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Esplosione stellare genera oro, platino e altri elementi preziosi per un peso di mille terre

Una collisione stellare tra oggetti estremamente densi chiamata kilonova ha generato una quantità enorme di metalli pesanti e preziosi, come oro e platino. La massa generata è paragonabile al peso di mille terre. È il vero tocco di Re Mida.
A cura di Andrea Centini
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Illustrazione di un lampo gamma. Credit: Dana Berry/NASA
Illustrazione di un lampo gamma. Credit: Dana Berry/NASA

Un'esplosione stellare avvenuta a 1,3 miliardi di anni luce dal nostro pianeta ha generato una quantità mostruosa di oro, platino e altri metalli pesanti preziosi, oltre alle famose “terre rare” che giocano un ruolo fondamentale nella necessaria transizione ecologica per combattere il cambiamento climatico. Per fare un paragone, la quantità di elementi generata da questo violentissimo evento cosmico ha un peso paragonabile a quello di mille terre. Se consideriamo che il nostro pianeta ha una massa di circa 6.000 miliardi di tonnellate, è anche difficile immaginare la vera e propria pioggia d'oro e di altri materiali preziosissimi scaturiti da questo evento, che gli scienziati chiamano “kilonova”. In pratica, è il vero tocco di Re Mida in formato spaziale.

Come spiegato dagli scienziati dell'Università di Birmingham in un comunicato stampa, le kilonovae sono eventi rari, generati da collisioni altamente energetiche tra oggetti celesti densissimi, come due stelle di neutroni o una stella di neutroni e un buco nero. Il risultato di queste fusioni, oltre all'emissione di lampi gamma – gli eventi più luminosi ed energetici dell'Universo – e di onde gravitazionali rilevabili da grandi interferometri come il Virgo in Toscana, è la produzione di immense quantità di metalli pesanti, come appunto oro e platino, considerati rari ed estremamente preziosi sul nostro pianeta. Normalmente i lampi gamma associati a queste esplosioni durano pochi secondi, ma quello legato all'esplosione stellare in questione è durato circa un minuto. Fu registrato nel dicembre 2021 dal Neil Gehrels Swift Observatory della NASA e dal Fermi Gamma-ray Space Telescope: l'evento è stato chiamato dagli scienziati GRB 211211A.

A descrivere il potentissimo fenomeno cosmico è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Center for Interdisciplinary Exploration and Research in Astrophysics della Northwestern University di Evanston (Stati Uniti), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto di Astronomia dell'Accademia Ceca delle Scienze, dell'Institute for Gravitational Wave Astronomy dell'Università di Birmingham, della Scuola di Fisica e Astronomia dell'Università di Leicester e di molti altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Jillian C. Rastinejad, docente presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'ateneo americano, sostengono che le kilonovae possano essere le principali “fabbriche d'oro” dell'intero Universo. Curiosamente, l'evento GRB 211211A è il più vicino alla Terra mai osservato senza rilevazione di onde gravitazionali, che in parole molto semplici sono oscillazioni dello spazio-tempo, un po' come le onde generate da un sasso nello stagno.

“Questo è stato un GRB straordinario. Non prevediamo che le fusioni durino più di circa due secondi. In qualche modo, questo ha alimentato un jet per quasi un minuto intero. È possibile che il comportamento possa essere spiegato da una stella di neutroni long-lasting (letteralmente di ‘lunga durata' NDR), ma non possiamo escludere che ciò che abbiamo visto fosse una stella di neutroni squarciata da un buco nero”, ha dichiarato il dottor Benjamin Gompertz, coautore dello studio. Le stelle di neutroni long-lasting (LLSN) sono stelle di neutroni che non diventano buchi neri dopo la collisione con altri oggetti analoghi o buchi neri. Secondo lo studio correlato “GRB 211211A: A Neutron Star–White Dwarf Merger?” pubblicato sul The Astrophysical Journal Letters il lampo gamma potrebbe essere stato generato dalla fusione di una stella di neutroni e una nana bianca.

In base alle informazioni che abbiamo, ad oggi le kilonovae sembrano essere decisamente meno frequenti delle supernovae e delle novae (esplosioni stellari), e questo spiegherebbe come mai gli ingredienti preziosi che producono sono così rari nella composizione dei pianeti, mentre elio, idrogeno, alluminio, potassio e altri sono più abbondanti nell'Universo, proprio perché richiedono eventi decisamente meno violenti per essere generati, in termini di energia sprigionata. La prima kilonova fu scoperta solo nel 2017. I dettagli della ricerca “A kilonova following a long-duration gamma-ray burst at 350 Mpc” sono stati pubblicati su Nature.

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