Essere pendolari fa bene alla salute: uno studio svela qual è il miglior modo per andare al lavoro
Chi ha dovuto farlo almeno una volta nella vita lo sa, essere pendolari può essere molto faticoso, a volte estenuante. Eppure, un nuovo studio ha rivelato che muoversi per andare a lavoro o all'università può avere un impatto positivo per la salute, mentale e fisica.
In realtà, i benefici maggiori riguarderebbero i pendolari che utilizzano la bici: secondo i dati dello studio, appena pubblicato sulla rivista BMJ Public Health, quest'abitudine potrebbe ridurre il rischio di morte per qualsiasi causa di salute, quasi fino a dimezzarlo. Tuttavia, questi benefici rischiano – specificano gli autori dello studio – di venir del tutto annullati dall'elevata probabilità di finire coinvolti in un incidente stradale.
I dati sulla salute dei pendolari
A partire dai dati raccolti nello Scottish Longitudinal Study, un database che raccoglie le informazioni di un campione rappresentativo della popolazione scozzese ottenute dai censimenti del 1991, 2001 e 2011, pari al 5% degli scozzesi di età compresa tra i 16 e i 74 anni, per un totale 82.297 di persone.
I ricercatori hanno chiesto alla platea di partecipanti di indicare la modalità con cui più spesso si spostavano per andare in ufficio o all'università. Le opzioni prevedevano pendolarismo inattivo o pendolarismo attivo: in quest'ultima categoria erano previste due possibilità, andare a piedi o in bici.
Queste informazioni sono state confrontate con i dati relativi alla salute dei partecipanti per un lungo periodo di tempo, dal 2001 al 2018: sono stati presi in considerazione i ricoveri per tutte le cause di salute, ovvero malattie cardiovascolari, tumori e incidenti stradali, ma anche le prescrizioni di psicofarmaci o altri medicinali per la salute mentale, oltre a quelli per la salute cardiovascolare.
Essere pendolari attivi fa bene alla salute
Nel periodo considerato 4.276 persone (il 5% di partecipanti) sono morte, di cui quasi la metà a causa del cancro. Qui abbiamo spiegato la differenza tra cancro e tumore. Più della metà del campione osservato, oltre il 64%, ovvero 52.804 persone, è stata ricoverata in ospedale. È interessante osservare le cause. Tra le più comuni ci sono, in questo ordine: le malattie cardiovascolari (12%), il cancro (circa il 7%) e, al terzo posto, gli incidenti stradali (3% delle persone).
Nello stesso periodo di tempo, più di 31.000 persone hanno iniziato un trattamento con un farmaco per le malattie cardiovascolari (38,5%) e all'incirca ad altrettante persone, 33.771 (41%), è stato prescritto un farmaco per la salute mentale.
A questo punto i ricercatori disponevano di tutti i dati per confrontare la salute dei partecipanti con le modalità con cui più spesso si spostavano per motivi di studio o lavoro. Eliminando i fattori che avrebbero potuto influenzare i risultati, è emerso che i pendolari attivi avevano un rischio inferiore di morte o di problemi di salute legati a malattie fisiche o mentali.
Qual è il mezzo più salutare
Lo studio ha evidenziato che il mezzo in assoluto più salutare è la bici. Nel gruppo di partecipanti che la utilizzava abitualmente è stato registrato infatti un rischio di morte inferiore del 47% (del 51% per cancro) e il 10% in meno del rischio di ricovero per motivi di salute, percentuale che sale al 24% se il motivo del ricovero è una malattia cardiovascolare.
Anche i dati sulla salute mentale erano nettamente migliori in questo gruppo di partecipanti, nel quale è stato calcolato un un rischio inferiore del 30% di disturbi mentali.
Il rischio degli incidenti stradali
Una buona notizia, quindi, per i pendolari ciclisti, se non fosse per il fatto che questi benefici rischiano di essere annullati dal problema della sicurezza stradale: il gruppo dei partecipanti che usavano la bici è stato infatti quello con il più alto numero di ricoveri per incidenti stradali, con un rischio doppio rispetto al gruppo dei pendolari inattivi. Motivo per cui è necessario – avvertono gli autori dello studio – garantire la presenza di piste ciclabili più sicure.
Anche se lo studio si riferisce a un contesto geografico limitato, ovvero il paese dove è stato condotto, la sicurezza dei ciclisti è chiaramente un tema anche in Italia. Basta guardare ai dati da poco diffusi dall'Osservatorio Ciclisti Asaps-Sapidata: in metà anno, dall'inizio del 2024 al 16 giugno, sulle strade italiane hanno perso la vita 77 ciclisti, già di dieci ogni anno.