aumento della sintesi degli acidi biliari e all’ossidazione dei grassi”, spiegano gli esperti. Questi processi virtuosi innescano la perdita di peso e il miglioramento di altri parametri, come l'infiammazione epatica.

È doveroso sottolineare che i topi non sono esseri umani e larga parte della sperimentazione preclinica condotta sui roditori non dà riscontri positivi sugli esseri umani, ciò nonostante i meccanismi coinvolti e i risultati rendono fiduciosi gli scienziati che questo trattamento sperimentale possa trasformarsi in un vero e proprio farmaco, in grado di combattere l'obesità e le patologie metaboliche connesse. Naturalmente non deve passare il messaggio che si stia ricercando un farmaco "miracoloso" che permetta di dimagrire anche seguendo modelli alimentari sregolati e dannosi per la salute. Non è chiaramente questo l'obiettivo degli studiosi e tutti dovrebbero sempre consultare uno specialista in nutrizione.

Attualmente un farmaco anti obesità particolarmente efficace e balzato più volte agli onori della cronaca è la semaglutide; un recente studio ha dimostrato che possiede anche capacità anti cancro. I dettagli della ricerca “Conferring liver selectivity to a thyromimetic using a novel nanoparticle increases therapeutic efficacy in a diet-induced obesity animal model” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica PNAS Nexus.

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