Esame del sangue rivoluzionario prevede con precisione il rischio di 18 malattie e morte precoce
La data di nascita scritta sulla carta d'identità indica quanti anni abbiamo (età cronologica o anagrafica) ed è un acclarato fattore di rischio per molteplici malattie. Le probabilità di sviluppare demenza, patologie cardiovascolari, determinati tumori, osteoporosi e moltissime altre condizioni sono infatti strettamente correlate all'età di una persona, ciò nonostante possono esserci differenze significative tra un individuo e l'altro. L'età biologica, che indica quanto effettivamente il nostro organismo è invecchiato, può infatti differire in modo netto da quella cronologica. Tutti conosciamo persone nella terza età che risultano giovanili, energiche e in ottima salute, così come adulti di mezza età con “acciacchi” solitamente presenti negli anziani e che paiono più vecchi di quanto non sono.
Le ragioni di queste differenze possono essere molteplici: stile di vita, malattie croniche, abuso di sostanze come fumo, droghe e alcol, esposizione ambientale agli inquinanti e sedentarietà sono solo alcuni dei fattori coinvolti. Anche la composizione genetica gioca un ruolo significativo. Identificare l'età biologica di una persona, rispetto all'età cronologica, è dunque un metodo migliore per predire con precisione il rischio di sviluppare determinate patologie e persino quello di mortalità precoce. Ma non è una procedura semplice. Esistono numerosi orologi biologici adatti allo scopo messi a punto dagli scienziati, basati su diversi tipi di esami, ma un team di ricerca internazionale ha appena sviluppato il più preciso, ampio e approfondito di sempre, in grado di prevedere con accuratezza le probabilità di sviluppare circa venti malattie e il rischio di morte prematura. È efficace anche valutando popolazioni con stili di vita, modelli alimentari e caratteristiche genetiche significativamente diversi. Nello specifico, il nuovo orologio biologico si basa sull'analisi delle proteine plasmatiche che circolano nel sangue, il cui invecchiamento offre un quadro particolarmente esaustivo delle condizioni fisiche e cognitive di una persona.
A svilupparlo sono stati scienziati britannici dell'Università di Oxford, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Facoltà di Salute Pubblica dell'Università di Pechino, della King Abdulaziz University e University of Oxford Centre for Artificial Intelligence in Precision Medicine (Arabia Saudita) e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dai professori Cornelia M. van Duijn ed M. Austin Argentieri del Dipartimento di Salute della Popolazione “Nuffield” dell'ateneo inglese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato la proteomica del sangue di decine di migliaia di persone, i cui dati genetici e biologici sono custoditi nel database UK Biobank. In tutto sono state valutate circa 3.000 proteine plasmatiche, le cui caratteristiche nelle singole persone sono state associate alla mortalità precoce e al rischio di malattie. Attraverso il machine learning (apprendimento automatico, un tipo di IA) sono state identificate 204 proteine in grado di predire con estrema precisione l'età cronologica di un individuo, inoltre il loro profilo di invecchiamento era fortemente associato all'insorgenza di 18 malattie croniche. Tra quelle rilevate figurano diabete, neurodegenerazione, vari tipi di cancro e patologie a cuore, fegato, reni e polmoni. In generale l'invecchiamento proteomico era associato a differenze nella funzione biologica, fisica e cognitiva, come lunghezza dei telomeri, forza della presa della mano, densità ossea, funzionalità renale, indice di fragilità e tempi di reazione.
I ricercatori hanno scoperto che il profilo proteomico di una persona – ovvero l'età biologica – poteva differire fino a 12 anni tra individui con la stessa età cronologica. L'aspetto più interessante risiede nel fatto che la professoressa van Duijn e colleghi hanno condotto un'analisi di convalida dei dati testando le proteine plasmatiche di un database cinese e uno finlandese, le cui popolazioni hanno caratteristiche genetiche e di stile di vita differenti. L'orologio biologico è stato egualmente efficace nel prevedere l'invecchiamento biologico e il rischio di mortalità precoce e determinate patologie.
“Questo è l'orologio biologico dell'invecchiamento più potente sviluppato fino ad oggi, che supera tutti gli orologi precedenti nell'identificare coloro che invecchiano più velocemente e soffrono di più problemi di salute dovuti all'invecchiamento. Il numero di malattie che l'orologio dell'invecchiamento basato sulle proteine è stato in grado di prevedere con precisione non ha precedenti”, ha dichiarato la professoressa van Duijn in un comunicato stampa dell'Università di Oxford. L'obiettivo di questo strumento è rendere disponibile un metodo pratico ed efficiente per migliorare la medicina di precisione e aiutare le persone a vivere più a lungo e nel modo più sano possibile. Recentemente un altro studio ha determinato che anche le immagini della retina negli occhi possono indicare l'età biologica di una persona, mentre un altro studio ha scoperto che le cellule del nostro corpo possono invecchiare di anni in un solo giorno. I dettagli della nuova ricerca “Proteomic aging clock predicts mortality and risk of common age-related diseases in diverse populations” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Medicine.